Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Essere topo di biblioteca potenzia l'intelletto in vecchiaia?

Una nuova ricerca suggerisce che la lettura di libri, la scrittura e la partecipazione ad attività che stimolano il cervello, a qualsiasi età, possono preservare la memoria.


Lo studio è pubblicato nell'edizione online del 3 Luglio 2013 di Neurology®, la rivista medica dell'American Academy of Neurology.


"Il nostro studio suggerisce che, per la salute del cervello in età avanzata, è importante esercitare il cervello, prendendo parte ad attività come quelle citate sopra, per tutta la vita, dall'infanzia alla vecchiaia", ha detto l'autore dello studio Robert S. Wilson, PhD, del Rush University Medical Center di Chicago.


Per lo studio, sono stati eseguiti a 294 persone dei test che misuravano la memoria e il pensiero, ogni anno per circa sei anni prima della loro morte all'età media di 89 anni. Hanno inoltre risposto a un questionario sulla loro lettura di libri, la scrittura e la partecipazione ad altre attività mentalmente stimolanti durante l'infanzia, l'adolescenza, la mezza età e alla loro età attuale.


Dopo la loro morte, è stato esaminato il loro cervello durante l'autopsia per trovare la prova di segni fisici di demenza, quali lesioni, placche cerebrali e grovigli. La ricerca ha scoperto che le persone che avevano partecipato ad attività mentalmente stimolanti, sia presto che tardi nella loro vita, avevano un tasso più lento di declino della memoria rispetto a coloro che non hanno partecipato a tali attività per tutta la loro vita, dopo l'aggiustamento in base ai diversi livelli di placche e grovigli nel cervello.


L'attività mentale rappresentava quasi il 15 per cento della differenza nel declino, al di là di ciò che viene spiegato da placche e grovigli nel cervello. "Sulla base di questo, non dobbiamo sottovalutare gli effetti delle attività quotidiane, come leggere e scrivere, sui nostri figli, su noi stessi ed sui nostri genitori o nonni", ha detto Wilson.


Lo studio ha rilevato che il tasso di declino era inferiore del 32 per cento nelle persone con attività mentale frequente nel tardo periodo della vita, rispetto alle persone con attività mentale media, mentre il tasso di declino di quelli con attività poco frequente era del 48 per cento più veloce rispetto a quelli con attività media.


Lo studio è stato finanziato dal National Institute on Aging e dal Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Illinois.

 

 

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (AAN).

Riferimento: R. S. Wilson, P. A. Boyle, L. Yu, L. L. Barnes, J. A. Schneider, D. A. Bennett. Life-span cognitive activity, neuropathologic burden, and cognitive aging. Neurology, 2013; DOI: 10.1212/WNL.0b013e31829c5e8a

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)