Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Identificate proteine ​​collegate ad afflizioni di tipo Alzheimer

Un team di neuroscienziati guidato da Eric Klann (foto) ha individuato una modifica a una proteina nei topi di laboratorio legata a condizioni di tipo Alzheimer.


I risultati dello studio, che appaiono sulla rivista Nature Neuroscience, indicano anche un potenziale intervento terapeutico per alleviare i disturbi legati alla memoria.


La ricerca è centrata sul fattore 2 alfa di iniziazione eucariotica (eIF2alpha) e sui due enzimi che lo modificano con un gruppo fosfato; questo tipo di modifica è chiamata fosforilazione. La fosforilazione dell'eIF2alpha, che diminuisce la sintesi proteica, è stata precedentemente trovata in quantità elevata sia negli esseri umani con diagnosi di Alzheimer che nei topi modello di Alzheimer (AD).


"Questi risultati implicano una regolazione impropria di questa proteina nelle afflizioni di tipo Alzheimer e offrono nuovi percorsi per lo sviluppo di rimedi per affrontare la malattia", ha detto Eric Klann, professore del Center for Neural Science della New York University e autore senior dello studio, al quale hanno collaborato anche Douglas Cavener, professore di biologia della Pennsylvania State University; Clarisse Borbone, Evelina Gatti, e Philippe Pierre della Université de la Méditerranée di Marsiglia in Francia; e i ricercatori Tao Ma, Mimi A. Trinh, e Alyse J. Wexler della NYU.


Si sa da decenni che l'innesco di nuove sintesi proteiche è vitale per la formazione di ricordi a lungo termine, nonché per una plasticità sinaptica duratura (la capacità dei neuroni di modificare la forza complessiva delle loro connessioni con altri neuroni). Si ritiene in modo largamente condiviso che l'apprendimento e la memoria derivino da cambiamenti nella forza sinaptica.


Negli ultimi anni, i ricercatori hanno scoperto che sia gli esseri umani con Alzheimer, che i modelli di topi di AD hanno livelli relativamente alti di fosforilazione dell'eIF2alpha. Ma era rimasto finora sconosciuto il rapporto tra questa caratteristica e le condizioni di tipo AD. Klann ed i suoi colleghi hanno ipotizzato che livelli anormalmente elevati di fosforilazione dell'eIF2alpha potrebbero diventare dannosi, perché alla fine fanno diminuire la sintesi proteica, minando in tal modo la capacità di formare ricordi a lungo termine.


Per esplorare questa questione, i ricercatori hanno esaminato l'impatto neurologico di due enzimi che fosforilano l'eIF2alpha, le chinasi chiamate PERK e GCN2, in differenti popolazioni di topi modello di AD, con una espressione di mutazioni genetiche simili a quelle di cui sono portatori gli esseri umani con AD. Queste [popolazioni] erano: modello di topi di AD; topi modello di AD senza PERK e topi modello di AD senza GCN2. In particolare, hanno osservato la fosforilazione dell'eIF2alpha e la regolazione della sintesi proteica nella regione dell'ippocampo dei topi, la parte del cervello responsabile del recupero di vecchi ricordi e della codifica di quelli nuovi.


Hanno poi confrontato questi livelli con quelli post-mortem di pazienti umani con AD. Qui, hanno trovato livelli maggiori di eIF2alpha fosforilata nell'ippocampo sia dei pazienti di AD che dei modelli di topi di AD. Inoltre, in combinazione con questi risultati, hanno trovato una minore sintesi proteica, necessaria per il potenziamento a lungo termine (una forma di plasticità sinaptica duratura) e per la memoria a lungo termine.


Per testare i potenziali rimedi, i ricercatori hanno esaminato la fosforilazione dell'eIF2alpha in topi privi di Perk, ipotizzando che la rimozione di questa chinasi avrebbe fatto tornare la sintesi delle proteine ​ai livelli normali. Come previsto, i topi privi di PERK avevano livelli di eIF2alpha fosforilata e sintesi proteica simili a quelli dei topi normali.


Hanno poi condotto test di memoria spaziale per cui i topi dovevano muoversi in una serie di labirinti. Qui, i topi modello di AD privi di PERK sono riusciti a girare con successo nei labirinti al ritmo tipico dei topi normali. Per contro, gli altri modelli di topi di AD hanno avuto risultati significativamente peggiori nello svolgimento di questi compiti. I ricercatori hanno replicato queste procedure sul modello di topi di AD privi di GCN2. I risultati qui sono stati in linea con quelli dei topi modello di AD privi di Perk, dimostrando che la rimozione di entrambe le chinasi diminuisce i deficit di memoria associati all'Alzheimer.


La ricerca è stata finanziata dal National Institutes of Health e dalla Alzheimer's Association.

 

 

 

 

 


Fonte: New York University, via Newswise.

Riferimento: Tao Ma, Mimi A Trinh, Alyse J Wexler, Clarisse Bourbon, Evelina Gatti, Philippe Pierre, Douglas R Cavener, Eric Klann. Suppression of eIF2α kinases alleviates Alzheimer's disease–related plasticity and memory deficits. Nature Neuroscience, 2013; DOI: 10.1038/nn.3486

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.