Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Glutatione Perossidasi protegge dalla demenza provocata dell'Huntington

Genetisti di Leicester hanno scoperto una potenziale difesa dalla malattia di Huntington, una malattia neurodegenerativa letale, che attualmente non ha cura.


Il team di ricercatori dell'Università di Leicester ha accertato che la glutatione perossidasi, un antiossidante fondamentale per le cellule, protegge contro i sintomi in organismi modello della malattia.


Essi sperano che l'attività enzimatica - la cui capacità di protezione inizialmente è stata osservata in organismi modello come il lievito - può essere ulteriormente sviluppata ed eventualmente usata per trattare le persone con la malattia genetica ereditaria, che colpisce circa 12 persone ogni 100.000.


L'articolo è stato pubblicato su Nature Genetics il 25 agosto. Un team di esperti del Dipartimento di Genetica dell'Università ha svolto attività di ricerca per più di sei anni per identificare nuovi potenziali bersagli farmacologici per la malattia. Hanno usato sistemi modello, come il lievito di birra, i moscerini della frutta, e le cellule di mammifero in coltura per aiutare a scoprire i potenziali meccanismi a livello cellulare alla base della malattia.


Inizialmente hanno selezionato un'insieme di geni dal genoma completo del lievito e hanno trovato diversi candidati che proteggono dai sintomi correlati all'Huntington nel lievito. Hanno poi convalidato le loro scoperte nel moscerino della frutta e nelle cellule di mammifero.


Essi hanno scoperto che l'attività della glutatione perossidasi è molto protettiva in questi modelli della malattia di Huntington. Importante, ci sono composti di tipo farmacologico disponibili che imitano questa attività, già testati in studi clinici umani per altri disturbi, il che significa potenzialmente che l'approccio potrebbe essere usato per trattare le persone con la malattia.


Il gruppo ora mira a convalidare ulteriormente le osservazioni riguardanti l'attività della glutatione perossidasi, per capire se questo potrebbe avere rilevanza terapeutica per la corea di Huntington. Inoltre, essi hanno identificato molti geni supplementari che sono protettivi,  e mirano a esplorarli ulteriormente per vedere se ci sono delle possibilità terapeutiche aggiuntive suggerite dalla loro ricerca.


Il dottor Flaviano Giorgini, docente di Neurogenetica del Dipartimento di Genetica dell'Università e autore senior del documento, ha dichiarato: "Stiamo approfittando degli approcci genetici in organismi modello semplici per capire meglio l'Huntington, con l'obiettivo di scoprire nuovi modi per il trattamento di questa malattia devastante. Sembra che l'attività della glutatione perossidasi sia un approccio antiossidante protettivo robusto che può avere rilevanza per la malattia".


Il Dr Robert Mason, Ricercatore Associato del Dipartimento di Genetica, e primo autore dello studio, ha detto: "Oltre alla glutatione perossidasi, questo studio ha identificato molti geni che migliorano i 'sintomi' dell'Huntington nel lievito. Questi geni forniscono preziose informazioni sui meccanismi di fondo che portano alla corea di Huntington, e ulteriori studi potranno probabilmente scoprire approcci complementari che potrebbero essere utili nel trattamento di questa terribile malattia".


Il Dr Giorgini ha dichiarato: "Siamo entusiasti del lavoro perché esso svela un nuovo potenziale percorso terapeutico per la malattia di Huntington. Sono anche orgoglioso che tutto questo lavoro sia stato condotto presso il Dipartimento di Genetica dell'Università di Leicester".


Lo studio è stato condotto in collaborazione con il Prof Charalambos Kyriacou, anch'egli del Dipartimento di Genetica a Leicester. Hanno contribuito anche Massimiliano Casu, Nicola Butler, il dottor Carlo Breda, il Dott. Susanna Campesan, Dr Jannine Clapp, il dottor Edward Green e Devyani Dhulkhed. La ricerca è stata finanziata principalmente dalla Fondazione CHDI e dall'Associazione Malattia di Huntington.

 

A proposito dell'Huntington

Circa 12 persone ogni 100.000 sono colpite dalla malattia di Huntington nel Regno Unito - anche se si pensa che altre persone siano portatrici del gene senza evidenziare i sintomi. I sintomi della malattia in genere emergono in età adulta. La malattia danneggia le cellule nervose nel cervello, influenzando il movimento, la cognizione e il comportamento. La malattia progredisce per un periodo da dieci a venti anni, e normalmente porta alla morte per una causa secondaria, come l'insufficienza cardiaca o la polmonite. Attualmente, non esiste una cura per la malattia di Huntington, e il suo progresso non può essere invertito o rallentato.

 

 

 

 

 


Pubblicato in Alzheimers Weekly (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)