Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Alzheimer: scoperte proteine che compromettono lo splicing dell'RNA

Ricercatori dell'Alzheimer's Disease Research Center della School of Medicine alla Emory University hanno identificato un tipo di patologia finora ignorato nel cervello dei pazienti con Alzheimer.


Queste strutture aggrovigliate appaiono nei primi stadi dell'Alzheimer e non si trovano in altre malattie neurodegenerative come il Parkinson. Ciò che rende diversi questi grovigli è che essi sequestrano le proteine coinvolte nello splicing dell'RNA, il processo di taglio e incolla dei messaggi con le istruzioni inviate dai geni.


I ricercatori indicano che la comparsa di questi grovigli è legata a cambiamenti diffusi nello splicing dell'RNA nel cervello di Alzheimer, rispetto ai cervelli sani. La scoperta potrebbe cambiare la comprensione dello sviluppo e della progressione della malattia, spiegando il modo in cui i geni legati all'Alzheimer producono effetti, e potrebbe portare a nuovi biomarcatori, approcci diagnostici e terapie. 


"Ci ha molto sorpreso trovare alterazioni nelle proteine responsabili dello splicing dell'RNA nell'Alzheimer, fatto che potrebbe avere importanti implicazioni per il meccanismo di malattia", dice Allan Levey, MD, PhD, docente di neurologia alla Emory University School of Medicine e direttore dell'ADRC dell'Emory. "Questa è un'arena nuovissima", dice James Lah, MD, PhD, professore associato di neurologia alla Emory University School of Medicine e direttore del programma di Neurologia Cognitiva. "Molti ricercatori di Alzheimer hanno esaminato il modo in cui la malattia colpisce lo splicing alternativo dei singoli geni. Questi risultati suggeriscono che è in atto una distorsione globale nell'elaborazione dell'RNA".


La ricerca è stata guidata dai Drs. Levey, Lah e Junmin Peng, PhD, che in precedenza era professore associato di genetica alla Emory ed è ora membro di facoltà al Research Hospital del St Jude Children. Essi sono stati aiutati da collaboratori dell'Università del Kentucky, della Rush University e dell'Università di Washington, così come dai colleghi della Emory. I risultati sono pubblicati nei Proceedings of the National Academy of Sciences, Early Edition.


L'accumulo di placche e grovigli nel cervello dei pazienti con Alzheimer é stato osservato più di un secolo fa. Indagare le proteine in queste strutture patologiche è stato centrale per lo studio della malattia. La maggior parte dei trattamenti sperimentali per l'Alzheimer miravano a contenere l'amiloide-beta, un frammento di proteina tossica che a quanto pare è la componente dominante delle placche amiloidi. Altri approcci mirano l'accumulo anomalo della proteina tau in grovigli neurofibrillari.


Eppure lo sviluppo dell'Alzheimer non si può spiegare solo dalle patologie dell'amiloide e della tau, secondo Lah. "Due individui possono ospitare simili quantità di placche amiloidi e grovigli di tau nel cervello, ma uno potrebbe essere completamente sano, mentre l'altro può avere una grave perdita di memoria e demenza", dice. Queste discrepanze hanno portato i ricercatori della Emory a prendere un approccio proteomico "back to basics" [ripartire dai basici], catalogando le proteine che compongono i depositi insolubili nel cervello dei malati di Alzheimer. "Il settore dell'Alzheimer è sempre stato molto concentrato sull'amiloide e la tau, e abbiamo voluto usare le tecnologie di proteomica odierne per adottare un approccio imparziale globale", dice Levey.


Il team ha identificato 36 proteine che erano molto più abbondanti nei depositi resistenti del tessuto cerebrale dei pazienti di Alzheimer. La lista comprende i soliti noti (tau ed amiloide-beta), ma anche diverse proteine "U1 snRNP" coinvolte nello splicing dell'RNA. Queste proteine ​U1 sono di solito visibili nel nucleo delle cellule normali, ma nel cervello di Alzheimer si accumulano in strutture aggrovigliate. Si è notato l'accumulo di proteine U1 insolubili nei campioni di pazienti con decadimento cognitivo lieve (MCI), una fase precursore dell'Alzheimer, ma la patologia U1 non si è notata nelle altre malattie del cervello che sono state esaminate.


Secondo Chad Hales, MD, PhD, uno degli autori principali dello studio, "l'aggregazione dell'U1 avviene all'inizio della malattia, e i grovigli U1 possono essere presenti indipendentemente dalla patologia tau. In alcuni casi, si vede l'accumulo di proteine insolubili U1 prima della comparsa della tau insolubile, suggerendo che si tratta di un evento molto precoce".


Per la maggior parte dei geni, dopo che l'RNA è letto dal DNA (trascrizione), parte dell'RNA deve essere spliced [modificato]. Quando le cellule del cervello si accumulano in ammassi di proteine U1, ciò potrebbe significare che il processo di splicing è compromesso. Per verificarlo, il team della Emory ha esaminato l'RNA del cervello dei malati di Alzheimer. In confronto all'RNA dei cervelli sani, una parte maggiore dell'RNA dei campioni di cervello di Alzheimer era unspliced [non elaborata].


La scoperta potrebbe spiegare come producono effetti molti dei geni che sono stati collegati all'Alzheimer. Nelle cellule, l'U1 snRNP ha diversi ruoli nell'elaborazione dell'RNA, compreso il processo lo splicing alternativo, per cui un gene può inviare istruzioni a due o più proteine.


"La disfunzione dell'U1 potrebbe produrre cambiamenti nell'elaborazione dell'RNA che interessano molti geni, o cambiamenti specifici che interessano alcuni geni chiave che sono importanti nell'Alzheimer", dice Lah. "Capire l'interruzione di tale processo fondamentale ci darà quasi certamente modo d'identificare nuovi modi per capire l'Alzheimer e nuovi approcci per il trattamento dei pazienti".

 

 

 

 

 


Fonte: Emory Health Sciences.

Riferimenti: B. Bai, C. M. Hales, P.-C. Chen, Y. Gozal, E. B. Dammer, J. J. Fritz, X. Wang, Q. Xia, D. M. Duong, C. Street, G. Cantero, D. Cheng, D. R. Jones, Z. Wu, Y. Li, I. Diner, C. J. Heilman, H. D. Rees, H. Wu, L. Lin, K. E. Szulwach, M. Gearing, E. J. Mufson, D. A. Bennett, T. J. Montine, N. T. Seyfried, T. S. Wingo, Y. E. Sun, P. Jin, J. Hanfelt, D. M. Willcock, A. Levey, J. J. Lah, J. Peng. U1 small nuclear ribonucleoprotein complex and RNA splicing alterations in Alzheimer's disease. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2013; DOI: 10.1073/pnas.1310249110

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.