La lista delle complicanze del diabete di tipo 2 è lunga: malattie cardiache e vascolari, problemi agli occhi, danni ai nervi, malattie renali, problemi all'udito e Alzheimer. I medici stanno da tempo pensando all'osteoporosi come ad un altro esito.
Uno studio della Mayo Clinic, pubblicato sul Journal of Bone and Mineral Research, ora lo conferma: si possono sicuramente aggiungere i problemi scheletrici a quella lista.
"Questa è la prima prova - ottenuta con misure dirette della forza ossea nel corpo - di materiale osseo compromesso nei pazienti con diabete di tipo 2", dice Sundeep Khosla, MD, endocrinologo della Mayo Clinic e autore senior dello studio. "E' chiaro quindi che lo scheletro deve essere riconosciuto come un altro obiettivo importante delle complicanze del diabete".
Studi precedenti in materia avevano dimostrato che i pazienti con diabete sperimentano fratture di densità ossea ad un livello superiore a quello della popolazione normale, lasciando intendere che c'era qualcosa di diverso sulla "qualità" delle loro ossa. I ricercatori della Mayo hanno confermato quella ipotesi con uno studio clinico su 60 donne in post-menopausa, 30 delle quali avevano il diabete di tipo 2. I ricercatori hanno eseguito test di micro indentazione della tibia (in realtà causando una crepa microscopica) con il nuovo strumento OsteoProbe®, per misurare la resistenza del materiale osseo.
Rispetto al gruppo di controllo composta da donne da 50 a 80 anni, il gruppo con diabete di tipo 2 aveva una resistenza del materiale osseo significativamente più bassa. Non c'è differenza tra la microarchitettura dell'osso, o densità ossea, tra i due gruppi. Lo studio dimostra che le donne diabetiche, con minore resistenza del materiale osseo, avevano anche avuto livelli alti di iperglicemia nel corso dei 10 anni precedenti, suggerendo i potenziali effetti negativi sulla qualità dell'osso derivanti dallo scarso controllo glicemico.
Il messaggio risuona forte: gli esami convenzionali sottovalutano il rischio di fratture nei pazienti con diabete di tipo 2, e la perdita di forza del materiale osseo (la qualità dell'osso) è una chiaro conseguenza a valle della malattia.
La nuova tecnologia può aiutare a studiare altre condizioni in cui si verificano fratture ad una densità ossea più alta del previsto, dice il co-autore e reumatologo Shreyasee Amin, MD. Lei dice che questo è particolarmente rilevante per molte forme di artrite autoimmune in cui vengono usati i glucocorticoidi, come ad esempio nell'artrite reumatoide.
Il team dice che è necessaria altra ricerca, perché questo era un piccolo studio in una popolazione limitata. Gli studi sono stati finanziati dal National Institutes of Health, compresi fondi del Clinical and Translational Science Award della Mayo. Altri collaboratori dello studio comprendono il primo autore Joshua Farr, Ph.D.; Matthew Drake, MD, Ph.D ,. L. Joseph Melton III, MD e Louise McCready, tutti della Mayo Clinic. Gli autori non hanno alcun interesse finanziario nella tecnologia OsteoProbe®.
Fonte: Mayo Clinic.
Riferimenti: Joshua N. Farr, Matthew T. Drake, Shreyasee Amin, L. Joseph Melton, Louise K. McCready, Sundeep Khosla. In Vivoassessment of bone quality in postmenopausal women with type 2 diabetes. Journal of Bone and Mineral Research, 2013; DOI: 10.1002/jbmr.2106
Pubblicato in mayoclinic.org (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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