Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'acido lattico è un indicatore precoce dell'invecchiamento cerebrale

Ricercatori del Karolinska Institutet hanno dimostrato di essere in grado di monitorare il processo di invecchiamento del cervello, utilizzando la tecnica MRI per misurare i livelli di acido lattico al cervello. I loro risultati suggeriscono che i livelli di acido lattico aumentano in anticipo rispetto ad altri sintomi di invecchiamento, e quindi potrebbero essere utilizzati come un indicatore dell'invecchiamento e delle malattie correlate all'età del sistema nervoso centrale.

Il professor Lars Olson, che ha diretto lo studio, dice che "E' eccitante pensare che siamo ad un passo dal comprendere ciò che accade quando il cervello invecchia e come un cambiamento di metabolismo cerebrale può essere importante durante l'inizio dei cambiamenti dovuti all'età e alle malattie".

Il gruppo di ricerca ha utilizzati sia topi invecchiati sia prematuramente che normalmente, per indagare sul rapporto tra danno al mitocondrio - organo responsabile della produzione di energia nella cellula - e i cambiamenti nel metabolismo durante il processo di invecchiamento. Studi precedenti hanno dimostrato un legame tra la disfunzione mitocondriale e le malattie neurodegenerative legate all'età, come il Parkinson e la malattia di Alzheimer.

In questo studio, pubblicato nei Proceedings of the National Academy of Sciences, i ricercatori mostrano che il danno ai mitocondri aumenta con l'età nel cervello dei topi ed è causa del'alterazione nell'espressione di alcuni geni che sono responsabili della formazione di acido lattico. Essi dimostrano anche che i livelli di lattato nel cervello può aumentare in anticipo su altri indici di invecchiamento, e possono essere rilevati con tecniche non invasive di imaging a risonanza magnetica.

"Il nostro studio è stato condotto sui topi, ma la stessa tecnica può essere utilizzata negli esseri umani", afferma Lars Olson. "Quindi c'è la speranza che un giorno i medici possano essere in grado di fare un check-up al vostro cervello e  determinarne l'età, utilizzando la risonanza magnetica."

Oltre al gruppo di ricerca Lars Olson presso il Karolinska Institutet, altri scienziati provenienti da Stati Uniti, Germania e Regno Unito hanno preso parte allo studio. Il gruppo continuerà adesso la ricerca di nuove conoscenze, cercando di capire il ruolo del lattato nel cervello.

Nota del redattore: Questo articolo non è destinato a fornire consigli medici, diagnosi o terapia.

ScienceDaily, 2 novembre 2010

Notizie da non perdere

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)