Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Rete del cervello: l'«impalcatura» della sostanza bianca

Dei neuroscienziati hanno individuato, per la prima volta sistematicamente, l'«impalcatura» della sostanza bianca del cervello umano, la rete critica di comunicazione che supporta la funzione cerebrale.


Il loro lavoro, pubblicato ieri 11 Febbraio sulla rivista ad accesso libero Frontiers in Human Neuroscience, ha importanti implicazioni per la comprensione di lesioni cerebrali e malattie.


Dettagliando le connessioni che hanno la maggiore influenza su tutti gli altri collegamenti, i ricercatori non solo offrono la prima mappa punto-di-riferimento dei principali percorsi della sostanza bianca, ma mostrano anche quali connessioni possono essere più vulnerabili ai danni.


"Abbiamo coniato il termine «scaffold» [=impalcatura] della sostanza bianca perché questa rete definisce l'architettura informativa che supporta la funzione del cervello", ha detto l'autore senior John Darrell Van Horn dell'«Institute for Neuroimaging and Informatics» della University of Southern California e del «Laboratory of Neuro Imaging» della USC. "Anche se tutte le connessioni nel cervello hanno la loro importanza, ci sono legami particolari che sono attori principali".


Con i dati della risonanza magnetica di un ampio campione di 110 individui, l'autore principale Andrei Irimia, anch'egli dell'«Institute for Neuroimaging and Informatics», e Van Horn, hanno simulato sistematicamente gli effetti di danni ad ogni percorso della sostanza bianca. Hanno scoperto che le aree più importanti della sostanza bianca e grigia non sempre si sovrappongono. La materia grigia è la parte più esterna del cervello che contiene i neuroni che elaborano e memorizzano le informazioni.


Una ricerca precedente aveva individuato le aree di sostanza grigia che sono sproporzionatamente colpite dalle lesioni.
Ma lo studio attuale dimostra che i percorsi più vulnerabili della sostanza bianca (l'«impalcatura» nucleo) non sono necessariamente solo i collegamenti tra le aree più vulnerabili della materia grigia, il che aiuta a spiegare perché delle lesioni apparentemente piccole del cervello possono avere effetti devastanti.


"A volte le persone sperimentano una ferita alla testa che sembra grave, ma dalla quale recuperano. Dall'altra parte, alcune persone hanno un infortunio apparentemente piccolo con effetti clinici molto gravi", spiega Van Horn, professore associato di neurologia alla «Keck School of Medicine» della USC. "Questa ricerca ci aiuta ad affrontare meglio le sfide cliniche come la lesione traumatica cerebrale e a determinare ciò che rende alcune percorsi della sostanza bianca particolarmente vulnerabili ed importanti".


I ricercatori hanno confrontato le loro analisi di imaging cerebrale, con i modelli usati per comprendere le reti sociali. Per avere un'idea di come funziona il cervello, Irimia e Van Horn si sono concentrati non solo sui più importanti nodi della sostanza grigia, che sono simili agli individui all'interno di una rete sociale. Né si sono limitati ad esaminare come sono connessi quei nodi. Essi hanno esaminato anche la forza di queste connessioni della sostanza bianca, cioè quali connessioni sembrano essere particolarmente sensibili o che provocano le maggiori ripercussioni nella rete quando vengono rimosse.


Le connessioni che creano i maggiori cambiamenti formano l'«impalcatura» della rete. "Proprio come, quando si interrompe la connessione Internet al computer, non arrivano più email, ci sono percorsi della sostanza bianca che si traducono in errori di comunicazione su larga scala nel cervello quando sono danneggiati", ha detto Van Horn.


Quando i percorsi della sostanza bianca sono danneggiati, le aree cerebrali servite da tali connessioni possono appassire o le loro funzioni sono prese in carico da altre regioni del cervello, spiegano i ricercatori. La ricerca di Irimia e di Van Horn sulle connessioni centrali della sostanza bianca, finanziata dai NIH, fa parte di un programma scientifico mondiale per mappare i 100 miliardi di neuroni e i 1.000 miliardi di connessioni nel cervello umano vivente, guidato dall'«Human Connectome Project» e dal «Laboratory of Neuro Imaging» della USC.


Irimia osserva che "questi nuovi risultati sull'impalcatura delle reti cerebrali aiutano a informare i medici sulle conseguenze neurologiche delle malattie cerebrali come la sclerosi multipla e l'Alzheimer, così come del trauma cranico grave. Organizzazioni sportive, militari e governo degli Stati Uniti hanno un notevole interesse a capire i disturbi cerebrali, e il nostro lavoro contribuisce, con quello di altri scienziati, a questa emozionante era per la ricerca sul cervello".

 

 

 

 

 


FonteUniversity of Southern California.

Riferimenti: Andrei Irimia, John D. Van Horn. Systematic network lesioning reveals the core white matter scaffold of the human brain. Frontiers in Human Neuroscience, 2014; 8 DOI: 10.3389/fnhum.2014.00051

Pubblicato in eurekalert.org (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)