Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Pazienti di demenza ritornano più di frequente in ospedale entro 30 giorni

La revisione di oltre 25.000 ricoveri di beneficiari Medicare [ndt: assicurazione sanitaria USA] negli ospedali dello stato del Rhode Island ha scoperto che i pazienti con una diagnosi documentata di demenza hanno una probabilità quasi del 20 per cento in più di essere riammessi nei 30 giorni successivi, rispetto a quelli liberi da demenza.


Lo studio, condotto da ricercatori del Rhode Island, è pubblicato online sulla rivista Archives of Gerontology and Geriatrics.


"Le persone con demenza possono avere difficoltà a comprendere e a seguire le istruzioni importanti ricevute alla dimissione (ad esempio cambiamenti di farmaci, la capacità di decidere, la cura di sé)", ha detto il ricercatore principale Lori Daiello, PharmD, dell'«Alzheimer’s Disease and Memory Disorders Center» del Rhode Island Hospital. "Inoltre, molti pazienti con demenza hanno molteplici condizioni mediche, quindi non è sorprendente che questo gruppo di anziani vulnerabili possa avere un rischio più alto di essere riammesso in ospedale poco dopo la dimissione. Poiché la demenza spesso non è diagnosticata o non è documentata nella cartella clinica del paziente, riteniamo che i risultati attuali possono sottovalutare i tassi di riammissione e i rischi di questa popolazione".


La demenza è spesso in co-morbidità con altre condizioni come la polmonite, l'insufficienza cardiaca, la malattia polmonare ostruttiva cronica (BPCO), e le infezioni del tratto urinario, che sono state associate a ricoveri evitabili. Le riammissioni prevenibili sono stati riconosciute come un indicatore della qualità dell'ospedale, una fonte di maggiori costi, e sono ora legate ai rimborsi di Medicare.


Nel 2010, il «Patient Protection and Affordable Care Act» ha imposto sanzioni collegate al tasso di ri-ospedalizzazione. La fase iniziale è entrata in vigore in Ottobre 2012 e riduce i pagamenti di Medicare per le riammissioni entro 30 giorni dalla dimissione, relative a tre diagnosi comuni di dimissione ospedaliera: infarto miocardico acuto (attacco di cuore), polmonite e insufficienza cardiaca congestizia. Le sanzioni aumenteranno e l'elenco delle condizioni si espanderà nel corso dell'anno fiscale 2015.


"I nostri risultati indicano che una diagnosi di demenza può essere un marcatore di vulnerabilità per una rapida ri-ospedalizzazione e può suggerire il ruolo delle iniziative specifiche volte ad abbassare i tassi di riammissione", ha detto la Daiello. "Lo sviluppo di interventi efficaci per prevenire la ripetizione di ricoveri non necessari è di fondamentale importanza perché i ricoveri sono spesso eventi destabilizzanti per le persone con demenza e di conseguenza pongono un onere eccessivo sui nostri pazienti, sulle loro famiglie e sui caregiver, e in ultima analisi sui nostri sistemi sanitari a causa delle sanzioni pecuniarie e la riduzione dei rimborsi Medicare".


Le transizioni ben riuscite dall'ospedale al domicilio spesso richiedono che i pazienti siano coinvolti nel complesso processo decisionale, nell'alterazione dei regimi farmacologici, e nell'aggiustamento della routine familiare. Negoziare questo percorso è impegnativo, anche per gli adulti cognitivamente intatti. I pazienti con demenza possono non riuscire a realizzare con successo alcuni o tutti questi compiti, ma si sa poco sull'impatto della demenza sulla transizione dall'ospedale alla casa.


"I nostri risultati suggeriscono che una migliore comprensione del periodo post-dimissione per i pazienti con demenza può aiutare a formulare le iniziative volte a ridurre le riammissioni per i pazienti anziani ricoverati in ospedale"
, ha detto la Daiello.

 

 

 

 

 


FonteLifespan  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Lori A. Daiello, Rebekah Gardner, Gary Epstein-Lubow, Kristen Butterfield, Stefan Gravenstein. Association of dementia with early rehospitalization among Medicare beneficiaries. Archives of Gerontology and Geriatrics, 2014; DOI: 10.1016/j.archger.2014.02.010

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)