Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovato un nuovo meccanismo che porta alla neurodegenerazione

Un gruppo di ricerca guidato da Susan Ackerman, PhD, professoressa del Jackson Laboratory e ricercatrice «Howard Hughes» ha individuato un meccanismo sorprendente che sta dietro la neurodegenerazione nei topi, che comporta un difetto in un componente chiave del macchinario cellulare che produce le proteine, chiamato «RNA transfer» (tRNA).


I ricercatori riferiscono nella rivista Science che una mutazione di un gene che produce il tRNA, che opera solo nel sistema nervoso centrale, risulta in uno "stallo" o in una pausa del processo di produzione di proteine ​​nei ribosomi neuronali. Quando manca anche un'altra proteina che i ricercatori hanno identificato (GTPBP2), ecco la neurodegenerazione.


"Il nostro studio dimostra che i singoli geni tRNA possono essere espressi specificamente per tessuto nei vertebrati", dice la Ackerman, "e le mutazioni in questi geni possono causare malattie o modificare altri fenotipi. Si tratta di una nuova area per cercare i meccanismi delle malattie".


Sappiamo poco della neurodegenerazione, il processo attraverso il quale i neuroni maturi decadono e infine muoiono, eppure essa sta alla base di gravi malattie umane, come l'Alzheimer, il Parkinson, l'Huntington e la SLA (sclerosi laterale amiotrofica, o malattia di Lou Gehrig). Anche se le cause della neurodegenerazione devono ancora venire alla luce, ci sono sempre più prove che i neuroni siano squisitamente sensibili, molto più di altri tipi di cellule, al deterioramento nella produzione di proteine ​​e del modo in cui si piegano.


I tRNA sono critici nel tradurre il codice genetico in proteine, i cavalli da soma della cellula. I tRNA possiedono una forma caratteristica a quadrifoglio con due distinti terminali di "lavoro": uno che legge il codice genetico in incrementi di tre lettere (o triplette), e un'altro che trasporta il mattone di costruzione della proteina specificato da ogni tripletta (noto come amminoacido). Negli organismi superiori, i tRNA sono sorprendentemente diversi. Ad esempio, mentre ci sono 61 terzine distinte riconosciute dal tRNA negli esseri umani, il genoma umano contiene circa 500 geni tRNA. Tuttora si sa poco sul motivo per cui sono così numerosi, se hanno funzioni sovrapposte o ridondanti, o se, eventualmente, hanno un ruolo che va oltre la produzione di proteine.


"Diversi geni codificano quasi tutti i tipi di tRNA", dice la Ackerman. "In effetti, i codoni AGA vengono decodificati da cinque tRNA nei topi. Fino ad ora, questa ridondanza apparente ci ha spinto a trascurare completamente il potenziale patogenetico delle mutazioni nel tRNA, così come di altri geni ripetitivi". La Ackerman ed i suoi colleghi del Jackson Laboratory di Bar Harbor nel Maine e di Farmington nel Connecticut, dello Scripps Research Institute di La Jolla in California e della Kumamoto University in Giappone, hanno individuato una mutazione nel gene tRNA n-Tr20 come un colpevole genetico che sta dietro la neurodegenerazione osservata nei topi privi di GTPBP2.


Hanno visto con sorpresa che l'attività del tRNA è confinata nel cervello e in altre parti del sistema nervoso centrale, sia nei topi che nell'uomo. Il tRNA codificato dal n-Tr20 riconosce il codice a triplette AGA (che specifica l'aminoacido arginina). Il difetto n-Tr20 sconvolge il modo di produrre le proteine. In particolare, fa sì che le "fabbriche" responsabili della sintesi delle proteine, chiamate ribosomi, si stallino quando incontrano una tripletta AGA.


Tale stallo può essere in gran parte superato, grazie al lavoro di una proteina associata chiamata GTPBP2. Ma quando questo partner è assente, come succede nel topo mutante che la Ackerman ed i suoi colleghi hanno studiato, lo stallo si intensifica. Questa è ritenuta una forza trainante dietro la neurodegenerazione vista in questi topi.

 

 

 

 

 


FonteJackson Laboratory  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  R. Ishimura, G. Nagy, I. Dotu, H. Zhou, X.-L. Yang, P. Schimmel, S. Senju, Y. Nishimura, J. H. Chuang, S. L. Ackerman. Ribosome stalling induced by mutation of a CNS-specific tRNA causes neurodegeneration. Science, 2014; 345 (6195): 455 DOI: 10.1126/science.1249749

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.