Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Diverse specie animali hanno centri della memoria e dell'apprendimento simili

 Le strutture cerebrali dedicate all'apprendimento e alla memoria sono altamente conservate nel regno animale, suggerendo un'origine evolutiva comune.

Diverse specie animali hanno centri della memoria e dell'apprendimento straordinariamente similiI centri della memoria chiamati «corpi fungiformi» nel proencefalo di uno scorpione, sono visibili in viola. (Foto a sinistra Gabriella Wolff, a destra Chip Hedgecock)

Che si stia sgobbando per un esame o semplicemente cercando di ricordare dove si sono messe le chiavi della macchina, l'apprendimento e la memoria sono funzioni cruciali che impieghiamo costantemente nella vita quotidiana.


Risulta ora che la struttura e la funzione del centri cerebrali  responsabili dell'apprendimento e della memoria in una vasta gamma di specie di invertebrati può in definitiva condividere le stesse caratteristiche fondamentali. Queste le conclusioni di un nuovo studio pubblicato sulla rivista Current Biology ed eseguito dai neuroscienziati della University of Arizona Nicholas Strausfeld (professore del Dipartimento di Neuroscienze) e Gabriella Wolff.


I centri del cervello in questione sono strutture lobate accoppiate, scoperte negli insetti e conosciute come corpi fungiformi [mushroom bodies]. Questi centri sono presenti nel prosencefalo degli artropodi, nonché in quello dei vermi piatti e dei vermi marini.


Poiché i punti in comune tra i corpi fungiformi di specie diverse sono così eclatanti, si discute da molto tempo se queste strutture si sono evolute in modo indipendente o se derivano da un antenato comune. L'analisi di Strausfeld e della Wolff ha rivelato uno schema organizzativo di base che è comune tra i corpi fungiformi di tutte le specie studiate, suggerendo che sia stato ereditato di un antico antenato, forse 600 milioni di anni fa. "Questo modello di base dei corpi fungiformi è onnipresente in una vasta gamma di specie", ha detto Wolff. "Se volessimo emulare un centro di apprendimento e memoria in una intelligenza artificiale o in un robot, questa è la base di partenza".


Strausfeld e la Wolff hanno esaminato sia la neuroanatomia che la composizione chimica dei corpi fungiformi di numerose specie appartenenti a due principali gruppi di invertebrati: Ecdysozoa, che comprende insetti, crostacei e altri artropodi, come scorpioni e granchi a ferro di cavallo; e Lophotrochozoa, che comprende molluschi, vermi piatti e vermi segmentati.


Con varie tecniche di colorazione chimica, Strausfeld e la Wolff sono riusciti a studiare e confrontare la neuroanatomia di specie diverse in grande dettaglio. Non solo le caratteristiche dei singoli neuroni del corpo fungiforme erano le stesse tra le vare specie, ma anche la loro organizzazione era la stessa tra di loro. I ricercatori hanno scoperto che i fasci paralleli di fibre neuronali nei corpi fungiformi di ogni specie sono disposti in reti simili strutturate e ortogonali, tipiche dei circuiti di apprendimento.


Diverse specie animali hanno centri della memoria e dell'apprendimento straordinariamente similiNonostante il rapporto evolutivo lontano condiviso tra uno scarafaggio americano e un verme della sabbia, i loro centri di memoria hanno la stessa organizzazione. (Foto: Gabriella Wolff, in alto e in basso a sinistra, Chip Hedgecock, in alto a destra, N. Strausfeld, in basso a destra.)In seguito il team ha analizzato l'espressione proteica nei corpi fungiformi. Ha riscontrato che l'abbondanza di tre proteine (DC0, Leo e CaMKII) è conservata nei corpi fungiformi su tutti  questi gruppi di invertebrati.


Precedenti studi comportamentali avevano dimostrato che queste proteine sono necessarie per l'apprendimento e la memoria, e le loro sequenze genetiche sono quasi esattamente uguali a quelle dei moscerini della frutta e dei ratti.


E' sorprendentemente che queste stesse proteine siano anche ritenute cruciali per l'apprendimento e la memoria degli esseri umani, e sono coinvolte nelle malattie neurologiche come l'Alzheimer, la sindrome di Down e la sindrome di Angelman.


Dopo lo studio sul cervello degli invertebrati, Strausfeld e la Wolff indagheranno sui vertebrati come ratti, uccelli, rettili, anfibi e pesci. "Speriamo di scoprire se è presente un modello di base simile di organizzazione nei vertebrati, e se tale modello comprende anche queste proteine altamente abbondanti", ha detto Strausfeld. "Il candidato che potrebbe avere questo modello di base è l'ippocampo, che è cruciale per la memoria di posizione, tra le altre cose. Le persone possono rifiutare l'idea che il loro cervello condivida comunanze con quello degli artropodi e di altri invertebrati. Il fatto è che i principi organizzativi sono gli stessi. Questo dovrebbe essere di grande interesse per i ricercatori biomedici".


Secondo Strausfeld, la conferma di questo modello di base condiviso nell'ippocampo dei vertebrati potrebbe suggerire che esso ha avuto origine da un antico antenato comune vissuto probabilmente circa 600 milioni di anni fa, appena prima dell'esplosione del Cambriano, un periodo relativamente breve quando sono emersi i tipi più importanti di animali.


Ciò significa che è possibile che le strutture del cervello responsabili dell'apprendimento e della memoria in quasi tutti gli animali che li possiedono (compresi gli esseri umani, ma con la possibile eccezione dei molluschi) possono avere origine da un antenato e da allora si sono evoluti in una complessità divergente.


La prossima volta che vuoi schiacciare una mosca, magari potresti pensarci due volte. "La corrispondenza tra gruppi diversi di animali è straordinaria", ha detto Strausfeld. "E' quasi troppo bello per essere vero".

 

 

 

 

 


Fonte:  Raymond Sanchez in University of Arizona  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Gabriella H. Wolff, Nicholas J. Strausfeld. Genealogical Correspondence of Mushroom Bodies across Invertebrate Phyla. Current Biology, 2014; DOI: 10.1016/j.cub.2014.10.049

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.