Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovata sovrapposizione genetica tra fattori di rischio cardiovascolare e di Alzheimer

Un team internazionale di scienziati, guidati da ricercatori della University of California di San Diego, hanno trovato una sovrapposizione genetica tra l'Alzheimer (AD) e due importanti fattori di rischio di malattie cardiovascolari: elevati livelli di «proteina C-reattiva infiammatoria» (CRP) e lipidi plasmatici o grassi.


I risultati, basati su studi di associazione dell'intero genoma che coinvolgono centinaia di migliaia di persone, suggeriscono che i due fenotipi cardiovascolari hanno un ruolo nel rischio di AD, e forse mostrano una nuova strada per ritardare la progressione della malattia. I risultati sono pubblicati nel numero corrente on-line di Circulation.


"Da molti anni sappiamo che livelli alti di colesterolo e di infiammazione sono associati ad un maggiore rischio di Alzheimer", ha detto il co-autore Paul M. Ridker MD/MPH, Professore di Medicina alla Harvard Medical School e direttore del Center for Cardiovascular Disease Prevention del Brigham and Women 's Hospital. "Il lavoro attuale rileva che segnali genetici specifici spiegano una parte di questi rapporti. Ora abbiamo bisogno di caratterizzare la funzione di questi segnali genetici e vedere se possono aiutarci a progettare test migliori per valutare l'inibizione dell'infiammazione come un possibile metodo per il trattamento dell'Alzheimer".


I ricercatori hanno usato le statistiche riassuntive da studi di associazione dell'intero genoma di oltre 200.000 persone, cercando una sovrapposizione nei «polimorfismi a singolo nucleotide» (SNP) associati all'AD diagnosticata clinicamente e le CRP e le tre componenti del colesterolo totale: lipoproteine ​​ad alta densità (HDL), lipoproteine a bassa densità (LDL) e trigliceridi (TG). Gli SNP sono frammenti di sequenze di DNA che di solito variano tra gli individui all'interno di una popolazione.


Essi hanno scoperto un arricchimento fino a 50 volte superiore di SNP di AD per diversi livelli di associazione con CRP, LDL, HDL e TG, che hanno poi portato all'individuazione di 55 loci (posizioni specifiche in un gene, sequenza di DNA o dei cromosomi) legati a un aumento del rischio di AD.


I ricercatori hanno condotto una successiva meta-analisi di queste 55 varianti su 4 coorti [=gruppi] indipendenti di studio di AD, che comprendono quasi 145.000 persone con pazienti di AD e controlli sani, rivelando due varianti significative del genoma sui cromosomi 4 e 10. I due geni identificati (HS3ST1 e ECHDC3) non erano stati precedentemente associati con il rischio di AD.


"Le nostre scoperte indicano che un sottogruppo di geni coinvolti con elevati livelli di lipidi plasmatici e di infiammazione può aumentare anche il rischio di sviluppare AD. Livelli elevati di lipidi plasmatici e di infiammazione possono essere modificati con il trattamento, il che significa che potrebbe essere possibile individuare e puntare terapeuticamente i singoli individui con un rischio più alto di sviluppare malattie cardiovascolari, che sono anche a rischio di sviluppare l'Alzheimer", ha detto Rahul S. Desikan MD/PhD, ricercatore e residente di radiologia alla UC San Diego School of Medicine e primo autore dello studio.


In questo caso, la ricerca potrebbe avere ramificazioni significative. L'AD ad esordio tardivo è la forma più comune di demenza, che colpisce circa 30 milioni di persone in tutto il mondo, un numero che si prevede potrà quadruplicare nei prossimi 40 anni. I costi sociali, da quelli medici alla perdita di produttività, sono impressionanti: il «2010 World Alzheimer Report» ha stimato i costi totali annui in 566 miliardi di Euro.


"Attualmente, non ci sono terapie modificanti la malattia e molta attenzione si è focalizzata sulla prevenzione e la diagnosi precoce", ha dichiarato Ole Andreassen A. MD/PhD, co-autore senior e professore di psichiatria biologica all'Università di Oslo in Norvegia. "Ritardare l'esordio della demenza anche di solo due anni potrebbe potenzialmente ridurre la prevalenza di AD a livello mondiale di oltre 22 milioni di casi nei prossimi quattro decenni, con conseguente significativo risparmio della società".


L'autore senior Anders M. Dale PhD, professore di neuroscienze e radiologia e direttore del Center for Translational Imaging and Precision Medicine alla UC San Diego, ha detto che saranno necessarie ulteriori ricerche: "Sarà necessario uno sforzo attento e considerevole per caratterizzare ulteriormente i nuovi geni candidati, rilevati in questo studio, e per individuare le varianti funzionali responsabili dell'associazione di questi loci con il rischio di Alzheimer. Sarà anche importante capire se questi geni, in combinazione con altri marcatori conosciuti (come la scansione cerebrale, le misurazioni del liquido cerebrospinale e lo stato dell'APOE E4) sono in grado di migliorare la predizione del rischio di malattia nell'AD".

 

 

 

 

 


Fonte: Scott LaFee in University of California, San Diego (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  R. S. Desikan, A. J. Schork, Y. Wang, W. K. Thompson, A. Dehghan, P. M. Ridker, D. I. Chasman, L. K. McEvoy, D. Holland, C.-H. Chen, D. S. Karow, J. B. Brewer, C. P. Hess, J. Williams, R. Sims, M. C. O'Donovan, S. H. Choi, J. C. Bis, M. A. Ikram, V. Gudnason, A. L. DeStefano, S. J. van der Lee, B. M. Psaty, C. M. van Duijn, L. Launer, S. Seshadri, M. A. Pericak-Vance, R. Mayeux, J. L. Haines, L. A. Farrer, J. Hardy, I. D. Ulstein, D. Aarsland, T. Fladby, L. R. White, S. B. Sando, A. Rongve, A. Witoelar, S. Djurovic, B. T. Hyman, J. Snaedal, S. Steinberg, H. Stefansson, K. Stefansson, G. D. Schellenberg, O. A. Andreassen, A. M. Dale. Polygenic Overlap Between C-Reactive Protein, Plasma Lipids and Alzheimer's Disease. Circulation, 2015; DOI: 10.1161/CIRCULATIONAHA.115.015489

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)