Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Perchè il 95% degli ultracentenari sono donne?

Un numero speciale di Cell Stem Cell pubblicato ieri, 4 giugno 2015, comprende una serie di recensioni e prospettive sulla biologia dell'invecchiamento. Di seguito quelle principali.

 

Studio 1. Il segreto per una vita più lunga? Essere femmina.

I supercentenari umani condividono almeno una cosa in comune: oltre il 95 per cento sono donne. Gli scienziati che studiano l'invecchiamento stanno osservando da lungo tempo le differenze tra i sessi, ma non c'è alcuna spiegazione chiara del motivo per cui le donne vivono più a lungo.


In una discussione di ciò che sappiamo circa il comportamento delle cellule staminali e il sesso, i ricercatori della Stanford University Ben Dulken e Anne Brunet sostengono che è il momento di guardare le differenze del declino rigenerativo tra uomini e donne. Questa linea di ricerca potrebbe offrire nuove spiegazioni sul modo in cui gli ormoni sessuali estrogeno e testosterone, o altri fattori, modificano la durata della vita.


Sappiamo che gli estrogeni hanno effetti diretti sulle popolazioni di cellule staminali nei topi di sesso femminile: dall'aumento del numero di cellule staminali del sangue (che è molto utile durante la gravidanza), al potenziamento della capacità rigenerativa delle cellule staminali del cervello, all'altezza dell'estro. Sono tuttora sconosciuti i cambiamenti che hanno un impatto diretto sulla durata della vita.


Recenti studi hanno già trovato che gli integratori di estrogeni aumentano la durata di vita dei topi maschi, e che gli eunuchi umani vivono circa 14 anni in più rispetto ai maschi non castrati.


È necessario più lavoro anche per capire come la genetica impatta l'invecchiamento delle cellule staminali tra i sessi. Gli scienziati hanno visto che, abbattendo diversi geni nei topi, possono aggiungere benefici di longevità ad un sesso, ma non all'altro, e che i maschi in studi sui gemelli hanno telomeri più corti (un segno di vita cellulare più breve) rispetto alle femmine.


"E' probabile che il sesso abbia un ruolo nel definire sia la durata della vita sia la durata della salute, e gli effetti del sesso non possono essere identici per queste due variabili", scrivono gli autori. "Mentre continua la ricerca di nuovi modi per migliorare il processo di invecchiamento e mantenere la capacità rigenerativa delle cellule staminali, non dobbiamo dimenticare uno dei modificatori più efficaci dell'invecchiamento: il sesso".

 

Studio 2. Modellare l'invecchiamento in una piastra

Uno dei problemi della modellazione di malattie genetiche in una piastra di Petri, con le cellule staminali, è che queste cellule non hanno la stessa età dei pazienti che soffrono della malattia studiata. Si potrebbero prendere cellule della pelle di un paziente di 65 anni con la SLA, riprogrammarle in cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC), e quindi differenziare le iPSC in neuroni, ma quei neuroni avranno solo poche settimane di vita.


Tali cellule staminali riprogrammate hanno dimostrato di avere un metabolismo ringiovanito, una diminuzione del danno al DNA e telomeri più lunghi rispetto alle cellule mature originali. Se questo è il caso, allora quello che c'è nella piastra può non essere una rappresentazione accurata di ciò che sta accadendo nel paziente.


Gli scienziati Lorenz Studer, Elsa Vera, e Daniela Cornacchia del Memorial Sloan Kettering Cancer Center hanno rivisto le strategie che fanno avanzare l'orologio delle cellule staminali per modellare condizioni ad esordio tardivo. Ad esempio, gruppi di ricerca hanno usato piccoli vagli molecolari che accelerano il differenziamento di cellule staminali embrionali umane; tuttavia, questi metodi non spingono la maturazione delle cellule. Per le iPSC, un metodo utilizzato dai laboratori è quello di stressare le cellule esponendole a tossine. Un'altra strategia è esprimere geni noti per causare malattie di invecchiamento precoce.


"La capacità di dirigere sia il destino, sia l'età della cellula in lignaggi derivati da iPSC permetterà di modellare malattie umane con una precisione senza precedenti", scrivono gli autori. "Tali studi potrebbero produrre fenotipi di malattia più rilevanti e definire nuove classi di composti terapeutici che mirano comportamenti delle cellule legati all'età. La capacità di programmare e riprogrammare l'età cellulare su richiesta rappresenterà un importante passo avanti sulla strada per decodificare il mistero dell'invecchiamento".

 

Studio 3. Selezionare per l'immortalità: una teoria che spiega perché le cellule germinali non sembrano invecchiare

Una differenza nel metabolismo tra le cellule che compongono il nostro corpo rispetto alle cellule che usiamo per la riproduzione (le cellule germinali, cioè, quelle che diventano spermatozoi e uova) potrebbe contribuire a spiegare il motivo per cui le prime sono soggette a invecchiamento e queste ultime sono apparentemente «immortali».


Le cellule staminali producono energia scomponendo lo zucchero, processo di gran lunga meno efficiente e che porta a più mutazioni rispetto all'ottenere energia dalla respirazione mitocondriale, quello che fanno le cellule germinali.


Nel suo articolo-opinione sulla manutenzione e l'invecchiamento delle cellule staminali, Hans-Willem Snoeck della Columbia University propugna il caso che, da un punto di vista evolutivo, le cellule staminali non hanno bisogno di durare per sempre; hanno solo bisogno di avere un organismo di età riproduttiva.


Esse accumulano danni al DNA nel tempo e si auto-riparano, ma continuano a funzionare ad una capacità sempre più ridotta. Le cellule germinali, dall'altra parte, sono selezionate fortemente, così che solo la più adatta sarà usata per la riproduzione.


Snoeck sostiene che alla base della differenza tra manutenzione nelle cellule staminali e la selezione di cellule germinali possono esserci modi molto diversi di generare energia. Il modo in cui le cellule usano le sostanze nutritive è stato collegato in precedenza alla longevità; è ampiamente riferito che la restrizione calorica nei mammiferi, nei vermi e in altri animali può aumentare la durata della vita.

 

 

 


Fonte: Cell Press via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ben Dulken, Anne Brunet. Stem Cell Aging and Sex: Are We Missing Something? Cell Stem Cell, 2015; 16 (6): 588 DOI: 10.1016/j.stem.2015.05.006

  1. Dulken e Brunet. Stem Cell Aging and Sex: Are We Missing Something? Cell Stem Cell, DOI: 10.1016/j.stem.2015.05.006
  2. Studer et al. Programming and Reprogramming Cellular Age in the Era of Induced Pluripotency. Cell Stem Cell, DOI: 10.1016/j.stem.2015.05.004
  3. Snoeck. Can Metabolic Mechanisms of Stem Cell Maintenance Explain Aging and the Immortal Germline?. Cell Stem Cell,  DOI: 10.1016/j.stem.2015.04.021

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)