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Integratori Omega-3 e antiossidanti possono aiutare nell'Alzheimer preclinico

Ecco un'ulteriore prova che gli integratori di olio di pesce e antiossidanti potrebbero essere utili almeno per alcune persone che hanno davanti l'Alzheimer: un nuovo rapporto pubblicato nel numero di luglio 2015 di The FASEB Journal descrive i risultati di uno studio molto piccolo in cui i partecipanti con lieve compromissione clinica (come quella delle primissime fasi della malattia) hanno visto l'eliminazione della proteina amiloide-beta e ha ridotto l'infiammazione nei tessuti neurologici.


Sebbene i risultati abbiano riguardato solo 12 pazienti per 4/17 mesi, i risultati suggeriscono l'opportunità di ulteriori studi clinici su questo integratore relativamente poco costoso e abbondante.


"La prevenzione della progressione della lieve compromissione cognitiva è una delle migliori speranze", ha detto Milan Fiala MD, professore di ricerca del Dipartimento di Chirurgia dell'Università della California di Los Angeles. "Oltre agli esercizi fisici e mentali consigliati da esperti, questo studio suggerisce che l'alimentazione è altrettanto importante".


Per realizzare la loro scoperta, Fiala e colleghi hanno esaminato gli effetti dell'integrazione per 4-17 mesi con acidi grassi omega-3 e antiossidanti in 12 pazienti con decadimento cognitivo lieve, 2 pazienti con decadimento cognitivo pre-mite, e 7 pazienti con Alzheimer.


Hanno misurato la fagocitosi dell'amiloide-beta 1-42 mediante citometria di flusso e microscopia, la trascrizione dei geni infiammatori mediante RT-PCR, la produzione di resolvin D1 da immunoenzimatico, e lo stato cognitivo con MMSE. Nei pazienti con lieve compromissione clinica e compromissione clinica pre-lieve, la fagocitosi dell'amiloide-beta da monociti è aumentata da 530 a 1306 unità di intensità di fluorescenza medie.


L'incremento dei pazienti con Alzheimer non è stato significativo.


Il mediatore lipidico resolvin D1, che stimola la fagocitosi dell'amiloide-beta in vitro, è aumentato nei macrofagi per l'80 per cento dei pazienti con compromissione clinica lieve e pre-lieve. La trascrizione dell'mRNA dei geni infiammatori è aumentata in un sottogruppo di pazienti con una bassa trascrizione al basale, mentre non è risultata significativamente modificata nei pazienti con alta trascrizione al basale.


"Sappiamo da molto tempo che gli acidi grassi omega-3 e alcuni antiossidanti possono essere utili per le persone con una vasta gamma di problemi di salute, così come per proteggere le persone sane", ha detto Gerald Weissmann MD, capo-redattore di The FASEB Journal. "Ora sappiamo che gli effetti di questi integratori possono estendersi anche all'Alzheimer. Anche se questi integratori sono considerati generalmente sicuri e molto facili da ottenere, sono necessari studi clinici su larga scala per verificare i risultati di questa ricerca ed individuare chi potrebbe trarre i maggiori benefici".

 

 

 


Fonte: Federation of American Societies for Experimental Biology via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: M. Fiala, R. C. Halder, B. Sagong, O. Ross, J. Sayre, V. Porter, D. E. Bredesen.  ω-3 Supplementation increases amyloid-phagocytosis and resolvin D1 in patients with minor cognitive impairment. The FASEB Journal, 2015; DOI: 10.1096/fj.14-264218

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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