Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Pazienti e caregiver di demenza preferirebbero migliore cura e supporto, invece di più ricerca

L'anno scorso sono stati spesi più di $ 100 milioni di fondi federali per la ricerca di una cura per l'Alzheimer.


Tuttavia, se viene data loro la possibilità di scegliere, la maggior parte delle persone con demenza, e chi si occupa di loro, vorrebbero vedere i soldi andare altrove, secondo un recente studio condotto dalla ricercatrice Davina Porock dell'Università di Buffalo.


Lo studio ha chiesto a persone con demenza e ai loro caregiver come dovrebbero essere spesi i finanziamenti del National Alzheimer's Project Act (NAPA), un piano federale per superare la malattia.


La rivelazione è che la maggioranza degli intervistati ha classificato il supporto al caregiving e le risorse per l'assistenza a lungo termine prima della ricerca di una cura. I risultati sono in contrasto con quanto spende attualmente il NAPA per sostenere le persone con Alzheimer, che ha dedicato soltanto $ 10 milioni di dollari ai servizi di assistenza e di informazione, secondo il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani.


Davina Porock PhD, professore alla Facoltà di Infermieristica dell'UB, dice:

"Con più di 5 milioni di persone negli Stati Uniti che hanno una demenza, ogni persona riceve meno di $ 2 per il supporto all'assistenza. Certo, alla maggior parte delle persone nelle nostre indagini piacerebbe che ci sia una cura, ma nel frattempo tutti hanno questa malattia e hanno bisogno di aiuto".

"Abbiamo 10 volte più soldi che vanno verso la ricerca, invece di sostenere le persone che vivono con una demenza. La ricerca è ancora in alto nell'agenda, ma essi pensano che il sostegno è più importante".


Lo studio sarà pubblicato nel Journal of Nursing Gerontological. Il sondaggio nazionale ha registrato quasi 700 risposte, attingendo tra i partecipanti provenienti da più di 25 gruppi di attivisti di Alzheimer e di sostegno ai pazienti. Ai partecipanti è stato chiesto di classificare le priorità di finanziamento basato su 11 temi che comprendevano l'assistenza, la qualità di vita, l'advocacy (difesa, attivismo) e la sensibilizzazione.


Dalle risposte, le prime cinque priorità erano:

  1. Risorse finanziarie per sollievo nell'assistenza e supporto al caregiving di breve termine; cura che in genere dura meno di una settimana e viene usata per alleviare la famiglia e il caregiving quotidiano;
  2. Risorse finanziarie per il sostegno all'assistenza a lungo termine e all'invecchiamento in atto, che prevede l'assistenza con le spese della casa di cura e di vita assistita;
  3. Ricerca di una cura e farmaci;
  4. Istruzione e formazione per le famiglie, gli operatori professionali e i volontari;
  5. Advocacy e consapevolezza per ridurre lo stigma della demenza.


Gli intervistati preferiscono inoltre che non tutti i fondi per la ricerca siano destinati a trovare una cura. Altre aree focalizzate includono le questioni della forza lavoro, l'istruzione e la formazione, l'impatto sulla qualità della vita e della famiglia, e le terapie/trattamenti alternativi.


In molte delle risposte gli approcci di assistenza centrati sulla persona sono stati un tema chiaro. La maggior parte dei partecipanti desiderava che fosse la persona e la famiglia che convivono con la demenza (e non la malattia) ad essere al centro della cura, della politica e della ricerca.


La demenza è una condizione irreversibile che deteriora lentamente la memoria e le capacità cognitive, e, infine, la capacità di svolgere le attività quotidiane. Le persone con demenza spesso hanno bisogno di assistenza per mangiare, lavarsi e vestirsi, e a volte hanno difficoltà a comunicare. L'Alzheimer costituisce quasi la metà di tutti i casi di demenza, e i sintomi di solito compaiono dopo i 65 anni.


"Prendersi cura di una persona con demenza è un lavoro faticoso", spiega la Porock. "I famigliari, per quanto si amino l'un l'altro, possono trovare queste attività fisicamente ed emotivamente difficili da eseguire. E quando il caregiver è un coniuge che è vicino di età, non è raro che muoia prima".


Un altro problema comune consiste nel dover sospendere la carriera da parte del caregiver, mentre si prende cura di un familiare malato, con la successiva difficoltà a tornare sul mercato del lavoro, dice la Porock. Un aumento dei fondi per le famiglie che convivono con una demenza potrebbe migliorare la loro capacità di permettersi il sostegno infermieristico a domicilio o in una casa di vita assistita.


"La demenza è un problema grande, e crescente, nel mondo, perché sempre più persone vivono più a lungo. E una delle conseguenze del non morire di malattie cardiache, di cancro o di deterioramento di altri organi, è che viviamo abbastanza a lungo perché il cervello si logori", dice la Porock.


Lei spera che i risultati portino i responsabili politici e il consiglio consultivo del NAPA a riconsiderare le priorità di finanziamento per rispondere meglio alle esigenze di coloro che vivono con demenza e coloro che si occupano di loro.

 

*******
Ulteriori ricercatori dello studio includono Louanne Bakk PhD, professore assistente alla School of Social Work dell'UB e direttore del Institute on Innovative Aging Policy and Practice; Suzanne Sullivan, dottorando della Scuola di Infermieristica; Karen Love, fondatrice del Consumer Consortium on Assisted Living (CCAL); Jackie Pinkowitz, presidente del consiglio di amministrazione del CCAL; e Sonya Barsness della Sonya Barsness Consulting.

 

 

 


Fonte: Marcene Robinson in University at Buffalo (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Davina Porock. National Priorities for Dementia Care: Perspectives of Persons Living with Dementia and their Care Partners. Journal of Gerontological Nursing, August 2015


Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)