Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trattamento con cellule staminali riduce deterioramento causato da demenza con corpi di Lewy

Trattamento con cellule staminali riduce deterioramento causato da demenza con corpi di LewyCellule staminali neurali (verdi) migrano in un sito danneggiato del cervello di topo con DLB e cominciano a differenziarsi in astrociti (rosso), con conseguente miglioramento del funzionamento motorio e cognitivo. (Fonte: Laboratorio Blurton-Jones)Le cellule staminali neurali trapiantate in siti cerebrali danneggiati di topi, hanno migliorato notevolmente il deterioramento sia motorio che cognitivo associati alla demenza con corpi di Lewy, secondo i neurobiologi Sue & Bill Gross dello Stem Cell Research Center dell'Università di California di Irvine e dell'Institute for Memory Impairments and Neurological Disorders.


La demenza con corpi di Lewy (DLB) è il secondo tipo per diffusione di demenza legata all'età, dopo l'Alzheimer, ed è caratterizzata dall'accumulo della proteina alfa-sinucleina, che si raccoglie in masse sferiche chiamate 'Corpi di Lewy', che si accumulano anche in disturbi correlati, compreso il Parkinson.


Questa patologia, a sua volta, compromette la normale funzione dei neuroni, causando alterazioni nella chimica cruciale del cervello e nella comunicazione neuronale e, infine, provocando la morte delle cellule.


I ricercatori, guidati dal professore associato di neurobiologia e comportamento Mathew Blurton-Jones e dal dottorando Natalie Goldberg dell'UCI, sperano che un giorno il trapianto delle cellule staminali neurali in pazienti umani possa aiutare a superare i deterioramenti motori e cognitivi della DLB. I risultati dello studio sono apparsi on-line su Stem Cell Reports.


Per testare la loro idea, i ricercatori hanno trapiantato cellule staminali neurali di topo in animali modificati geneticamente, che possedevano molte delle caratteristiche chiave della DLB. Un mese dopo, i topi sono stati ri-testati in vari compiti comportamentali e sono apparsi guadagni significativi nelle funzioni sia motorie che cognitive. Ad esempio, questi topi riuscivano a girare molto più a lungo in un rullo rotante e a riconoscere molto meglio nuovi oggetti, rispetto ai topi DLB non trattati.


Per capire come il trapianto delle cellule staminali ha alleviato le menomazioni, la Goldberg e i suoi colleghi hanno esaminato gli effetti delle cellule staminali sulla patologia cerebrale e sui circuiti che collegano i neuroni. Essi hanno scoperto che i miglioramenti funzionali hanno richiesto la produzione del fattore di crescita specifico BDNF (Brain-Derived Neurotrophic Factor) da parte delle cellule staminali neurali.


Il team ha esaminato due delle strutture chiave del cervello che cessano di funzionare nella DLB (i neuroni che producono dopamina e glutammato), per determinare come il BDNF riesce a guidare il recupero. "I nostri esperimenti hanno rivelato che le cellule staminali neurali possono migliorare la funzione dei neuroni che producono sia dopamina che glutammato, inducendo le cellule cerebrali a connettersi e a comunicare in modo più appropriato. Questo, a sua volta, facilita il recupero delle funzioni motorie e cognitive", ha detto la Goldberg.


Per confermare ulteriormente l'importanza del BDNF in questi effetti, i ricercatori hanno modificato le cellule staminali in modo che non potessero più produrre il fattore di crescita. Quando queste cellule modificate sono state trapiantate, non sono riuscite a migliorare la funzione comportamentale e non hanno più enfatizzato la segnalazione della dopamina e del glutammato.


Per testare anche la possibilità che il BDNF da solo possa essere un trattamento efficace, la Goldberg ha usato un virus per portare il fattore di crescita nel cervello dei topi con DLB. Lei ha scoperto che questo trattamento comporta un buon recupero delle capacità motorie nei roditori di test, ma un recupero solo limitato delle funzioni cognitive.


Questo, secondo la Goldberg, suggerisce che, anche se il BDNF è fondamentale per indurre il recupero motorio e cognitivo mediato dalle cellule, non può raggiungere questo risultato da solo. Queste scoperte implicano che il trapianto di cellule staminali neurali che producono BDNF potrebbe un giorno diventare un nuovo approccio per il trattamento della DLB, e Blurton-Jones e la Goldberg sono cautamente ottimisti.


"Restano molte domande importanti prima che possiamo immaginare di procedere con gli studi umani iniziali", ha detto Blurton-Jones. "Per esempio, dobbiamo prima identificare e testare le cellule staminali neurali umane". Tuttavia, se questo approccio reggerà, le cellule staminali neurali che producono BDNF potrebbero anche essere utili per diverse altre malattie: "BDNF, dopamina e glutammato sono implicati anche in altre malattie neurodegenerative, compresa la corea di Huntington e l'Alzheimer", ha osservato la Goldberg.

 

*****
Jacqueline Caesar, Ashley Park, Shawn Sedgh, Gilana Finogenov e Joy Davis della UCI, nonché Eliezer Masliah della UC San Diego hanno contribuito allo studio, che ha ricevuto il sostegno della National Science Foundation.

 

 

 


Fonte: University of California - Irvine (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Natalie R.S. Goldberg, Jacqueline Caesar, Ashley Park, Shawn Sedgh, Gilana Finogenov, Eliezer Masliah, Joy Davis, Mathew Blurton-Jones. Neural Stem Cells Rescue Cognitive and Motor Dysfunction in a Transgenic Model of Dementia with Lewy Bodies through a BDNF-Dependent Mechanism. Stem Cell Reports, October 2015 DOI: 10.1016/j.stemcr.2015.09.008

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.