Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Lo stress negli anziani prepara alla condizione di pre-Alzheimer

Lo stress negli anziani prepara alla condizione di pre-AlzheimerImmagine: Thomas Fisher Rare Book Library/FlickrSentirsi stressati aumenta la probabilità per gli anziani di sviluppare il deficit cognitivo lieve, che spesso prelude all'Alzheimer pieno.


In un nuovo studio, gli scienziati dell'Albert Einstein College of Medicine e del Montefiore Health System hanno scoperto che i partecipanti molto stressati hanno avuto il doppio delle probabilità di deteriorarsi rispetto a quelli che non lo erano.


Poiché lo stress è curabile, i risultati suggeriscono che rilevare e trattare lo stress negli anziani potrebbe aiutare a ritardare o addirittura a prevenire l'insorgenza dell'Alzheimer.


I risultati sono stati pubblicati ieri online su Alzheimer Disease & Associated Disorders.


Ogni anno, circa 470.000 americani ricevono la diagnosi di demenza di Alzheimer. Molti di loro sperimentano prima il lieve deficit cognitivo (MCI), una condizione di pre-demenza che aumenta significativamente il rischio di sviluppare il morbo mesi o anni dopo.


Questo studio ha esaminato il legame tra stress cronico e 'lieve deterioramento cognitivo amnestico' (aMCI), il tipo più comune di MCI, che è caratterizzato principalmente dalla perdita di memoria.


"Il nostro studio fornisce una prova evidente che lo stress percepito aumenta la probabilità che una persona anziana possa sviluppare aMCI", ha detto Richard Lipton MD, autore senior dello studio, vice presidente di neurologia all'Einstein e al Montefiore, professore del Dipartimento di Neurologia e Cattedra di Neurologia all'Einstein. "Fortunatamente, lo stress percepito è un fattore di rischio modificabile del deterioramento cognitivo, rendendolo un potenziale bersaglio per il trattamento".


"Lo stress percepito riflette i problemi quotidiani che sperimentiamo tutti, così come il modo in cui valutiamo e facciamo fronte a questi eventi", ha detto la prima autrice, Mindy Katz MPH, associata senior nel Dipartimento di Neurologia dell'Einstein. "Lo stress percepito può essere alterato dalla riduzione dello stress basato sulla consapevolezza, dalle terapie cognitivo-comportamentali e dai farmaci di riduzione dello stress. Questi interventi possono rinviare o addirittura prevenire il declino cognitivo di un individuo".


I ricercatori hanno studiato i dati raccolti da 507 persone iscritte all'Einstein Aging Study (EAS), una coorte basata sulla comunità di anziani. Dal 1993, l'EAS ha sistematicamente reclutato over-70 che vivono nel Bronx, a NY. I partecipanti sono sottoposti a valutazioni annuali che includono valutazioni cliniche, una batteria di test neuropsicologici, misure psicosociali, la storia medica, valutazioni di attività quotidiana e relazioni sulla memoria e su altri disturbi cognitivi (fatte dai partecipanti e quelli vicino a loro).


A partire dal 2005, l'EAS ha iniziato la valutazione dello stress usando la Scala di Stress Percepito (PSS). Questa misura dello stress psicologico su 14 voci è stata progettata per essere sensibile allo stress cronico percepito (a causa di circostanze correnti della vita, possibili eventi futuri e altre cause), rispetto al mese precedente. I punteggi PSS vanno da 0 a 56, e quelli più alti indicano maggiore stress percepito.


La diagnosi di aMCI è basata su criteri clinici standardizzati, tra cui i risultati dei test di richiamo e le relazioni sulla dimenticanza fatte dai partecipanti o da altri. Tutti i 507 iscritti erano senza aMCI o demenza alla loro valutazione iniziale e successivamente si sono sottoposti ad almeno una valutazione annuale. Sono stati seguiti per una media di 3,6 anni.


Durante lo studio sono stati diagnosticati 71 casi di aMCI sui 507 partecipanti. Maggiore era il livello di stress dei partecipanti, maggiore era il rischio di sviluppare aMCI: per ogni aumento di 5 punti dei loro punteggi PSS, il rischio di sviluppare aMCI aumentava del 30 per cento.


Risultati simili sono stati ottenuti quando i partecipanti sono stati divisi in 5 gruppi (quintili) in base ai loro punteggi PSS. I partecipanti del quintile più alto di stress (stress elevato) hanno avuto quasi 2,5 volte in più di probabilità di sviluppare aMCI delle persone dei restanti quattro quintili combinati (stress basso). Quando hanno confrontato i due gruppi, i ricercatori hanno scoperto che i partecipanti al gruppo di alto stress erano più propensi a essere di sesso femminile, con meno istruzione e con livelli più elevati di depressione.


Per confermare che lo stress aumentava in modo indipendente il rischio di aMCI in questo studio, i ricercatori hanno valutato se la depressione, che aumenta il rischio di stress e di deterioramento cognitivo e Alzheimer, poteva aver influenzato i risultati. Essi hanno scoperto che la depressione non ha influenzato in modo significativo la relazione osservata tra lo stress e l'insorgenza di aMCI.


Allo stesso modo, l'impatto dello stress sullo stato cognitivo non era influenzato dalla presenza dell'allele e4 del gene APOE nei partecipanti; questo gene aumenta il rischio di sviluppare Alzheimer ad insorgenza tardiva.

 

**********
Oltre al dottor Lipton e alla Katz, hanno partecipato Carol Derby PhD, Cuiling Wang PhD, Ali Ezzati MD, Molly Zimmerman PhD e Jessica Zwerling MD dell'Einstein/Montefiore e Martin Sliwinski PhD della Pennsylvania State University. La ricerca è stata finanziata dal National Institutes of Health, dal National Center for Advancing Translational Sciences, dalla Leonard and Sylvia Marx Foundation e dalla Czap Foundation. Gli autori non riferiscono conflitti di interesse.

 

 

 


Fonte: Albert Einstein College of Medicine (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Mindy J. Katz, Carol A. Derby, Cuiling Wang, Martin J. Sliwinski, Ali Ezzati, Molly E. Zimmerman, Jessica L. Zwerling e Richard B. Lipton. Influence of Perceived Stress on Incident Amnestic Mild Cognitive Impairment: Results From the Einstein Aging Study. Alzheimer Disease & Associated Disorders, 10 Dec 2015. doi: 10.1097/WAD.0000000000000125

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)