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Già a 40 anni sono visibili i danni alle arterie cerebrali che favoriscono l'Alzheimer


Uno studio ampio e multicentrico, condotto dalla University of California di Davis, ha dimostrato per la prima volta che già a partire dai 40 anni certe persone hanno un irrigidimento delle arterie che è associato ai danni strutturali sottili al cervello implicati nel declino cognitivo e nell'Alzheimer più avanti nella vita.


Lo studio, che è una collaborazione tra UC Davis, Framingham Heart Study e Boston University, tra gli altri, ha rilevato in giovani adulti sani che una maggiore 'rigidità' aortica è associata ad un volume ridotto della materia bianca e a una integrità minore della materia grigia, e in età molto più precoce di quanto si era visto in precedenza.


La ricerca è pubblicata on-line sulla rivista Stroke dell'American Heart Association.


"Questo studio dimostra per la prima volta che l'aumento della rigidità arteriosa è dannoso per il cervello, e che l'aumento della rigidità e delle lesioni cerebrali comincia all'inizio della mezza età, prima di quando di solito pensiamo che le malattie prevalenti come l'aterosclerosi, la coronaropatia o l'ictus, abbiano un impatto", ha detto Pauline Maillard, del Dipartimento di Neurologia e del Centro di Neuroscienze della UC Davis e autrice principale dello studio. "Questi risultati possono indicare un nuovo percorso di trattamento per sostenere la salute del cervello".


Lo studio ha anche rilevato che una elevata rigidità arteriosa è la prima manifestazione di ipertensione sistolica. "Le misure della rigidità arteriosa possono in effetti essere una misura migliore della salute vascolare, che dovrebbe essere individuata, trattata e monitorata per tutta la durata della vita", ha detto la Maillard.


L'ampio studio ha coinvolto circa 1.900 partecipanti diversi del Framingham Heart Study, che si sono sottoposti a risonanza magnetica (MRI) cerebrale, così come a tonometria arteriosa. I test hanno misurato la forza del flusso di sangue arterioso, la velocità dell'onda di polso carotideo femorale (CFPWV), lo standard di riferimento per la misurazione non invasiva della rigidità aortica, e la sua associazione con le sottili lesioni alla materia bianca e grigia del cervello. La ricerca ha scoperto che l'aumento della CFPWV è associato a maggiori lesioni al cervello.


Le ragioni di questo fenomeno sono complesse, e richiedono ulteriori studi, ha detto la Maillard. Tuttavia, con l'età la pressione alta provoca l'irrigidimento delle arterie, aumentando ulteriormente la pressione arteriosa così come l'aumento di depositi di calcio e di collagene, che promuovono l'atrofia, l'infiammazione e l'ulteriore irrigidimento, diminuendo il flusso di sangue agli organi vitali, compreso il cervello, e promuovono l'atrofia cerebrale.


"Le nostre scoperte sottolineano la necessità della prevenzione primaria e secondaria della rigidità e del rimodellamento vascolare come un modo per proteggere la salute del cervello", più precocemente nella vita, ha detto la Maillard.

 

 

 


Fonte: University of California - Davis (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Pauline Maillard, Gary F. Mitchell, Jayandra J. Himali, Alexa Beiser, Connie W. Tsao, Matthew P. Pase, Claudia L. Satizabal, Ramachandran S. Vasan, Sudha Seshadri, Charles DeCarli. Effects of Arterial Stiffness on Brain Integrity in Young Adults From the Framingham Heart Study. Stroke, 2016; 47 (4): 1030 DOI: 10.1161/STROKEAHA.116.012949

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