Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'allenamento al computer aiuta a ritardare la demenza, ma solo prima della diagnosi



I ricercatori dell'Università di Sydney hanno scoperto che l'allenamento cerebrale al computer può migliorare la memoria e l'umore degli anziani con decadimento cognitivo lieve, ma questo allenamento non è più efficace una volta che è fatta una diagnosi di demenza.


Il team, composto da ricercatori del Brain and Mind Centre, ha esaminato più di 20 anni di ricerca e ha dimostrato che la formazione cerebrale potrebbe portare a miglioramenti nella conoscenza globale, nella memoria, nell'apprendimento e nell'attenzione, così come nel funzionamento psicosociale (stato d'animo e qualità auto-percepita della vita) nelle persone con decadimento cognitivo lieve.


Al contrario, quando hanno combinato i dati dei 12 studi di allenamento cerebrale su persone con demenza, i risultati non sono stati positivi. La ricerca è pubblicata da ieri sull'American Journal of Psychiatry.


Il decadimento cognitivo lieve comporta un calo della memoria e di altre abilità di pensiero, nonostante le capacità della vita quotidiana siano in generale intatte, ed è uno dei fattori di rischio più forti per la demenza. Una persona su dieci con decadimento cognitivo lieve sviluppa la demenza entro un anno - e il rischio è nettamente superiore tra quelli con depressione.


Il brain training è un trattamento per migliorare la memoria e la capacità di pensiero praticando esercizi mentalmente impegnativi al computer, progettati per sembrare videogiochi.


Il Dr Amit Lampit dalla Facoltà di Psicologia, che ha diretto lo studio, ha detto che i risultati dimostrano che la formazione cerebrale potrebbe avere un ruolo importante nel contribuire a prevenire la demenza: "La nostra ricerca dimostra che la formazione cerebrale può mantenere o addirittura migliorare le capacità cognitive delle persone anziane con un rischio molto elevato di declino cognitivo, ed è un trattamento economico e sicuro".


Per arrivare a queste conclusioni, il team ha combinato i risultati di 17 studi clinici randomizzati con quasi 700 partecipanti, usando un approccio matematico chiamato «meta-analisi», ampiamente riconosciuto come il più alto livello di evidenza medica. Il team aveva usato prima la meta-analisi, dimostrando che la formazione cerebrale è utile in altre popolazioni, come ad esempio gli anziani sani e quelli con Parkinson.


"Nel loro insieme, queste analisi ad ampio raggio hanno fornito le prove necessarie per perseguire l'implementazione clinica della formazione cerebrale nel settore degli anziani, mentre continua la ricerca volta a migliorare l'efficacia della formazione", ha detto il dottor Lampit.


Michael Valenzuela, professore Associato e capo del Regenerative Neuroscience Group al Brain and Mind Centre, ritiene che la nuova tecnologia sia la chiave per far avanzare il settore: "Le sfide più grandi in questa area sono mantenere a lungo termine i guadagni della formazione e spostare questo trattamento fuori dalla clinica e nelle case delle persone. Questo è esattamente ciò su cui stiamo lavorando in questo momento".

 

 

 


Fonte: University of Sydney via Science Daily (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)