Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il ritmo del respiro influenza direttamente la memoria

Il ritmo del rispiro influenza direttamente la capacità di memorizzare

Scienziati della Northwestern University hanno scoperto che il ritmo della respirazione genera un'attività elettrica nel cervello umano, che enfatizza i giudizi emotivi e il richiamo della memoria.


Questi effetti sul comportamento cambiano in modo cruciale se si inspira o espira e se si respira attraverso il naso o la bocca.


I partecipanti allo studio riuscivano a identificare più rapidamente una faccia impaurita se l'avevano vista quando inspiravano rispetto a quando espiravano. Gli individui avevano anche più probabilità di ricordare un oggetto se l'avevano incontrato mentre inspiravano. L'effetto scompariva se la respirazione avveniva attraverso la bocca.


"Uno dei principali risultati di questo studio è che c'è una differenza drastica nell'attività cerebrale dell'amigdala e dell'ippocampo durante l'inalazione rispetto all'espirazione", ha detto la prima autrice Christina Zelano, assistente professore di neurologia alla Facoltà di Medicina Feinberg della Northwestern University. "Abbiamo scoperto che, quando si inspira, si stimolano i neuroni nella corteccia olfattiva, nell'amigdala e nell'ippocampo, in tutto il sistema limbico".


Lo studio è stato pubblicato il 6 dicembre 2016 sul Journal of Neuroscience e l'autore senior è Jay Gottfried, professore di neurologia alla Feinberg.


Gli scienziati della Northwestern hanno scoperto inizialmente queste differenze nell'attività cerebrale mentre studiavano sette pazienti con epilessia che erano in programma per un intervento chirurgico al cervello. Una settimana prima dell'intervento, un chirurgo ha impiantato elettrodi nel cervello dei pazienti per identificare l'origine delle loro convulsioni. Questo ha permesso di acquisire i dati elettro-fisiologici direttamente dal loro cervello. I segnali elettrici registrati hanno dimostrato che l'attività cerebrale oscilla con la respirazione. L'attività avviene nelle aree del cervello dove sono elaborate le emozioni, la memoria e gli odori.


Questa scoperta ha portato gli scienziati a chiedersi se anche le funzioni cognitive generalmente associate a queste aree del cervello (in particolare l'elaborazione della paura e della memoria) potrebbero essere influenzate dalla respirazione.


L'amigdala è legata con forza all'elaborazione emotiva, in particolare le emozioni collegate alla paura. Così gli scienziati hanno chiesto a circa 60 soggetti di prendere decisioni rapide su espressioni emotive in un ambiente di laboratorio, mentre registravano il loro respiro. Vedendo immagini di volti che mostravano espressioni di timore o sorpresa, i soggetti dovevano indicare, più in fretta che potevano, che emozione era espressa da ogni faccia.


I volti incontrati durante l'inspirazione venivano riconosciuti dai soggetti come impauriti in modo più rapido rispetto a quando venivano visti durante l'espirazione. Questo non era vero per le facce che esprimevano sorpresa. Questi effetti diminuivano quando i soggetti eseguivano la stessa operazione ma respirando attraverso la bocca. Perciò l'effetto è specifico degli stimoli di paura solo durante la respirazione nasale.


In un esperimento volto a valutare le funzione della memoria (legate all'ippocampo) gli stessi soggetti hanno visto immagini di oggetti sullo schermo di un computer e dovevano ricordarli in un momento successivo. I ricercatori hanno trovato che il richiamo era migliore se le immagini erano state viste quando inspiravano.


La Zelano ha detto che i risultati implicano che la respirazione rapida può conferire un vantaggio quando qualcuno è in una situazione pericolosa: "Se ci si trova in uno stato di panico, il nostro ritmo di respirazione diventa più veloce. Come risultato si passerà proporzionalmente più tempo a inspirare, rispetto allo stato di calma. Quindi, la risposta innata del nostro corpo alla paura, respirando più velocemente, potrebbe avere un impatto positivo sulla funzione del cervello e causare tempi più rapidi di risposta agli stimoli pericolosi dell'ambiente".


Un'altra informazione potenziale della ricerca è sui meccanismi di base della meditazione o della respirazione concentrata. "Quando si inala, si sincronizzano in un certo senso le oscillazioni del cervello attraverso la rete limbica", ha osservato la Zelano.

 

 

 


Fonte: Marla Paul in Northwestern University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: C. Zelano, H. Jiang, G. Zhou, N. Arora, S. Schuele, J. Rosenow, J. A. Gottfried. Nasal Respiration Entrains Human Limbic Oscillations and Modulates Cognitive Function. Journal of Neuroscience, 2016; 36 (49): 12448 DOI: 10.1523/JNEUROSCI.2586-16.2016

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)