Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovati due nuovi obiettivi potenziali per una cura dell'Alzheimer

1: «Ubiquitin-Specific Peptidase 9» (USP9)

"Il rischio di sviluppare l'Alzheimer in età avanzata è molto più alto nelle donne che negli uomini, anche dopo l'aggiustamento per l'aspettativa di vita media più lunga delle donne", spiega Enrico Glaab, del Luxembourg Centre for Systems Biomedicine.


Glaab ha preso spunto da questo per iniziare a cercare le differenze molecolari tra i sessi che possono contribuire alle differenze nella frequenza e nelle caratteristiche della malattia. Per farlo, lui e il suo team hanno analizzato migliaia di serie di dati su campioni dal cervello di circa 650 persone decedute di entrambi i sessi, alcune delle quali avevano avuto la malattia.


I ricercatori hanno incontrato un gene che potrebbe essere un fattore determinante delle differenze specifiche di genere nella patologia di Alzheimer. Il gene, chiamato «ubiquitin-specific peptidasi 9» (USP9), influenza l'attività del gene MAPT che codifica la proteina tau associata ai microtubuli. Il MAPT, a sua volta, è già sospettato di essere pesantemente coinvolto nell'insorgenza dell'Alzheimer.


Per studiare l'azione dell'USP9, e il suo rapporto con la tau nell'Alzheimer, Enrico Glaab e i colleghi di altri gruppi di lavoro al LCSB hanno esaminato il gene in colture cellulari ed con esperimenti sul pesce-zebra. Gli scienziati hanno bloccato l'attività dell'USP9 e hanno misurato gli effetti di questa "eliminazione" sull'attività dei geni MAPT nei due sistemi modello di colture cellulari e pesce-zebra.


"Abbiamo dimostrato che l'eliminazione dell'USP9 riduce significativamente l'attività del gene tau in entrambi i modelli", riferisce Glaab. Di conseguenza, l'USP9 potrebbe diventare bersaglio per futuri composti a piccole molecole che modulano la Tau, anche se c'è ancora una lunga strada da percorrere prima che possano essere sviluppati farmaci anti-Alzheimer sulla base di questo principio.


Per ottenere una comprensione più profonda della catena del segnale molecolare che collega USP9 e MAPT, i ricercatori del LCSB hanno sviluppato un modello al computer che combina i dati misurati con le informazioni normative note della letteratura. Hanno scoperto che anche le proteine ​​che sono già state proposte come potenziali bersagli farmacologici sono influenzate dall'USP9. Attraverso l'alterazione parallela di più regolatori tau, l'USP9 potrebbe quindi avere un effetto maggiore come bersaglio farmaceutico rispetto agli obiettivi proposti in precedenza.

 

*************************

2: Proteina CRTC1

Scienziati della Rutgers University hanno scoperto un percorso molecolare nel cervello che può dare risposte ai problemi della memoria a lungo termine degli anziani e aiutare i ricercatori a identificare terapie farmacologiche per prevenire la demenza.


"Il declino della memoria porta molte sofferenze alle persone colpite e alle loro famiglie e comporta costi sociali ed economici impressionanti", ha dichiarato Gleb Shumyatsky, professore associato del Dipartimento di Genetica, e co-autore dello studio con l'ex ricercatore post-dottorato Shusaku Uchida. "Questo lavoro potrebbe dare in futuro agli scienziati le risposte e l'aiuto terapeutico per quelli che invecchiano normalmente o che sono affetti da demenza".


La ricerca pubblicata il 10 gennaio in Cell Reports si concentra sui percorsi di segnalazione dell'ippocampo, l'area del cervello dove avviene l'apprendimento e la memoria. Gli scienziati hanno esaminato come sono trasmesse le informazioni dalle sinapsi (il punto in cui i neuroni si connettono e comunicano tra loro) al nucleo delle cellule neuronali dell'ippocampo.


Sui topi di laboratorio, i ricercatori hanno scoperto che la proteina CRTC1 migliora la memoria controllando l'espressione genica, un processo che permette alla cellula di rispondere ai cambiamenti dell'ambiente all'interno del corpo e agisce sia come interruttore on/off per controllare la produzione di proteine, sia i livelli ai quali vengono rilasciate. "Potenzialmente questo potrebbe aiutare con la memoria nel cervello umano", ha detto Shumyatsky. "Abbiamo scoperto che più a lungo la CRTC1 rimane nel cervello del topo, più forte è la memoria".


[...] La ricerca ha anche scoperto che la proteina CRTC1 attiva il gene FGF1 che controlla le funzioni, la crescita e la sopravvivenza di cellule cerebrali essenziali ed è importante per il mantenimento, la riparazione e la rigenerazione dei tessuti. Anche questa attivazione lega l'intensità dell'apprendimento a una forza migliore della memoria.


Anche se il declino della memoria fa parte del normale processo di invecchiamento, esso si manifesta più seriamente in chi ha malattie neurodegenerative come l'Alzheimer. Questo, in parte, è dovuto ad un guasto delle reti di comunicazione del cervello che sono fondamentali per la funzione cognitiva.


Lo studio della Rutgers è importante per la ricerca che viene fatta nella perdita di memoria legata all'età e nelle malattie neurodegenerative come l'Alzheimer, perché non è stato ancora identificato alcun deficit biologico consistente come bersaglio per il trattamento. Altri scienziati, come Shumyatsky, ritengono che solo capendo i meccanismi molecolari nel cervello si potranno trovare trattamenti più efficaci per l'uomo.


"Il processo di memoria è molto simile tra umani e topi", ha detto Shumyatsky "Il nostro gruppo sta svelando meccanismi molecolari che mantengono e migliorano la memoria, e la nostra ricerca ci dice che ci sono diverse risposte per controllarla e migliorarla".

 

 

 


  • Ricerca 1
    Fonte
    : Université du Luxembourg (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
    Riferimenti: Sandra Köglsberger, Maria Lorena Cordero-Maldonado, Paul Antony, Julia Ilona Forster, Pierre Garcia, Manuel Buttini, Alexander Crawford, Enrico Glaab. Gender-Specific Expression of Ubiquitin-Specific Peptidase 9 Modulates Tau Expression and Phosphorylation: Possible Implications for Tauopathies. Molecular Neurobiology, 2016; DOI: 10.1007/s12035-016-0299-z
  • Ricerca 2
    Fonte: Rutgers University via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari
    Riferimenti
    : Shusaku Uchida, Brett J.W. Teubner, Charles Hevi, Kumiko Hara, Ayumi Kobayashi, Rutu M. Dave, Tatsushi Shintaku, Pattaporn Jaikhan, Hirotaka Yamagata, Takayoshi Suzuki, Yoshifumi Watanabe, Stanislav S. Zakharenko, Gleb P. Shumyatsky. CRTC1 Nuclear Translocation Following Learning Modulates Memory Strength via Exchange of Chromatin Remodeling Complexes on the Fgf1 Gene. Cell Reports, 2017; 18 (2): 352 DOI: 10.1016/j.celrep.2016.12.052

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.