Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Le lesioni in testa alterano centinaia di geni collegati anche all'Alzheimer

Le lesioni in testa alterano centinaia di geni collegati anche all'AlzheimerEsempi di reti geniche dell'ippocampo colpite dal trauma cerebrale. I ricercatori dell'UCLA riferiscono che i geni "regolatori master" (in rosso) influenzano molti altri geni responsabili degli effetti del trauma cerebrale. (Fonte: Qingying Meng/UCLA)

Le lesioni alla testa possono danneggiare centinaia di geni nel cervello in un modo che aumenta il rischio per una vasta gamma di disturbi neurologici e psichiatrici, secondo scienziati della University of California di Los Angeles.


I ricercatori hanno identificato per al prima volta dei «geni master» che secondo loro controllano centinaia di altri geni collegati all'Alzheimer, al Parkinson, al disturbo da stress post-traumatico, all'ictus, al disturbo da deficit di attenzione, all'autismo, alla depressione, alla schizofrenia e ad altri disturbi.


Conoscere quali sono questi «geni master» potrebbe dare agli scienziati gli obiettivi per nuovi farmaci che trattano le patologie del cervello. Alla fine, gli scienziati potrebbero anche essere in grado di capire come ri-modificare i geni danneggiati, per ridurre il rischio di malattie, e la scoperta potrebbe aiutare i ricercatori a identificare composti chimici e cibi che combattono le malattie, riparando quei geni.


"Riteniamo che questi «geni master» siano responsabili dell'innesco da parte delle lesioni cerebrali traumatiche di cambiamenti negativi in molti altri geni", ha detto Xia Yang, co-autrice senior dello studio e professoressa associata di biologia integrativa e di fisiologia all'UCLA. I geni hanno il potenziale di diventare uno dei diversi tipi di proteine, e il trauma cranico può danneggiare i «geni master», provocando danni in altri geni.


Questo processo può avvenire in alcuni modi, ha detto la Yang, che fa anche parte dell'Institute for Quantitative and Computational Biosciences dell'UCLA. Uno è che la lesione può alla fine portare i geni a produrre proteine con forme irregolari. Un altro è il cambio del numero di copie di un gene espresso in ogni cellula. In entrambi i casi il cambiamento può impedire a un gene di funzionare correttamente. Se un gene si trasforma nella forma sbagliata di proteine, potrebbe, per esempio, portare all'Alzheimer.


"Sappiamo molto poco su come le persone con traumi cerebrali - tipo giocatori di football e soldati - sviluppano disturbi neurologici più avanti nella vita", ha detto Fernando Gomez-Pinilla, professore di neurochirurgia e di biologia integrativa e fisiologia dell'UCLA, e co-autore senior del nuovo studio. "Speriamo di imparare molto di più sul modo in cui questo avviene".


Per la ricerca, presente su EBioMedicine, i ricercatori hanno addestrato 20 ratti a uscire da un labirinto. In 10 di loro hanno quindi immesso un fluido che produrre una lesione simile alla commozione cerebrale; gli altri 10 non hanno ricevuto lesioni cerebrali. Quando i ratti sono stati collocati di nuovo nel labirinto, quelli con le lesioni ci mettevano circa il 25 per cento in più ad uscire di quelli non danneggiati.


Per capire com'erano cambiati i geni dei ratti (in risposta alla lesione cerebrale) i ricercatori hanno analizzato i geni di cinque animali di ciascun gruppo. In particolare, hanno preso RNA dall'ippocampo, che è la parte del cervello che aiuta a regolare l'apprendimento e la memoria, e dai leucociti, i globuli bianchi che hanno un ruolo chiave nel sistema immunitario.


Nei ratti che avevano subito lesioni cerebrali, c'era un nucleo di 268 geni nell'ippocampo che i ricercatori hanno trovato alterati, e un nucleo di 1.215 geni nei leucociti che hanno trovato modificati. "La sorpresa è stata il numero di grandi cambiamenti avvenuti nei geni delle cellule del sangue", ha detto la Yang. "I cambiamenti nel cervello erano meno sorprendenti. E' un'area così critica da avere senso che, quando è danneggiata, segnali al corpo che è sotto attacco".


Sia nell'ippocampo che nel sangue sono presenti quasi due dozzine di geni alterati, una opportunità per gli scienziati di sviluppare un test del sangue basato sui geni che determina se è avvenuta una lesione cerebrale, e la misurazione di alcuni di questi geni potrebbe aiutare i medici a prevedere se una persona ha probabilità di sviluppare l'Alzheimer o altri disturbi. La ricerca potrebbe anche portare a un modo migliore per diagnosticare il lieve trauma cranico.


I ricercatori riferiscono che più di 100 dei geni dei topi cambiati dopo la lesione cerebrale hanno una controparte negli esseri umani che è collegata a disturbi neurologici e psichiatrici. Ad esempio, secondo lo studio, 16 dei geni coinvolti nei ratti hanno analoghi negli esseri umani, e quei geni sono legati a una predisposizione all'Alzheimer. I ricercatori hanno anche scoperto che quattro dei geni coinvolti nell'ippocampo e uno nei leucociti sono simili ai geni negli esseri umani che sono collegati al «disturbo post traumatico da stress».


La Yang ha detto che lo studio non solo ha indicato che i geni sono influenzati dalle lesioni cerebrali traumatiche, e ha fatto collegamenti a malattie gravi, ma potrebbe anche indicare i geni che regolano il metabolismo, la comunicazione cellulare e l'infiammazione, facendoli diventare bersagli migliori per nuove terapie per le malattie del cervello.


I ricercatori stanno ora studiando alcuni dei «geni master» per determinare se modificarli induce anche cambiamenti in un gran numero di altri geni. Se è così, i «geni master» sarebbero ancora più promettenti come bersagli per nuove terapie. Essi prevedono inoltre di studiare il fenomeno nelle persone che hanno subito traumi cerebrali.


In uno studio del 2016, la Yang, Gomez-Pinilla e colleghi avevano riferito che centinaia di geni possono essere danneggiati dal fruttosio e che l'acido grasso omega-3 chiamato acido docosaesaenoico (DHA) sembra annullare le modifiche dannose prodotte dal fruttosio. Anche uno dei geni che hanno identificato in quello studio (Fmod) è tra i «geni master regolatori» identificati nella nuova ricerca.


Non tutti quelli che subiscono lesioni cerebrali traumatiche sviluppano le stesse malattie, ma le lesioni più gravi possono danneggiare più geni, ha detto Gomez-Pinilla.

 

 

 


Fonte: Stuart Wolpert in University of California - Los Angeles (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Qingying Meng, Yumei Zhuang, Zhe Ying, Rahul Agrawal, Xia Yang, Fernando Gomez-Pinilla. Traumatic Brain Injury Induces Genome-Wide Transcriptomic, Methylomic, and Network Perturbations in Brain and Blood Predicting Neurological Disorders. EBioMedicine, 2017; 16: 184 DOI: 10.1016/j.ebiom.2017.01.046

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)