Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


App sanitarie per smartphone: usare cautela sui dati personali dei pazienti di demenza

App sanitarie per smartphone: usare cautela sui dati personali dei pazienti di demenzaUsa cautela quando inserisci informazioni sanitarie personali in un'applicazione del tuo dispositivo mobile, perché non tutte le app sono uguali nel proteggere la tua privacy, avvertono i medici del McLean Hospital e della Harvard Medical School.


In uno studio recente, un team di ricercatori del McLean Hospital ha riferito che molte app per la salute, progettate per aiutare i pazienti di demenza e i loro caregiver, hanno modalità inadeguate di sicurezza o ne mancano del tutto. Il documento è stato pubblicato nel numero di agosto di The American Journal of Geriatric Psychiatry.


L'autore senior Ipsit Vahia MD, direttore sanitario dei Geriatric Psychiatry Outpatient Services del McLean, ha affermato che la ricerca "si conforma come nota di cautela per ricercatori, medici, pazienti e relative famiglie" che usano app sanitarie come aiuto nella gestione di condizioni come la demenza.


Vahia, che ha eseguito lo studio con Lisa C. Rosenfeld MD, residente nel MGH/McLean Adult Psychiatry Residency Training Program e John B. Torous MD, del Beth Israel Deaconess Medical Center, ritiene che la ricerca "punti anche a un ruolo delle organizzazioni professionali e dei gruppi di difesa, per informare gli utenti di app sanitarie mobili sulle decisioni da adottare in merito all'uso di questa tecnologia".


Per la ricerca, Vahia e i suoi colleghi hanno analizzato i criteri di privacy delle applicazioni per iPhone che corrispondono ai termini di ricerca "medical + dementia" o "health & fitness + dementia". Concentrandosi sulle applicazioni che raccolgono contenuti generati dagli utenti, i ricercatori hanno valutato le norme sulla privacy in base ai criteri di gestione dei dati forniti dall'utente.


Delle 125 app esaminate da Vahia e il suo team, 72 hanno raccolto contenuti generati dagli utenti, ma solo 33 comunicano le politiche sulla privacy. La revisione delle politiche che descrivono le protezioni a livello individuale ha permesso ai ricercatori di scoprire "una preponderanza di informazioni mancanti, la maggioranza ha riconosciuto di raccogliere dati individuali per scopi interni e la maggior parte ha citato istanze in cui i dati dell'utente sarebbero stati condivisi con terze parti".


Sulla base dei risultati, Vahia ha dichiarato: "nessuno che usa un'applicazione per una ragione relativa alla salute mentale dovrebbe dare per scontato che siano adottate misure di privacy e sicurezza". Ha invitato i pazienti e i caregiver a "prestare attenzione al tipo di informazioni che forniscono all'applicazione e di cercare di capire cosa si può fare con queste informazioni". Questo è particolarmente importante per coloro che hanno condizioni come la demenza, ha detto, "dove le persone che usano l'app possono soffrire della malattia e non capire appieno le politiche sulla privacy, anche quando esistono".


Vahia ritiene che le applicazioni sanitarie abbiano un enorme potenziale per aiutare gli individui con problemi di salute mentale e i caregiver, ma "affinché la tecnologia possa realizzare il suo pieno potenziale nella salute mentale, gli utenti devono fidarsi della sicurezza e della privacy delle informazioni raccolte".


Ha detto che "i medici devono informare se stessi e i loro pazienti sulle questioni relative alla raccolta dei dati", prima di raccomandare un'applicazione. Non facendo così, ha spiegato, "potrebbe essere come prescrivere un farmaco senza sapere o senza divulgare i rischi e gli effetti collaterali".

 

 

 


Fonte: Christopher Peterson in McLean Hospital (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ipsit V. Vahia, Rujvi Kamat, Cheng Vang, Carolina Posada, Lisa Ross, Sarah Oreck, Alok Bhatt, Colin Depp, Dilip V. Jeste, Daniel D. Sewell. Use of Tablet Devices in the Management of Agitation Among Inpatients with Dementia: An Open-Label Study. The American Journal of Geriatric Psychiatry, 2017; 25 (8): 860 DOI: 10.1016/j.jagp.2016.07.011

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)