Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Quando il decesso della persona cara interrompe il tuo ruolo di caregiver

Se n'è andato. Dopo anni di cure costanti a chi hai amato così tanto, dopo aver messo in attesa altri aspetti della tua vita per soddisfare i suoi bisogni, ti svegli in una casa stranamente tranquilla e vuota. Non arrivano gemiti sommessi dal letto. Nessuna richiesta ansiosa di aiuto dal bagno. Nessuno scoppio di rabbia indicante che la confusione ha scambiato posti e realtà.


Sapevi che questo giorno sarebbe arrivato. A volte hai persino osato chiederti come sarebbe stato. Sebbene non desiderassi ardentemente la fine, di tanto in tanto ti chiedevi quanto avresti potuto sopportare di più. Quando il ruolo del caregiver è completato attraverso la morte della persona cara, è naturale provare una gamma di emozioni.


Sebbene il dolore sia l'emozione associata con più frequenza alla perdita di qualcuno vicino a noi, il sollievo - una sensazione di rassicurazione dopo il rilascio di ansia o angoscia - è spesso un secondo vicino per il caregiver. Quando finisci un compito monumentale e sai che hai fatto del tuo meglio, è bello e naturale sentirti sollevato.


Non indica che ti penti di aver accettato la sfida; al contrario, hai fatto la gara e hai finito bene. Ad alcuni caregiver non piace ammettere questi sentimenti perché pensano che gli altri possano considerarli indifferenza. I caregiver che riconoscono i sentimenti di sollievo non dovrebbero essere giudicati negativamente; dovrebbero essere riconosciuti come umani.


Alcuni caregiver rispondono alla morte del loro caro con sentimenti di disperazione. Tutto ciò che riguarda la loro vita quotidiana è cambiato. Hanno fatto sacrifici per soddisfare i bisogni di un altro, e ora quella persona li ha lasciati soli. In queste situazioni, la famiglia e gli amici potrebbero dover intervenire e incoraggiare ricerche nuove e degne. Il volontariato può essere l'antidoto; o continuare a informarsi o ricostruire le relazioni sociali precedenti. I gruppi di consulenza e sostegno al dolore sono altri viali di ottimismo.


Sfortunatamente, il senso di colpa e il rimpianto sono due emozioni che possono affliggere i caregiver. Nessun caregiver è perfetto, ma la maggior parte fa il meglio di cui è capace. Con il senno di poi, faremmo tutti alcune cose in modo diverso, ma non è necessario ponderare noi stessi, rimpiangere parole e azioni che non possiamo cambiare. Invece, proponiamoci di diventare una persona più gentile e cordiale in futuro.


La rabbia, spesso diretta verso altri membri della famiglia che erano scomparsi durante il periodo di cura, è una delle emozioni più dannose vissute dai caregiver. Se il tuo unico contributo a una situazione di caregiving familiare era fare da spettatore, vorrei dare due suggerimenti: primo, esprimi sinceramente il tuo apprezzamento al caregiver; secondo, astieniti dal criticare le azioni o le decisioni di assistenza.


Se tu sei quello che si aggrappa alla rabbia perché in qualche modo senti che stia per indurre la persona che ti ha fatto torto a sentirsi peggio, e tu a sentirti meglio, accetta che ciò possa non accadere. Lascia andare. Questo ti farà sentire meglio.


Quando muore una persona cara, realizza che le emozioni del caregiver saranno più complesse di quelle dei familiari che non sono stati direttamente coinvolti nell'assistenza. Onora la vita di chi non è più con te mostrando compassione, comprensione e amore per coloro che rimangono.

 

 

 


Fonte: Ruth Z. W. Johnson, scrittrice, editorialista e conferenziere, caregiver familiare a lungo termine.

Pubblicato su The Times News (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)