Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


E se potessi sapere che il tuo lieve deterioramento cognitivo non progredirà?

E se potessi sapere che il tuo lieve deterioramento cognitivo non progredirà?

Ricercatori dell'Università di Lisbona hanno scoperto che, in alcuni pazienti con lieve decadimento cognitivo, è possibile una reale stabilità neuropsicologica nell'arco di un decennio e che la stabilità a lungo termine potrebbe essere predetta sulla base di test neuropsicologici che misurano la memoria e il ragionamento astratto non verbale.


Nel loro lavoro, durato 10 anni, indipendentemente dall'associazione di un valore della memoria verbale ritardata al basale con la stabilità a lungo termine, le prestazioni sulle Raven's Progressive Matrices (RPM) al basale è stato il predittore neuropsicologico più forte della stabilità clinica a lungo termine. Ogni punto aggiuntivo nel punteggio totale delle RPM al basale ha aumentato la probabilità di stabilità a lungo termine di circa 2 volte.


Le RPM costituiscono una misura di ragionamento non verbale dell'intelligenza di tipo fluido, che è predittiva della capacità generale di andare bene, invocando nuova capacità di risoluzione dei problemi e riflettendo l'attuale capacità di pensiero astratto e di ragionamento.


Sebbene il lieve decadimento cognitivo (MCI) sia una condizione che tende a progredire verso la demenza, è noto che alcuni pazienti possono mantenere la diagnosi di MCI anche dopo molti anni. Il team della Facoltà di Medicina di Lisbona ha cercato di determinare se i pazienti che mantengono la diagnosi di MCI a lungo termine erano realmente stabili o solo in un lento declino, e di identificare le caratteristiche neuropsicologiche di base associate alla stabilità a lungo termine.


I partecipanti sono stati selezionati dalla Cognitive Complaints Cohort (CCC), creata da uno studio prospettico condotto alla Facoltà di Medicina dell'Università di Lisbona, per indagare la stabilità cognitiva o l'evoluzione alla demenza di pazienti con disturbi cognitivi, sulla base di una valutazione neuropsicologica completa e altri biomarcatori.


La CCC ha cercato i casi di MCI che hanno mantenuto tale diagnosi per almeno 10 anni. Per ciascun paziente MCI stabile a lungo termine, sono stati selezionati dallo stesso database due pazienti di MCI che sono passati alla demenza durante il follow-up, abbinati per età e istruzione.


Ventidue pazienti nella CCC hanno soddisfatto i criteri dell'MCI stabile a lungo termine, rappresentando il 3,4% dei 655 pazienti di MCI seguiti nella CCC. Il tempo di follow-up è stato in media di 11 anni per l'MCI stabile a lungo termine e 3 anni per l'MCI convertitore.


I test neuropsicologici di base e di follow-up non differivano significativamente nei pazienti MCI stabili a lungo termine, mentre un declino generale è stato osservato nei pazienti con MCI convertitore.


Punteggi più alti su un test di memoria (Word Delayed Total Recall) e sul test di astrazione non verbale (RPM), hanno predetto al basale la stabilità clinica a lungo termine (10 anni). "È stato sorprendente scoprire che alcuni pazienti con MCI rimangono clinicamente e neuropsicologicamente stabili per un decennio", ha affermato Luísa Alves, prima autrice dello studio.


"La percentuale di MCI stabile a lungo termine era più alta di quanto avevamo previsto" ha commentato Manuela Guerreiro, la neuropsicologa che ha valutato i partecipanti. "Siamo stati sorpresi di scoprire che la stabilità clinica a lungo termine dei pazienti con MCI corrispondeva al una stabilità neuropsicologica reale in tutti i domini cognitivi studiati" ha affermato Alexandre de Mendonça, capo ricercatore della Facoltà di Medicina.


"Era sconcertante essere in grado di prevedere la stabilità a lungo termine sulla base di semplici test neuropsicologici", ha riferito Dina Silva, cofondatrice della CCC.

 

 

 


Fonte: IOS Press via Science Daily (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Luísa Alves, Sandra Cardoso, João Maroco, Alexandre de Mendonça, Manuela Guerreiro, Dina Silva. Neuropsychological Predictors of Long-Term (10 Years) Mild Cognitive Impairment Stability. Journal of Alzheimer's Disease, 2018; 62 (4): 1703 DOI: 10.3233/JAD-171034

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)