Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovato un modo di attivare i geni: opportunità per le neurodegenerazioni?

Un team di ricercatori giapponesi ha sviluppato un codice molecolare sintetico per indurre l'attivazione dei geni. Il processo, descritto nel Journal of American Chemical Society, potrebbe portare in futuro a terapie genetiche per una vasta gamma di malattie.


In particolare, il codice potrebbe aiutare a combattere le mutazioni epigenetiche, che cambiano il modo in cui si esprimono i geni e possono avere un ruolo fondamentale nei disturbi neurodegenerativi come il morbo di Parkinson, il morbo di Alzheimer e la sclerosi multipla.


Ganesh Pandian Namasivayam e Hiroshi Sugiyama dell'Institute for Integrated Cell-Material Sciences dell'Università di Kyoto, e i loro colleghi, hanno fabbricato un codice molecolare che imita un processo chiave che accende i geni nel corpo. Il codice punta gli istoni, le proteine ​​responsabili del confezionamento del DNA per adattarlo al nucleo della cellula.


Se si srotolasse il DNA in una singola cella, sarebbe lungo circa due metri. Per adattarsi all'interno delle cellule, il DNA è avvolto strettamente attorno agli istoni. Quando gli istoni subiscono un processo chimico chiamato acetilazione, viene aggiunto un gruppo acetilico su parte della loro struttura. Questo scioglie l'attaccamento del DNA alle proteine, determinando l'attivazione dei geni.


Gli scienziati stanno studiando dei modi per influenzare l'acetilazione degli istoni e manipolare l'attivazione dei geni, ma i metodi attuali hanno i loro limiti. Ad esempio, alcune molecole sintetiche sono facilmente degradate dagli enzimi nel corpo. Altri sono incoerenti nella loro abilità di attivare i geni.


Junichi Taniguchi, il primo autore dello studio, ha sviluppato un programma molecolare che recluta un enzima istone-acetilante nella parte specifica di un filamento di DNA. Il programma, chiamato Bi-PIP, è formato da due componenti: un inibitore del bromodominio, che recluta uno specifico tipo di enzima istone acetiltransferasi; e una molecola sintetica a forma di forcina che riconosce una specifica sequenza di DNA.


Il codice è riuscito a emulare il processo naturale di acetilazione dell'istone e ha portato all'attivazione di un gene specifico associato al sistema nervoso centrale all'interno delle cellule viventi. Tuttavia, i ricercatori osservano che è necessario un ulteriore lavoro per migliorare la selettività genica del Bi-PIP.


Questo lavoro si aggiunge a una libreria di regolatori genetici fatta di piccole molecole che potrebbero costituire la base dell'epigenomica e delle terapie geniche future per trattare i disordini neurodegenerativi multifattoriali (come l'Alzheimer).

 

 

 


Fonte: Kyoto University via Science Daily (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Junichi Taniguchi, Yihong Feng, Ganesh N. Pandian, Fumitaka Hashiya, Takuya Hidaka, Kaori Hashiya, Soyoung Park, Toshikazu Bando, Shinji Ito, Hiroshi Sugiyama. Biomimetic Artificial Epigenetic Code for Targeted Acetylation of Histones. Journal of the American Chemical Society, 2018; DOI: 10.1021/jacs.8b01518

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)