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Altro studio collega le benzodiazepine a un aumento del rischio di Alzheimer

L'uso di benzodiazepine e farmaci correlati (farmaci Z) è associato a un modesto aumento del rischio di morbo di Alzheimer (MA), secondo uno studio recente eseguito all'Università della Finlandia orientale.


L'aumento del rischio era simile sia con le benzodiazepine che con i farmaci Z, indipendentemente dalla loro emivita. I risultati sono stati pubblicati su Acta Psychiatrica Scandinavica.


Anche se in questo studio l'aumento del rischio di MA era contenuto, la soglia per la prescrizione di benzodiazepine e farmaci correlati dovrebbe essere abbastanza elevata, a causa dei numerosi effetti avversi e di eventi, come le cadute.


Questi farmaci sono comuni per i problemi del sonno, ma la loro efficacia per questa indicazione diminuisce nel corso di settimane o mesi. Tuttavia, il rischio di eventi avversi rimane nell'uso a lungo termine.


Lo studio è stato condotto nella coorte nazionale MEDALZ che comprende tutti gli abitanti della comunità finlandese con MA di nuova diagnosi nel 2005-2011 (70.719 persone) e i controlli abbinati per età, sesso e regione di residenza (282.862 persone). L'uso delle medicine fin dal 1995 è stato estratto dal Prescription Register.


Sono stati presi in considerazione molti disturbi cronici, abuso di sostanze, posizione socioeconomica e uso di antidepressivi e antipsicotici. Per spiegare la causalità inversa, non è stato considerato il consumo di farmaci nei 5 anni precedenti la diagnosi di MA.

 

 

 


Fonte: University of Eastern Finland (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Vesa Tapiainen, Heidi Taipale, Antti Tanskanen, Jari Tiihonen, Sirpa Hartikainen, Anna-Maija Tolppanen. The risk of Alzheimer’s disease associated with benzodiazepines and related drugs: A nested case-control study. Acta Psychiatrica Scandinavica. 2018;138(2):91-100. doi: 10.1111/acps.12909.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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