Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Non bastano parole crociate e Sudoku per evitare il declino mentale, ma ...

Sudoku e parole crociate possono non compensare il declino mentale correlato all'età, ma possono aumentare le capacità mentali nel corso della vita.


La ben nota affermazione 'usalo o lo perdi' (il cervello) è stata ampiamente accettata dai professionisti del settore sanitario, ma le ricerche dell'Università di Aberdeen, pubblicate nel numero di Natale di The BMJ, rilevano che fare regolarmente enigmistica per tutta la vita non impedisce il declino mentale in vecchiaia.


Tuttavia, dicono di non togliere ancora dalla lista di Natale la nuova scacchiera splendente o l'eccezionale libro di rompicapi, poiché i risultati suggeriscono che impegnarsi regolarmente in attività intellettuali aumenta la capacità mentale nel corso della vita e fornisce un "punto cognitivo più alto" dal quale iniziare il declino.


Studi precedenti avevano suggerito che l'abilità mentale può essere mantenuta o migliorata con esercizi per la mente e rompicapi, come il Sudoku e le parole crociate.


Essi suggeriscono anche che leggere fin dalla tenera età, facendo giochi da tavolo e suonando strumenti musicali almeno due volte alla settimana sono attività legate a una riduzione significativa del rischio di demenza. Ma mancano dati storici sulle capacità mentali dell'infanzia e l'effetto della pratica sul miglioramento dei punteggi dei test è stato spesso trascurato negli studi sull'invecchiamento mentale.


Così un gruppo di ricercatori guidati da Roger Staff dell'Aberdeen Royal Infirmary e dell'Università di Aberdeen si è proposto di esaminare l'associazione tra impegno intellettuale e abilità mentale in età avanzata. Il loro studio ha usato i dati degli archivi dello Scottish Council for Research in Education (SCRE) che avevano conservato registrazioni della popolazione sulle Indagini Mentali Scozzesi del 1947.


I 498 partecipanti erano tutti nati nel 1936 e avevano preso parte a un test di gruppo sull'intelligenza (The Moray House Test) a 11 anni. Avevano circa 64 anni all'inizio dello studio. Sono stati richiamati per fare test sulla memoria e sulla velocità di elaborazione mentale fino a 5 volte in un periodo di 15 anni.


All'inizio dello studio sono stati registrati il percorso scolastico e il punteggio di lettura da adulti (NART - National Adult Reading Test) di ogni partecipante. I ricercatori hanno anche testato l'abilità attuale degli adulti attraverso il test di sostituzione dei simboli numerici (DSST - un test di corrispondenza tra simboli e cifre), e il test di apprendimento uditivo-verbale (un test di memoria verbale).


Hanno inoltre usato una versione del questionario TIE (coinvolgimento intellettuale tipico) per testare i livelli di interesse esistente nella lettura e di risoluzione dei problemi, considerazione delle idee e curiosità intellettuale.


Dopo aver preso in considerazione fattori potenzialmente influenti, i ricercatori hanno scoperto che impegnarsi in attività intellettualmente stimolanti su base regolare era legato al livello di abilità mentale in vecchiaia, e l'associazione più grande è con il miglioramento delle prestazioni cognitive nel corso della vita. Ma tali attività non hanno avuto alcun effetto sul tasso di declino mentale associato all'invecchiamento.


Lo staff e i colleghi suggeriscono che, anche se coloro che si impegnano regolarmente nella risoluzione dei problemi potrebbero potenzialmente migliorare le loro capacità mentali, ciò non "protegge l'individuo dal declino, ma fornisce un punto di partenza più alto da cui si osserva il declino".


Questo è uno studio osservazionale e gli autori sottolineano che "è impossibile inferire un effetto causale" a causa di altri fattori non misurati, come la personalità. Suggeriscono che "la personalità può governare quanto sforzo gli anziani mettono in tali attività e perché".


Tuttavia, sottolineano l'importanza di una "predisposizione verso l'impegno mentale" e l'influenza positiva che partecipare regolarmente ad attività intellettualmente coinvolgenti può avere sulle capacità mentali per tutta la vita.

 

 

 


Fonte: University of Aberdeen (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Roger T Staff, Michael J Hogan, Daniel S Williams, L J Whalley. Intellectual engagement and cognitive ability in later life (the “use it or lose it” conjecture): longitudinal, prospective study. BMJ, 10 Dec 2018, doi: 10.1136/bmj.k4925

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.