Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Frattura dell'anca può essere segno precoce di Alzheimer per gli anziani

In uno studio su anziani privi di diagnosi clinica o segni di demenza quando erano stati ospedalizzati per riparare una frattura dell'anca, i ricercatori della Johns Hopkins affermano di aver trovato biomarcatori del morbo di Alzheimer (MA) nella maggior parte dei campioni di fluido spinale dei pazienti.


I ricercatori dicono che i risultati del loro studio aumentano le evidenze che le alterazioni del cervello che portano a uno scarso equilibrio nelle persone anziane possono indurre un aumento del rischio sia di cadute con frattura dell'anca e sia di MA, e che la stessa frattura dell'anca può quindi essere un primo segno di malattia non diagnosticata.


"Abbiamo studiato un gruppo di pazienti senza una diagnosi clinica di demenza, il che significa che molti dei nostri partecipanti allo studio erano attivi e vivevano in modo indipendente senza segni evidenti di MA", ha detto Esther Oh MD/PhD, professore associato di medicina alla Johns Hopkins University e direttrice associata del Johns Hopkins Memory and Alzheimer's Treatment Center.


La Oh ha ammonito che il suo studio non suggerisce che ogni persona anziana che ha una frattura dell'anca abbia il MA, né che tutti quelli in ospedale per una frattura dell'anca dovrebbero sottoporsi a test del liquido spinale per individuare i biomarcatori della malattia in questo momento.


Ma suggerisce che chiunque si trovi ad affrontare un intervento chirurgico di riparazione dell'anca dopo una caduta dovrebbe essere monitorato attentamente per i segni di delirium post-operatorio o per altri problemi mentali o cognitivi durante il recupero, dal momento che alcune persone potrebbero avere un MA sottostante che potrebbe renderle più vulnerabili.


Una relazione sui risultati è stata pubblicata nell'autunno 2018 su PLOS ONE.


La Oh ha osservato che diversi studi internazionali hanno dimostrato che fino a un quarto degli anziani ospedalizzati per chirurgia della frattura dell'anca rischia di morire entro l'anno successivo, i risultati suggeriscono che una grave condizione medica potrebbe essere stata latente e non diagnosticata prima della caduta che li ha mandati all'ospedale.


Il nuovo studio della Oh è in parte una risposta ai risultati della ricerca pubblicata alla fine del 2018 in JAMA Surgery da ricercatori della Johns Hopkins, che avevano dimostrato che il 34% dei pazienti con frattura dell'anca sviluppa delirium durante la degenza ospedaliera, una condizione caratterizzata da irrequietezza, allucinazioni e pensieri / discorsi incoerenti.


Poiché i pazienti con MA hanno maggiori probabilità di manifestare questi sintomi e a causa del tasso più alto di mortalità associato alla frattura dell'anca, rispetto ad altri interventi chirurgici, la Oh e il suo team hanno progettato il loro studio per testare direttamente i pazienti con frattura dell'anca per i biomarcatori del MA.


Per la ricerca, il team della Johns Hopkins ha reclutato 200 pazienti con frattura dell'anca ricoverati al Johns Hopkins Hospital e al Johns Hopkins Bayview Medical Center da novembre 2011 a maggio 2016. I partecipanti avevano tra 65 e 102 anni, in media 82 anni. La maggior parte di loro (il 74%) erano donne e circa il 96% erano bianchi. Lo studio includeva anche pazienti con fratture dell'anca che avevano ricevuto anestesia spinale (locale) prima dell'intervento chirurgico, per cui si è potuto raccogliere i campioni di fluido spinale al momento dell'iniezione anestetica.


Per 168 dei pazienti, i campioni di fluido spinale sono stati testati per i livelli elevati di biomarcatori comunemente accettati del MA e di altre malattie neurodegenerative. I biomarcatori includevano le proteine amiloide-​​beta 42 (Aβ42), Aβ40, tau e tau con un gruppo chimico fosfato (p-tau) allegato. Le proteine ​​amiloide e tau si trovano nei grumi aggrovigliati di cellule nervose e nelle placche che si formano nel cervello delle persone con MA avanzato. Alti livelli di p-tau indicano lesioni cerebrali o altri tipi di danni alle cellule cerebrali.


Prima dell'intervento, i partecipanti allo studio hanno anche completato il Mini-Mental State Exam e la forma breve dell'Informant Questionnaire on Cognitive Decline in the Elderly, due test standard progettati per determinare lo stato mentale, la memoria e la cognizione.


Sulla base dei risultati di quei test, ai partecipanti è stato assegnato un punteggio di demenza clinica, dove:

  • 0 = completamente sano (che rappresenta 70 partecipanti),
  • 0,5 = sintomi cognitivi lievi (81 partecipanti),
  • 1,0 o più = demenza precoce (13 partecipanti),
  • 2,0 = demenza moderata (4 partecipanti).

Tra le persone coinvolte nello studio, l'86% presentava livelli anormali di Aβ, il 65% presentava anomalie tau e il 35% presentava p-tau anormale.


Quando i ricercatori hanno esaminato specificamente i livelli di biomarcatori nel gruppo con punteggio di demenza clinica pari a 0, hanno trovato che 62 pazienti su 70 (88,6%) avevano livelli anormali di uno qualsiasi dei biomarcatori. Nel gruppo di valutazione della demenza clinica con un punteggio di 0,5, che indica un decadimento cognitivo lieve, il 98,8% (80 su 81) presentavano livelli anormali in uno qualsiasi dei biomarcatori.


I ricercatori hanno escluso l'età avanzata come un possibile fattore che distorce i risultati; normalmente dal 23 al 32% delle persone tra 65 e 74 anni hanno livelli anormali di Aβ. Tuttavia, nei pazienti con frattura dell'anca, il 68% delle persone nella stessa fascia d'età con un punteggio di demenza clinico pari a 0 aveva livelli anormali di Aβ.


Il gruppo della Oh prevede di monitorare i partecipanti allo studio per un anno dopo ogni intervento chirurgico per documentare la progressione e la demenza clinica.


Il test per i biomarcatori del MA non è coperto da Medicare e non è eseguito di routine sugli anziani. Può essere fatto con una scansione PET amiloide o usando biomarcatori dal liquido spinale, come in questo studio. Il test di scansione PET costa almeno $ 3.000. L'analisi del liquido spinale è fatta ancora principalmente per la ricerca, sebbene sia disponibile commercialmente in alcuni laboratori.

 

 

 


Fonte: Johns Hopkins University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Frederick E. Sieber, Karin J. Neufeld, Allan Gottschalk, George E. Bigelow, Esther S. Oh, Paul B. Rosenberg, Simon C. Mears, Kerry J. Stewart, Jean-Pierre P. Ouanes, Mahmood Jaberi, Erik A. Hasenboehler, Tianjing Li, Nae-Yuh Wang. Effect of Depth of Sedation in Older Patients Undergoing Hip Fracture Repair on Postoperative Delirium. The STRIDE Randomized Clinical Trial. JAMA Surg. 1 Nov 2018, DOI: 10.1001/jamasurg.2018.2602

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.