Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio su Alzheimer ottiene risultati promettenti puntando sulla tau

Sulla scia delle recenti delusioni di studi clinici che puntavano l'accumulo di placca amiloide nel morbo di Alzheimer (MA), i ricercatori si stanno concentrando maggiormente sulla proteina tau misfolded (mal ripiegata), un altro colpevole nelle malattie del cervello che causano la demenza.


Una nuova ricerca pubblicata su Science Translational Medicine ha scoperto che puntare la tau anomala, attraverso la soppressione di un gene chiamato MSUT2 (mammalian suppressor of tauopathy 2, soppressore mammifero della taupatia 2), si dimostra un approccio promettente.


La tau, come la proteina amiloide, è un'altra sostanza che si accumula nel MA e danneggia le cellule cerebrali. Tuttavia, gli studi clinici che puntavano la tau sono stati molto meno numerosi, in parte perché i farmaci per la tau sono difficili da trovare.


In questo studio, i ricercatori hanno concluso che la soppressione del MSUT2 potrebbe proteggere le persone dal MA purché non sia esaurita la proteina legante il RNA chiamata '​​Polya Binding Protein Nuclear 1' (PABPN1). Il MSUT2 e la PABPNI di norma collaborano strettamente per regolare la biologia della tau nel cervello.


“Se inibisci il MSUT2 e non influenzi la PABN1, ciò protegge dagli effetti della patologia tau”, ha detto l'autore senior Brian Kraemer, professore associato di ricerca in medicina dell'Università di Washington, nonché scienziato del Veterans Affairs Puget Sound Health Care System.


Kraemer ha detto che il suo team vede il loro ruolo come il giocatore che calcia la palla dentro il campo per fornire ad altri ricercatori e alle aziende farmaceutiche l'opportunità di muovere la palla verso l'obiettivo finale: trattamento o cura del MA.

“Le aziende farmaceutiche hanno investito pesantemente per correre dietro all'amiloide, ma finora questi sforzi non hanno mosso l'ago sui trattamenti della demenza”, ha detto. “Penso che il campo debba puntare l'amiloide e la tau insieme perché sia ​​amiloide che tau agiscono insieme per uccidere i neuroni nel MA".


La prima autrice Jeanna Wheeler, scienziata di ricerca del Seattle Institute for Biomedical and Clinical Research e del VA, ha detto che di nuovo nello studio c'è la scoperta del ruolo del gene MSUT2.

"Abbiamo scoperto il MSUT2 senza preconcetti, cercando tutto ciò che potrebbe rendere i vermi resistenti alla proteina tau patologica. Ora abbiamo dimostrato che questo gene può influenzare anche la tossicità della tau nei topi, e anche che ci sono differenze nel MSUT2 in pazienti umani di MA", ha detto. "Se riusciremo in futuro a usare il MSUT2 come obiettivo di farmaci, sarà un approccio completamente nuovo per il trattamento del MA e degli altri disturbi correlati".

 

 

Il significato della tau

Lo studio porta anche più attenzione al ruolo della patologia tau nel MA. Il cervello umano sano contiene decine di miliardi di cellule specializzate (neuroni) che elaborano e trasmettono le informazioni. Interrompendo la comunicazione tra queste cellule, il MA causa la perdita della funzione dei neuroni e la loro morte.


Studi precedenti hanno dimostrato che il peso della tau anomala è strettamente correlato con il declino cognitivo nei pazienti con MA, mentre così non è per l'amiloide. Alcuni disturbi di demenza, come la degenerazione lobare frontotemporale, possono avere solo tau anomala senza depositi di amiloide.


“Se potessi proteggere il cervello solo dalla tau, potresti dare un beneficio sostanziale alle persone con MA”, ha detto Kraemer. “Lo stesso beneficio ci sarà quasi certamente puntando la tau nelle malattie correlate al MA che hanno solo questi grovigli, come la degenerazione lobare frontotemporale".

 

 

Studio passato dai vermi ai topi

Questo studio segue il lavoro precedente di questi ricercatori che hanno mostrato risultati molto simili sul verme C. elegans. I vermi passano da uovo ad adulto in tre giorni, così è più facile fare esperimenti rapidi sulla biologia dell'invecchiamento. Anche se i vermi non hanno funzioni cognitive complesse, il loro movimento è danneggiato dall'accumulo di tau. I ricercatori hanno scoperto che potevano curare il verme rimuovendo il loro gene SUT-2.


Lo studio più recente ha applicato l'esperimento ai topi, la cui distanza evolutiva con gli esseri umani è molto più piccola rispetto alla distanza tra i vermi e gli esseri umani. I ricercatori hanno eliminato il gene MSUT2 nei topi, impedendo in tal modo la formazione dei grovigli tau che uccidono le cellule cerebrali. Questo ha ridotto anche i problemi di apprendimento e di memoria.


Esaminando campioni autoptici del cervello di pazienti di MA, i ricercatori hanno trovato che i casi con malattia più grave mancavano di entrambe le proteine, ​​MSUT2 e PABPN1. Questa scoperta suggerisce che i neuroni che perdono l'accoppiamento tra le proteine MSUT2  e PABPN1 possono semplicemente morire durante la vita del paziente.


Inoltre, i topi privi di MSUT2, ma in possesso di una normale dotazione di PABPN1, erano fortemente protetti dalla tau anomala e dalla degenerazione del cervello risultante. Pertanto, i ricercatori hanno concluso che la chiave per aiutare le persone con accumulo abnorme di tau sta nel bloccare la MSUT2, preservando l'attività della PABPN1.

 

 

 


Fonte: University of Washington (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jeanna M. Wheeler, ..., Brian Kraemer. Activity of the poly(A) binding protein MSUT2 determines susceptibility to pathological tau in the mammalian brain. Science Translational Medicine, 18 Dec 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)