Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuova piccola molecola per trattare l'Alzheimer è efficace nei topi

Ricercatori degli Istituti Gladstone, in collaborazione con la Genentech (gruppo Roche), hanno dimostrato l'efficacia terapeutica di un nuovo farmaco sperimentale su topi modello del morbo di Alzheimer (MA) e di una forma genetica rara di epilessia chiamata 'sindrome di Dravet'.


La piccola molecola aumenta l'attività di un sottoinsieme di recettori neurotrasmettitori (NMDA) che si trovano nelle sinapsi, i punti di connessione tra i neuroni. Sappiamo che questi recettori danno supporto alla cognizione e alla memoria, migliorando la comunicazione tra i neuroni. La nuova ricerca dimostra che migliorare l'attività dei recettori sinaptici NMDA aiuta a ripristinare a schemi normali i ritmi del cervello, e migliora la memoria.


“Finora non avevamo strumenti ideali per migliorare i recettori NMDA sinaptici”, ha detto il ricercatore Jorge Palop PhD, autore senior dello studio pubblicato sulla rivista Cell Reports. “Ora, la capacità di puntare specificamente questi recettori apre molte nuove possibilità per trattare i disturbi cognitivi”.


“Questa è la prima volta che esploriamo ciò che può fare questo tipo di farmaco sperimentale nei modelli animali”, ha detto Jesse Hanson, scienziato della Genentech e primo autore della nuova ricerca. “È stato molto gratificante vedere un effetto sia sull'attività elettrica del cervello che sul comportamento degli animali”.


Sappiamo da tempo che l'attività anomala dei recettori NMDA è implicata nelle malattie neuropsichiatriche, epilettiche e neurodegenerative. Ma i composti precedenti progettati per alterare la funzione del recettore NMDA funzionavano legandosi a tutti i sottotipi di recettori NMDA, e bloccavano completamente i recettori o li mettevano in uno stato permanentemente attivo.


I ricercatori hanno teorizzato che, modulando i recettori solo sulle sinapsi attive, si possono aiutare diverse malattie cognitive, potenziando la funzione sinaptica e aumentando la comunicazione neuronale.


Nel 2016, i ricercatori della Genentech hanno segnalato lo sviluppo di una nuova classe di farmaci sperimentali che si legano selettivamente a un sottotipo di recettori NMDA, solo quelli presenti nelle sinapsi. Il nuovo farmaco era anche unico perché, anziché attivare direttamente i recettori, amplificava i segnali dei recettori principalmente quando sono impegnati dai neurotrasmettitori, le sostanze chimiche che i neuroni usano per comunicare tra loro.


“Questi composti migliorano naturalmente l'attività nelle sinapsi, piuttosto che attivare in continuazione i recettori”, ha detto Keran Ma, scienziata dei Gladstone e prima coautrice della ricerca. “Perciò le sinapsi attive vengono potenziate in modo fisiologicamente più rilevante”.


I ricercatori dei Gladstone e della Genentech si sono uniti in team per testare l'effetto di uno dei nuovi farmaci sperimentali (GNE-0723) su topi modello della sindrome di Dravet e del MA. Nella nuova ricerca, riferiscono che il GNE-0723 ha ridotto un tipo di attività cerebrale chiamata 'oscillazioni a bassa frequenza'.


Queste oscillazioni avvengono naturalmente anche nelle persone sane, ma sono più prominenti nella sindrome di Dravet e nel MA, e possono essere associate con l'attività cerebrale epilettica, che è fonte di disturbi cognitivi e perdite di memoria.


Quando i ricercatori hanno trattato con il GNE-0723 i topi che simulano il MA o la sindrome di Dravet, le oscillazioni a bassa frequenza sono tornate ai livelli dei topi sani di controllo, ed è cessata l'attività epilettica.


"Dopo il trattamento abbiamo osservato cambiamenti nell'attività neurale in tutto il cervello che inducono uno stato più attivo, che facilita l'apprendimento e la memoria”, ha detto Palop, che è anche professore associato di neurologia alla Università della California di San Francisco.


In effetti, dopo che i topi malati sono stati trattati con il farmaco sperimentale per diverse settimane, hanno avuto risultati migliori nei test di apprendimento e memoria rispetto agli animali non trattati, imparavano più velocemente e conservavano più a lungo i ricordi.


I recettori NMDA sono presenti in due diversi tipi di cellule del cervello (interneuroni e cellule eccitatorie) e gli studi futuri analizzeranno quale tipo di cellula è responsabile degli effetti benefici del GNE-0723.


Alla Genentech, Hanson ha anche spiegato che sono necessarie ulteriori ricerche per capire come questa classe di farmaci sperimentali influenza le funzioni cerebrali: “Per ora, siamo concentrati sull'uso del GNE-0723 come strumento di ricerca per capire cosa succede quando si migliorano i recettori NMDA. Questo è un potente strumento per comprendere i meccanismi sia della biologia di base che della malattia”.

 

 

 


Fonte: Sarah C.P. Williams in Gladstone Institutes (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jesse E. Hanson, Keran Ma, ..., Jorge J. Palop. GluN2A NMDA Receptor Enhancement Improves Brain Oscillations, Synchrony, and Cognitive Functions in Dravet Syndrome and Alzheimer’s Disease Models. Cell Reports, 14 Jan 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)