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Broccoli contro l'Alzheimer, secondo uno studio

Broccoli La chiave per battere l'Alzheimer e altre malattie degenerative può risiedere nell'umile broccolo, dicono degli scienziati.

Ricercatori dell'Università di Dundee in Scozia hanno scoperto che il sulforafano, una sostanza chimica derivata dal vegetale, può aiutare a mantenere il cervello in forma in età avanzata.

Secondo il Daily Mail, che fa la segnalazione, tali ricercatori sperano che un farmaco basato sul sulforafano, che si trova anche nella rucola, nei cavolini di Bruxelles e nei cavoli, possa dare il via ai meccanismi di protezione o antiossidazione del corpo che proteggono le cellule del cervello dall'attacco distruttivo dei radicali liberi.

Gli antiossidanti, come le vitamine C ed E, possono "rastrellare" gli aggressori, ma sono di uso limitato nel cervello,hanno detto i ricercatori.

Essi credono che, prendere la sostanza chimica in forma di pillola, probabilmente è più utile che limitarsi a mangiare una ciotola dopo l'altra di broccoli. Questo perché non tutti assorbono la stessa quantità di sulforafano; alcune persone ne assorbono 10 volte meno di altri, pur mangiando la stessa quantità di verdure. L'autore dello studio, il dottor John Sharkey ha dichiarato: "Per alcune persone, mangiare grandi quantità di broccoli può avere gli effetti biologici che stiamo cercando, ma per molte persone, non sarà così".

In uno studio di due anni, il dottor Sharkey programma di verificare se la sostanza chimica rallenta o blocca la progressione dell'Alzheimer in topi geneticamente ingegnerizzati a sviluppare la malattia. La natura preliminare dello studio significa che, anche se avrà successo, qualsiasi farmaco a base di sulforafano non sarà sul mercato prima di un decennio. Farmaci simili potrebbero anche contribuire ad affrontare il Parkinson, l'ictus e persino il cancro, ha detto il dottor Sharkey. "La ricerca è l'unica risposta alla demenza e speriamo che il nostro lavoro posa aprire nuovi campi di ricerca che potrebbero rivelarsi importanti per sconfiggere l'Alzheimer".

L'Alzheimer e le altre forme di demenza colpiscono migliaia di persone in tutto il mondo e il numero è destinato a raddoppiare in una generazione, con l'invecchiamento della popolazione. Le pillole esistenti, come l'Aricept, possono ritardare il progresso dell'Alzheimer, ma a causa della loro incapacità di affrontare la causa nel cervello, il loro effetto si esaurisce rapidamente e la malattia riprende ben presto il suo corso devastante.

 

 


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Pubblicato in ZeeNews.com il 28 giugno 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

 

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Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

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