Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I geni di rischio dell'Alzheimer convergono sulle microglia

Il DNA determina gran parte del nostro rischio di contrarre il morbo di Alzheimer (MA), ma finora non era chiaro quanti fattori di rischio genetici contribuiscono alla malattia.


Un team guidato dal Prof. Bart De Strooper (VIB-KU Leuven) e dal dott. Mark Fiers, ora dimostra che molti di questi fattori di rischio influenzano le cellule cerebrali di manutenzione chiamate microglia, e più in particolare la loro risposta all'amiloide-beta (Aβ), una delle proteine ​​che formano aggregati nel cervello dei malati di MA.


Gli effetti individuali delle piccole variazioni genetiche sono probabilmente piccoli, ma la combinazione di centinaia di tali alterazioni sottili potrebbe rompere l'equilibrio e causare la malattia. Perché alcune persone contraggono il MA, mentre altre non lo fanno, anche nella vecchiaia più avanzata? Nonostante decenni di ricerca, ancora non conosciamo la risposta completa a questa domanda.


Gli studi epidemiologici dimostrano che circa i due terzi di rischio di una persona per il MA sono determinati dalla genetica. È stata identificata qualche dozzina di geni di rischio, ma evidenze recenti mostrano che ci potrebbero essere centinaia di varianti genetiche ulteriori che contribuiscono al rischio di malattia, ciascuna in modo piccolo ma significativo.

 

Dal gene di rischio al meccanismo della malattia

Bart De Strooper sta studiando da decenni i meccanismi del MA. Il suo gruppo cerca di scoprire cosa può insegnarci questo rischio genetico combinato sullo sviluppo della malattia nel nostro cervello:

“Due questioni cruciali derivano dalla miriade di studi genetici. Primo, qual è il legame tra questi geni di rischio di MA e le placche di Aβ o i grovigli tau che troviamo nel cervello di MA; e secondo, sono coinvolti tutti in un percorso cellulare o molecolare centrale, o definiscono invece molti percorsi paralleli che portano tutti al MA?”


I ricercatori si sono proposti di capire quando questi geni sono espressi e, in particolare, se essi rispondano alla patologia tau o a quella Aβ.

“Quando si parla di rischio, è sempre necessario tenere in considerazione il contesto”, spiega Mark Fiers, coautore senior dello studio. “Se non allacci la cintura di sicurezza in auto, non c'è nessun problema fino a quando non fai un incidente”.


Con questo in mente, i ricercatori hanno puntato a capire in quali circostanze entra in gioco il rischio genetico per il MA. Fiers:

“Quasi ogni persona sviluppa un certo grado di patologia MA nel cervello, vale a dire placche di Aβ e i grovigli tau. Tuttavia, alcune persone rimangono cognitivamente sane, nonostante un elevato carico di patologia, mentre altre sviluppano sintomi di MA molto rapidamente”.


“Per avere un quadro più chiaro abbiamo controllato l'espressione genica in due diversi topi-modello di MA, uno che aveva la patologia Aβ e l'altro la patologia tau, in età diverse”, dice Annerieke Sierksma, ricercatrice post-dottorato del laboratorio di De Strooper. “Abbiamo scoperto che molti dei geni legati al rischio di MA sono particolarmente sensibili all'Aβ, ma non alla tau”.

 

Attivazione delle microglia

Il team ha identificato 11 nuovi geni di rischio che si sovra-regolano significativamente quando hanno di fronte un aumento di Aβ. Tutti questi geni sono espressi nelle microglia, le cellule che svolgono un ruolo chiave nella manutenzione del cervello.


Ashley Lu, dottorando coinvolto nell'analisi:

“Siamo riusciti a confermare che le microglia esposte all'Aβ cambiano drasticamente ad uno stato attivato, qualcosa che si verifica in misura molto minore nei topi tau. Queste nuove conoscenze indicano che gran parte del rischio genetico del MA comporta la risposta delle microglia all'Aβ“.

 

Capire il rischio genetico

Dovremmo ripensare la visione classica basata sulla genetica, in cui alcune mutazioni o varianti genetiche portano alla malattia? De Strooper la pensa così:

“Una variante genetica singola all'interno di una rete funzionale non porterà alla malattia. Tuttavia, molteplici varianti all'interno della stessa rete possono sbilanciare verso un disturbo che causa malattie. Tale ipotesi potrebbe anche spiegare l'enigma che alcuni individui con molta Aβ nel cervello non sviluppano sintomi clinici”.


“Anche se l'Aβ potrebbe essere l'innesco della malattia, è la conformazione genetica delle microglia, e forse di altri tipi di cellule, che determina se si induce una risposta patologica”, aggiunge Fiers. “Identificare quali varianti genetiche sono cruciali per tali disturbi della rete, e come portano a un'espressione genica alterata, sarà la prossima grande sfida”.

 

 

 


Fonte: VIB (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Annerieke Sierksma, Ashley Lu, Renzo Mancuso, Nicola Fattorelli, Nicola Thrupp, Evgenia Salta, Jesus Zoco, David Blum, Luc Buée, Bart De Strooper, Mark Fiers. Novel Alzheimer risk genes determine the microglia response to amyloid‐β but not to TAU pathology. EMBO Molecular Medicine, 17 Jan 2020,DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.