Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Vista un'associazione tra sedentarietà e rischio di demenza

Con il miglioramento costante delle condizioni di vita, aumenta l'aspettativa di vita umana. Alcuni studi hanno mostrato che sembra crescere gradualmente anche la prevalenza della demenza, una malattia neurologica complessa con un processo di sviluppo irreversibile e non lineare.


La demenza non ha solo una varietà di cause complesse, ma si porta con sé anche molti altri problemi di salute. Attualmente, la demenza è la quarta causa di morte dopo il cancro, le malattie cardiache e quelle cerebrovascolari nei pazienti anziani.


Gli studi hanno dimostrato che la riduzione dei fattori di rischio modificabili della demenza può contribuire alla sua prevenzione e controllo; quindi è notevolmente importante individuare i possibili fattori di rischio.


Negli ultimi anni, c'è stato un crescente interesse per l'esercizio fisico come trattamento non farmacologico per la demenza. Certo, alcuni studi hanno riportato che un regolare esercizio fisico può influenzare favorevolmente le funzioni fisiche e cognitive dei pazienti con demenza. Al contrario, l'inattività fisica e la sedentarietà sono considerati fattori di rischio di demenza.


Per trovare eventuali conferme al collegamento sedentarietà-demenza, ricercatori della Hainan Medical University (Cina) hanno fatto una revisione degli studi sull'argomento e ne hanno trovato 18 che soddisfavano i criteri della ricerca, con un totale di 250.063 partecipanti. Diciassette studi sono stati pubblicati dopo il 2000, e solo uno prima del 2000.


Dopo l'aggiustamento dei risultati per gli effetti concomitanti di età, sesso e livello di istruzione, tutti i gruppi di partecipanti hanno mostrato una correlazione positiva e statisticamente significativa tra il comportamento sedentario e il rischio di demenza.


Gli individui con comportamenti sedentari avevano un rischio superiore del 30% di sperimentare demenza rispetto agli individui che facevano esercizio fisico. Il comportamento sedentario è stato associato a diverse malattie croniche, anch'esse associate al deterioramento cognitivo e al rischio di demenza.


Dati precedenti avevano suggerito che il tempo di sedentarietà prolungata potrebbe compromettere il metabolismo del glucosio e dei lipidi, fattori di rischio riconosciuti del declino cognitivo e della demenza di ogni tipo. Inoltre, anche l'infiammazione è stata identificata come un potenziale fattore di rischio per la demenza. Proprio il comportamento sedentario potrebbe indurre o aggravare l'infiammazione individuale.


Infine, l'esercizio fisico è considerato un fattore protettivo per la demenza. Tuttavia, l'attività fisica diminuisce con l'età, mentre il comportamento sedentario aumenta. Uno degli studi ha trovato che aumenti del comportamento sedentario e del tempo sedentario erano significativamente presenti negli individui che stavano per andare in pensione e sono osservati costantemente negli adulti dopo i 60 anni.


Inoltre gli individui oltre gli 80 anni sono spesso coinvolti in comportamenti sedentari, con un tempo sedentario medio di 9 ore al giorno, eliminando i vantaggi degli esercizi fisici sulla salute cognitiva dell'individuo. Considerando la crescente prevalenza dei comportamenti sedentari nella società moderna, i risultati dello studio sono significativi per i decisori politici e per le istituzioni di istruzione sanitaria.

 

 

 


Fonte: Hainan Medical University via Transational Psychiatry (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Shijiao Yan, Wenning Fu, Chao Wang, Jing Mao, Bing Liu, Li Zou & Chuanzhu Lv. Association between sedentary behavior and the risk of dementia: a systematic review and meta-analysis. Translat. Psychiatry, 16 Apr '20, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.