Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Certe lamentele sulla memoria prevedono un futuro di demenza

Una ricerca guidata dalla dott.ssa Katya Numbers del Centre for Healthy Brain Ageing (CHeBA) della University of New South Wales di Sidney, ha dimostrato che certe lamentele sulla memoria da parte di anziani sono predittive di una futura demenza.


I risultati, pubblicati su PLoS ONE, sottolineano l'importanza per i medici di base di ascoltare i loro pazienti anziani su quanto concerne la memoria. La dott.ssa Numbers ha detto:

"Abbiamo scoperto che quando gli anziani vanno dal loro medico di medicina generale con lamentele cognitive soggettive specifiche per la memoria, sarebbe saggio prenderle sul serio in quanto potrebbero prevedere una futura demenza".


Le lamentele soggettive cognitive si riferiscono all'auto-esperienza di declino cognitivo di un individuo. La ricerca suggerisce sempre che questi disturbi soggettivi possono essere la fase più precoce di demenza preclinica rilevabile.
Secondo la dott.ssa Numbers, coordinatrice del Sydney Memory and Ageing Study del CHeBA, le lamentele cognitive soggettive hanno il potenziale di catturare i problemi quotidiani di memoria che non sempre sono rilevati dai test clinici.


“Le denunce cognitive soggettive possono essere auto-riferite o riportate da qualcuno vicino alla persona”, ha detto la dott.ssa Numbers. "Possono riferirsi a cambiamenti specifici nella capacità di memoria o a cambiamenti in altri domini cognitivi, come il linguaggio o la velocità di elaborazione”.


Lo studio Sydney Memory and Ageing (MAS) indaga sui tassi e i predittori di salute e di declino cognitivo degli anziani. Il MAS è interessato soprattutto a capire quando / perché adulti con funzione normale, che mostrano evidenze di declino della memoria o cognitivo, passano alla demenza oppure migliorano.


Questa ricerca estende il lavoro precedente del CHeBA che aveva esaminato la relazione tra lamentele auto-riferite di memoria o altri problemi cognitivi e quelle segnalate dalla famiglia o dagli amici, chiamati informatori. La ricerca ha valutato 873 anziani senza demenza alla prima valutazione. Lo studio ha anche esaminato 843 informatori che conoscevano i partecipanti abbastanza bene da commentare i cambiamenti nella loro capacità cognitiva.


Il prof. Henry Brodaty, responsabile del Memory and Ageing Study e condirettore del Cheba, ha detto che sono state effettuate valutazioni neuropsicologiche complete, inizialmente e ogni anno per sei anni. Le valutazioni sono state esaminate da un gruppo di medici esperti che ha fatto una diagnosi clinica di demenza per consenso.


Il professor Brodaty ha detto:

“Le lamentele cognitive specifiche della memoria, sia del partecipante che dell'informatore, sono state associate con il tasso di declino cognitivo globale. Se un informatore ha osservato che la persona aveva una memoria più scadente, sei anni dopo abbiamo trovato un declino della memoria e della funzione esecutiva (pianificazione, comprensione, pensiero astratto). Anche il rischio di demenza successiva è stato maggiore se i partecipanti si erano lamentati della memoria più scadente o se il loro informatore aveva notato cambiamenti nella memoria e nei tipi di cognizione non-memoria“ .


I risultati enfatizzano l'importanza delle impressioni soggettive di un anziano e la rilevanza delle percezioni degli informatori in relazione alla previsione di declino cognitivo. La dott.ssa Numbers ha detto

“Anche se molte persone con disturbi di memoria non sviluppano la demenza, ove possibile gli informatori dovrebbero segnalare eventuali modifiche delle abilità di memoria e non-memoria dell'individuo, poiché tali sintomi aumentano il rischio di un ulteriore declino”.

 

 

 


Fonte: Heidi Douglass in University of New South Wales (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Katya Numbers, John Crawford, Nicole Kochan, Brian Draper, Perminder Sachdev, Henry Brodaty. Participant and informant memory-specific cognitive complaints predict future decline and incident dementia: Findings from the Sydney Memory and Ageing Study. PLOS One, 12 May 2020, DOI

Copyright:
Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)