Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Prima terapia genica che potrebbe invertire la perdita di memoria negli esseri umani

Prof Lars Ittner Dr Arne IttnerIl prof. Lars Ittner (sinistra) e il dott. Arne Ittner, fratelli ricercatori del Centro Ricerca Alzheimer della Macquarie University.

Ricercatori della Macquarie University (Australia) hanno scoperto un nuovo trattamento che inverte gli effetti della perdita di memoria associata con il morbo di Alzheimer (MA) in uno studio su topi con demenza avanzata.


La ricerca, guidata da due fratelli, il dott. Arne Ittner e il prof. Lars Ittner, si basa sul loro lavoro iniziato nel 2016 che coinvolge una terapia genica innovativa, che usa un enzima presente naturalmente nel cervello, chiamato p38gamma. I ricercatori avevano scoperto che il p38gamma, se attivato, può modificare una proteina in modo da impedire lo sviluppo dei sintomi del MA.


Questa ultima ricerca, pubblicata su Acta Neuropathologica, ha fatto un passo ulteriore e ha dimostrato che il gene migliora o ripristina realmente gran parte della memoria nei topi con MA avanzato. È importante sottolineare che i loro risultati suggeriscono anche che la terapia genica può essere efficace in altre forme di demenza, come la demenza frontotemporale che colpisce persone molto più giovani, tra i 40 e i 50 anni.


La terapia genica è un processo in cui si introduce materiale genetico nelle cellule per sostituire i geni anomali o per produrre una proteina utile. Il prof. Lars Ittner, che è direttore del Dementia Research Centre della Macquarie University, dice:

“Quando abbiamo deciso di sviluppare questa terapia genica ci aspettavamo che bloccasse la progressione della demenza, ma non ci aspettavamo di vedere che non solo la blocca, ma ripristina completamente la perdita di memoria che era già lì quando abbiamo iniziato la terapia“.


La squadra ha dimostrato inoltre che la terapia genica è sicura anche a dosi elevate e quando è applicata a lungo termine, senza eventi avversi osservati durante lo studio. Il dott. Arne Ittner, primo autore dello studio, spiega:

“Dobbiamo capire meglio ciò che accade alle molecole nel cervello durante la demenza. Il nostro lavoro fornisce un pezzo molto potente in questo puzzle“.


Il passo successivo sarà quello di passare al test di sicurezza e di efficacia negli esseri umani. La Macquarie University sta attualmente esaminando in dettaglio lo sviluppo e il percorso normativo necessario per valutare la terapia genica nei pazienti umani. E sta valutando attivamente collaborazioni con potenziali investitori e aziende farmaceutiche.


“Sarà emozionante vedere come oltre 10 anni di ricerca di base per capire i meccanismi del MA ci faranno finalmente passare alla fase di sviluppo clinico, per dare eventualmente benefici a chi ne ha più bisogno, le persone che vivono con demenza”, ha detto il prof. Lars Ittner. “Questo dà speranze, in quanto ci sono molte terapie là fuori concentrate sulla prevenzione, ma niente per quelli già colpiti dalla malattia”.


I due ricercatori prevedono che il possibile successo di questa nuova terapia potrebbe essere alla portata degli esseri umani tra meno di 10 anni:

“Questo tempo potrebbe essere ridotto a cinque anni se vediamo il successo che abbiamo visto nei topi”.

 

 

 


Fonte: Macquarie University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Arne Ittner, Prita Riana Asih, Amanda Tan, Emmanuel Prikas, Josefine Bertz, Kristie Stefanoska, Yijun Lin, Alexander Volkerling, Yazi Ke, Fabien Delerue, Lars Ittner. Reduction of advanced tau-mediated memory deficits by the MAP kinase p38γ. Acta Neuropathologica, 29 July 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)