Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Un modo più conveniente per diagnosticare l'Alzheimer: proprio sotto il tuo naso

La Corea del Sud, come gli altri paesi con un rapido invecchiamento della popolazione, si trova ad affrontare un numero crescente di pazienti con demenza, di cui quelli con morbo di Alzheimer (MA) formano il gruppo più numeroso.


Purtroppo, il MA non ha ancora una cura completa; ma alcuni trattamenti hanno dimostrato di ritardare la sua progressione. Naturalmente, questo significa che la diagnosi tempestiva è essenziale, mentre i sintomi sono ancora miti, per massimizzare la qualità della vita del paziente.


Però le tecnologie attualmente disponibili per la diagnosi di MA sono limitate, perché comportano macchinari costosi e procedure invasive o scomode. Ora, con uno studio pubblicato di recente su Scientific Reports, scienziati del Daegu Gyeongbuk Institute of Science and Technology, suggeriscono un modo nuovo e molto più semplice di diagnosticare il MA, raccogliendo e analizzando specifiche proteine ​​nei campioni di secrezione nasale.


Il prof. Cheil Moon, che ha guidato lo studio, spiega come sono arrivati all'idea:

“Nel 2017, abbiamo scoperto nei topi che nelle prime fasi del MA si verifica una disfunzione olfattiva, e abbiamo suggerito che la causa dei sintomi è indotta dall'accumulo di specie solubili di oligomeri di amiloide-beta (Aβ) nel sistema olfattivo periferico. Abbiamo ipotizzato che oligomeri solubili di Aβ potrebbero essere rilevabili nella secrezione nasale e che potrebbero essere un parametro utile per monitorare la progressione della malattia”.


Per testare la loro ipotesi, hanno raccolto e confrontato campioni di secrezione nasale di 39 pazienti con MA e 21 persone da un gruppo di controllo di pari età. Hanno scoperto che i livelli di due particolari oligomeri Aβ (le forme aggregate di Aβ implicate, caratteristiche del MA) erano molto più elevati nei pazienti del gruppo MA.


Di più, i livelli della forma 'solubile' di questa proteina hanno potuto essere usati non solo per separare i soggetti sani dai pazienti con MA, ma anche per prevedere l'insorgenza e la progressione del MA nei tre anni successivi.


Anche se sono necessarie ulteriori ricerche per capire meglio il legame tra oligomeri Aβ nella secrezione nasale ed i deficit cognitivi legati al MA, i risultati sono certamente promettenti. Il prof. Moon osserva:

“Il test di routine delle secrezioni nasali sarebbe una scelta migliore per individuare il MA a causa dei suoi vari vantaggi, come il costo relativamente basso e la non invasività. I risultati del nostro studio introducono un approccio nuovo e semplice per valutare la progressione del MA”.


C'è la speranza che questa nuova tecnica diagnostica possa aiutare a rilevare in modo più semplice e veloce il MA e migliorare l'esito della malattia, portando così sollievo ai milioni di persone in tutto il mondo che ne soffrono.

 

 

 


Fonte: DGIST -Daegu Gyeongbuk Institute of Science and Technology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Seung-Jun Yoo, Gowoon Son, Jisub Bae, So Yeun Kim, Yong Kyoung Yoo, Dongsung Park, Seung Yeop Baek, Keun-A Chang, Yoo-Hun Suh, Yeong-Bae Lee, Kyo Seon Hwang, YoungSoo Kim, Cheil Moon. Longitudinal profiling of oligomeric Aβ in human nasal discharge reflecting cognitive decline in probable Alzheimer’s disease. Scientific Reports, 8 July 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.