Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Depressione peggiora nel tempo per i caregiver di pazienti con nuova diagnosi di demenza

Prendersi cura di un partner o coniuge con una nuova diagnosi di morbo di Alzheimer (MA) o di demenza correlata è associato ad un aumento del 30% dei sintomi depressivi, rispetto agli anziani che non hanno un coniuge con demenza, e questi sintomi sono sostenuti nel tempo, secondo un nuovo studio eseguito all'Università del Michigan.


Questa depressione sostenuta nel tempo è importante perché i partner sono spesso caregiver per molti anni, ha detto Melissa Harris, dottoranda della Facoltà di Infermieristica e prima autrice dello studio.


La ricerca suggerisce che la depressione può avere un picco dopo un evento traumatico (diagnosi del cancro, incidenti, morte, ecc.) ma che la maggior parte delle persone spesso torna alla salute emotiva precedente. Ciò non è accaduto con i caregiver di demenza.


La Harris e i professori di infermieristica Geoffrey Hoffman e Marita Titler hanno analizzato i dati di 16.650 anziani dell'Health and Retirement Study, quelli senza un partner con diagnosi di demenza, quelli con un partner la cui diagnosi è stata fatta negli ultimi due anni e quelli con un partner la cui diagnosi era più vecchia di due anni.


Lo studio della U-M differisce da quelli precedenti in alcuni dettagli importanti, dice la Harris, che con i colleghi ha esaminato i sintomi depressivi nel corso del tempo (piuttosto che la fotografia di un singolo momento) e il numero di sintomi depressivi segnalati, al contrario solo delle diagnosi di depressione grave, una soglia superata raramente. La depressione può variare da grave e persistente a lieve e temporanea, ma anche quest'ultima può ridurre in modo significativo la qualità della vita.


Il numero medio dei sintomi depressivi riportato dagli anziani con partner senza demenza era di 1,2. Le persone i cui partner avevano avuto la diagnosi negli ultimi due anni, hanno riportato ulteriori 0,31 sintomi (aumento del 27%) e quelli con i partner diagnosticati più di due anni prima, hanno riferito ulteriori 0,38 sintomi (aumento del 33%). I ricercatori hanno aggiustato i dati per le differenze socio-demografiche, la salute e il comportamento sanitario dei partner.


“Questo può non sembrare un aumento enorme dei sintomi depressivi, ma pensa a sentirti depresso o a sentirti irrequieto ogni giorno. Ciò può significare molto nella vita di un caregiver“, ha detto la Harris.


L'aumento dei sintomi è importante anche perché precedenti ricerche condotte da Hoffman, assistente professore di infermieristica e autore senior dello studio, avevano scoperto che cambiamenti simili nei sintomi depressivi sono associati con un aumento del 30% del rischio di cadute.


“Sappiamo che le cadute sono un altro esito comune e debilitante per questo gruppo, quindi il cambiamento dei sintomi depressivi che abbiamo visto potrebbe anche implicare dei cambiamenti nella salute fisica e funzionale di un caregiver”, ha detto la Harris.


“Che si tratti di caregiver che proteggono familiari da un infortunio, come abbiamo trovato nel lavoro precedente, o dello stato di demenza del coniuge che colpisce il caregiver, come abbiamo scoperto in questo studio, abbiamo visto che i familiari influenzano profondamente la salute di ciascuno, quindi un'assistenza clinica e di supporto si deve orientare di più intorno ai bisogni della famiglia“
, ha detto Hoffman.


L'isolamento sociale causato dalla pandemia aggiunge solo onere al caregiver:

“La pandemia danneggia i caregiver familiari a causa dell'isolamento sociale, e anche perché delle risorse sono state eliminate o adesso hanno un accesso limitato”, ha detto la Harris. “Molti caregiver hanno detto che si sentivano già socialmente isolati e che la pandemia non ha che amplificato questi sentimenti":


La maggior parte delle persone nei primi stadi di demenza vivono ancora a casa e sono curati da familiari non retribuiti, in primo luogo partner e coniugi, secondo la Harris. Cosa devono ricordare i caregiver? La Harris risponde:

“È molto importante chiedere consigli e assistenza nella fase iniziale. Abbiamo visto questi aumenti [di sintomi depressivi] entro i due anni e sono rimasti sostenuti per due anni e oltre. I caregiver dovrebbero ricordare che la loro salute è altrettanto importante di quella del partner e che impatta in modo sostanziale sulla salute della persona con demenza".

 

 

 


Fonte: University of Michigan (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Melissa Harris, Marita Titler, Geoffrey Hoffman. Associations Between Alzheimer’s Disease and Related Dementias and Depressive Symptoms of Partner Caregivers. Journal of Applied Gerontology, 29 Aug 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.