Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Diabete aumenta il danno neuritico intorno alle placche amiloidi dell'Alzheimer

Una nuova ricerca eseguita alla Università della Finlandia Orientale ha esplorato il ruolo del diabete nei cambiamenti cellulari e molecolari alla base del morbo di Alzheimer (MA). In un topo modello di MA, il diabete indotto attraverso una dieta ricca di grassi e zuccheri ha indebolito l'accumulo di cellule microgliali attorno alle placche amiloidi e ha aumentato la formazione di placche neuritiche con patologia tau prominente.


Oltre al topo modello, un'osservazione simile è stata fatta anche su pazienti di idrocefalo con diabete di tipo 2, che avevano un numero minore di microglia intorno alle placche amiloidi rispetto ai pazienti senza diabete. I risultati forniscono nuove preziose informazioni sui meccanismi cellulari attraverso cui il diabete di tipo 2 contribuisce al rischio e allo sviluppo del MA.


Il MA è la forma più comune di demenza, e manca ad oggi di una cura. Il MA è caratterizzato da un accumulo di peptidi amiloide-beta e da proteine ​​tau fosforilate nel cervello, che portano all'attivazione delle cellule immunitarie nel cervello: microglia e astrociti. Il MA provoca anche danni ad assoni e dendriti e, in ultima analisi, causa la morte delle cellule neuronali.


Studi genetici recenti hanno suggerito che le microglia hanno un ruolo chiave nello sviluppo del MA. Oltre alla genetica, il rischio di MA è influenzato dai fattori ambientali e di stile di vita, e dalle malattie associate con essi, come il diabete di tipo 2. Quest'ultimo è da tempo noto per aumentare il rischio di MA e influenzare il corso della malattia, ma gli eventi cellulari e molecolari alla base sono rimasti evasivi.


Nel nuovo studio, i topi transgenici modello di MA sono stati messi per sei mesi su un regime che assomiglia alla tipica dieta occidentale, che è ricca di grassi e zuccheri, e questo ha portato allo sviluppo del diabete nei topi. Nelle analisi comportamentali, i topi diabetici mostravano un deterioramento dell'apprendimento e della memoria rispetto ai topi sulla dieta standard.


L'analisi di massa dell'espressione RNA dei campioni cerebrali dei topi ha suggerito una risposta indebolita delle cellule microgliali all'amiloide-β, come pure un'attenuazione dei percorsi di segnalazione TREM2 e PI3K-Akt. L'analisi immunoistochimica di sezioni entorinali e ippocampali del cervello ha dato supporto a queste scoperte, poiché i topi diabetici avevano meno microglia e più neuriti distrofici intorno alle placche amiloidi rispetto ai topi con la dieta standard.


“Questo studio getta nuova luce a livello cellulare sul modo in cui il diabete contribuisce allo sviluppo del MA, e sottolinea in particolare l'importanza delle cellule immunitarie del cervello nel processo della malattia. I nostri risultati suggeriscono che il diabete può indebolire la capacità delle microglia di reagire all'amiloide-β dannosa. Sembra che il diabete possa portare alla formazione di placche neuritiche, che sono alterazioni patologiche caratteristiche del cervello di MA”, ha scritto il primo autore Teemu Natunen dell'Istituto di Biomedicina dell'Università della Finlandia orientale.


L'alimentazione occidentale non si è associata con l'accumulo complessivo di amiloide-β nel cervello dei topi MA.


“Una dieta ricca di grassi e zuccheri, cioè la dieta occidentale tipica, è nota per aumentare il rischio di diabete di tipo 2, e in questo modo, contribuisce forse anche allo sviluppo del MA”, scrive il prof. Heikki Tanila del A. I. Virtanen Institute for Molecular Sciences dell'Università della Finlandia orientale.


I ricercatori hanno in seguito analizzato biopsie corticali di pazienti con idrocefalo normoteso idiopatico, raccolti e studiati dal gruppo di ricerca del professor Ville Leinonen del Kuopio University Hospital.


I campioni corticali umani hanno mostrato cambiamenti che erano simili a quelli osservati nei topi: nei pazienti con idrocefalo normoteso con diabete di tipo 2, il numero di microglia intorno alle placche amiloidi era inferiore rispetto ai pazienti non diabetici.

 

 

 


Fonte: University of Eastern Finland (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Teemu Natunen, Henna Martiskainen, ..., Heikki Tanila & Mikko Hiltunen. Diabetic phenotype in mouse and humans reduces the number of microglia around β-amyloid plaques. Molecular Neurodegeneration, 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)