Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Rischio di morte per demenza è più alto nel disagio socioeconomico

Una grande percentuale dei decessi per demenza in Inghilterra e nel Galles può essere dovuta alla privazione socioeconomica, secondo la nuova ricerca guidata dalla Queen Mary University di Londra. Il team ha anche scoperto che la privazione socioeconomica era associata a un'età più giovane alla morte con demenza e a un minore accesso a una diagnosi accurata.


La demenza è la causa principale di morte in Inghilterra e Galles, anche durante la pandemia Covid, ed è l'unica malattia nelle prime dieci cause di morte senza un trattamento efficace.


La ricerca, pubblicata sul Journal of Alzheimer’s Disease, ha esaminato le statistiche ufficiali della mortalità in Inghilterra e in Galles, e ha scoperto che nel 2017 almeno 14.837 morti per demenza erano attribuibili alla privazione, equivalenti al 21,5% di tutte le morti per demenza in quell'anno. Il team ha anche scoperto che l'effetto di questa associazione sembra aumentare nel tempo.


L'autore senior, il dott. Charles Marshall del Queen Mary's Wolfson Institute, il cui lavoro è finanziato dalla Barts Charity, ha dichiarato:

"Capire come potremmo prevenire le morti per demenza è particolarmente importante. La disuguaglianza socioeconomica persistente e allargata potrebbe avere un impatto non riconosciuto sulla salute del cervello. Affrontare questa disuguaglianza potrebbe essere una strategia importante per aiutare ad arginare la marea crescente della demenza".


Sono stati ipotizzati vari fattori che mediano la relazione tra demenza e privazione socioeconomica, che comprendono l'istruzione, la dieta, i fattori di rischio vascolare, lo stress e l'accesso all'assistenza sanitaria.


È probabile che la qualità più scarsa della diagnosi nei pazienti più disagiati significhi che sono svantaggiati in termini di prognosi, consulenza, pianificazione di cure future, accesso a trattamenti sintomatici appropriati e opportunità di partecipare alle ricerche.


I ricercatori affermano che, sebbene non sia stato ancora stabilita una relazione causale diretta tra lo status socioeconomico e la demenza, la privazione potrebbe essere un obiettivo importante negli approcci sanitari pubblici volti a ridurre il peso della demenza nella popolazione.


Lo studio ha limitazioni in quanto è osservazionale, il che significa che non può confermare un legame causale tra privazione e demenza, e mancano dettagli su specifici sottotipi di demenza all'interno dei dati ONS, che possono portare a un accertamento incompleto dei casi di demenza.

 

 

 


Fonte: Queen Mary University of London (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Mark Jitlal, Guru Amirthalingam, Tasvee Karania, Eve Parry, Aidan Neligan, Ruth Dobson, Alastair Noyce, Charles Marshall. The influence of socioeconomic deprivation on dementia mortality, age at death and quality of diagnosis: a nationwide death records study in England and Wales 2001-2017. Journal of Alzheimer’s Disease, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)