Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La carne trasformata potrebbe aumentare il rischio di demenza

Scienziati del gruppo di epidemiologia nutrizionale dell'Università di Leeds hanno analizzato i dati di 500.000 persone, scoprendo che consumare una porzione di 25g di carne lavorata al giorno, equivalente a una fetta sottile di pancetta, si è associato a un aumento del 44% del rischio di sviluppo della malattia.


Ma i loro risultati mostrano anche che mangiare carne rossa non trasformata, come carne di manzo, di maiale o di vitello, potrebbe essere protettivo, poiché le persone che ne hanno consumato 50g al giorno avevano un rischio ridotto del 19% di sviluppare la demenza.


I ricercatori volevano capire se c'è un legame tra il consumo di carne e lo sviluppo della demenza, una malattia che colpisce dal 5% all'8% degli over-60 anni in tutto il mondo. I loro risultati sono stati pubblicati sull'American Journal of Clinical Nutrition.


La prima autrice Huifeng Zhang, dottoranda della Facoltà di Scienze dell'Alimentazione e della Nutrizione, ha dichiarato:

"La prevalenza della demenza è in aumento in tutto il mondo e la dieta come fattore modificabile potrebbe avere un ruolo. La nostra ricerca si aggiunge al crescente corpo di evidenze che collega il consumo di carne trasformata a un aumento del rischio di varie malattie non trasmissibili".


La ricerca, supervisionata dalle prof.sse Janet Cade e Laura Hardie, entrambe della Leeds, ha esaminato dati forniti dalla UK Biobank, una banca dati contenente informazioni genetiche e sanitarie approfondite di mezzo milione di partecipanti da 40 a 69 anni di età, per indagare sulle associazioni tra i diversi tipi di carne e il rischio di sviluppare la demenza.


I dati includevano la frequenza di consumo di diversi tipi di carne, con sei opzioni, dal mai a una o più volte al giorno, nel periodo 2006-2010. Lo studio non ha valutato specificamente l'impatto di una dieta vegetariana o vegana sul rischio di demenza, ma includeva dati di persone che hanno detto di non mangiare carne rossa.


Tra i partecipanti, sono emersi 2.896 casi di demenza sugli 8 anni analizzati. Queste persone erano in genere più anziane, più disagiate economicamente, meno istruite, con più probabilità di fumare, meno attive fisicamente, con più probabilità di avere una storia di ictus e di demenza familiare, e più probabilità di essere portatrici di un gene altamente associato alla demenza.


La diagnosi di demenza ha interessato più uomini che donne nella popolazione dello studio. Alcune persone avevano da tre a sei volte più probabilità di sviluppare la demenza a causa di fattori genetici ben consolidati, ma i risultati suggeriscono che i rischi di mangiare carne lavorata erano gli stessi, che la persona fosse o no geneticamente predisposta allo sviluppo della malattia.


Coloro che hanno consumato maggiori quantità di carne lavorata avevano più probabilità di essere maschi, meno istruiti, fumatori, sovrappeso o obesi, con consumo inferiore di verdure e frutta, e avevano una maggiore assunzione di energia, proteine ​​e grassi (inclusi i grassi saturi).


Il consumo di carne era già stato associato al rischio di demenza, ma questo è ritenuto il primo studio su larga scala di partecipanti nel tempo a esaminare un legame tra specifici tipi e quantità di carne e il rischio di sviluppare la malattia.


Ci sono circa 50 milioni di casi di demenza a livello globale, con circa 10 milioni di nuovi casi diagnosticati ogni anno. Il morbo di Alzheimer costituisce il 50%-70% dei casi e la demenza vascolare intorno al 25%. Il suo sviluppo e progressione sono associati sia a fattori genetici che ambientali, compresa la dieta e lo stile di vita.


La Zhang ha detto:

"È necessaria un'ulteriore conferma, ma la direzione dell'effetto è legata alle attuali linee guida alimentari salutari che suggeriscono che l'assunzione limitata di carne rossa non trasformata potrebbe dare benefici alla salute".


La prof.ssa Cade ha detto:

"Tutto ciò che possiamo fare per esplorare potenziali fattori di rischio per la demenza può aiutarci a ridurre i tassi di questa condizione debilitante. Questa analisi è un primo passo per capire se ciò che mangiamo potrebbe influenzare quel rischio".

 

 

 


Fonte: University of Leeds (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Huifeng Zhang, Darren Greenwood, Harvey Risch, David Bunce, Laura Hardie, Janet Cade. Meat consumption and risk of incident dementia: cohort study of 493,888 UK Biobank participants. American Journal of Clinical Nutrition, 22 Mar 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.