Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'intelligenza artificiale potrebbe 'decifrare il linguaggio dell'Alzheimer'

G3BP1 microtubules arsenite 002Nell'immagine del microscopio a fluorescenza, i condensati proteici che si formano all'interno delle cellule viventi. (Fonte: Weitz Lab, Harvard University)

I potenti algoritmi utilizzati da Netflix, Amazon e Facebook possono 'prevedere' il linguaggio biologico del cancro e delle malattie neurodegenerative come l'Alzheimer, secondo quanto hanno scoperto degli scienziati.


La grande quantità di dati prodotti in decenni di ricerca sono stati immessi in un modello di linguaggio del computer per vedere se l'intelligenza artificiale può fare scoperte più avanzate rispetto agli umani.


Accademici del St John's College all'Università di Cambridge, hanno scoperto che la tecnologia di apprendimento automatico potrebbe decifrare la 'lingua biologica' del cancro, dell'Alzheimer e di altre malattie neurodegenerative. Il loro studio innovativo è pubblicato su PNAS e potrebbe essere usato in futuro per "correggere gli errori grammaticali all'interno delle cellule che causano la malattia".


Il prof. Tuomas Knowles, autore senior dello studio, docente del St John's College, ha dichiarato:

"Portare la tecnologia di apprendimento automatico nella ricerca sulle malattie neurodegenerative e nel cancro è un cambio assoluto di gioco. Alla fine, l'obiettivo sarà usare l'intelligenza artificiale per sviluppare farmaci mirati che alleviano drasticamente i sintomi o prevengono del tutto la demenza".


Ogni volta che Netflix consiglia di guardare una serie o Facebook suggerisce qualcuno con cui fare amicizia, le piattaforme usano potenti algoritmi di apprendimento automatico per fare supposizioni altamente informate su ciò che la gente farà dopo. Gli assistenti vocali come Alexa e Siri possono persino riconoscere le singole persone e 'chiacchierare' istantaneamente con te.


La dott.ssa Kadi Liis Saar, prima autrice dello studio e ricercatrice del St John's College, ha usato una tecnologia di apprendimento automatico simile per addestrare un modello di linguaggio su larga scala che doveva esaminare ciò che accade quando qualcosa va storto con le proteine ​​all'interno del corpo e che causa le malattie:

"Il corpo umano è la sede di migliaia e migliaia di proteine ​​e gli scienziati non conoscono ancora la funzione di molte di loro. Abbiamo chiesto a un modello di linguaggio basato sulla rete neurale di imparare il linguaggio delle proteine.

"Abbiamo chiesto specificamente al programma di imparare il linguaggio dei condensati biomolecolari cambia-forma, goccioline di proteine ​presenti sulle cellule, che gli scienziati hanno davvero bisogno di comprendere per decodificare il linguaggio della funzione biologica e del malfunzionamento che causa il cancro e le malattie neurodegenerative come l'Alzheimer. Abbiamo trovato che potrebbe imparare, senza che gli venga detto esplicitamente, quello che gli scienziati hanno già scoperto sul linguaggio delle proteine in decenni di ricerca".


Le proteine ​​sono molecole grandi e complesse con molti ruoli critici nel corpo. Fanno la maggior parte del lavoro nelle cellule e sono necessari per la struttura, la funzione e la regolazione dei tessuti e degli organi del corpo; gli anticorpi, ad esempio, sono una proteina che protegge il corpo. Le malattie di Alzheimer, Parkinson e Huntington sono tre delle più comuni malattie neurodegenerative, ma gli scienziati credono che ce ne siano diverse centinaia.


Nell'Alzheimer, che colpisce 50 milioni di persone in tutto il mondo, le proteine diventano malvagie, formano i ciuffi e uccidono le cellule nervose sane. Un cervello sano ha un sistema di controllo della qualità che gestisce in modo efficace queste masse potenzialmente pericolose di proteine, chiamate aggregati.


Gli scienziati ora pensano che alcune proteine ​​disordinate formino anche gocce di proteine ​​simili a liquido, chiamate 'condensati', che non hanno una membrana e si fondono liberamente l'una con l'altra. A differenza degli aggregati delle proteine ​​che sono irreversibili, i condensati di proteine ​​possono formarsi e riformarsi e sono spesso paragonati ai grumi di cera cambia-forma delle lampade 'lava'.


Il prof. Knowles ha detto:

"I condensati di proteine ​​hanno recentemente attirato molta attenzione nel mondo scientifico perché controllano gli eventi chiave nella cellula come l'espressione genica (come il nostro DNA viene convertito in proteine) e la sintesi proteica (come le cellule producono proteine).

"Qualsiasi difetto collegato con queste gocce di proteine ​​può portare a malattie come il cancro. Questo è il motivo per cui ​​è vitale portare la tecnologia naturale di elaborazione del linguaggio nella ricerca sulle origini molecolari del malfunzionamento delle proteine, se vogliamo riuscire a correggere gli errori grammaticali all'interno delle cellule che causano le malattie".


La dott.ssa Saar ha dichiarato:

"Abbiamo alimentato l'algoritmo con tutti i dati che abbiamo sulle proteine ​​conosciute così che potesse imparare e prevedere il linguaggio delle proteine ​​allo stesso modo in cui questi modelli apprendono il linguaggio umano e come Whatsapp sa come suggerire le parole da usare.

"Quindi siamo riusciti a chiedergli a proposito della grammatica specifica che conduce solo alcune proteine ​​a formare condensati all'interno delle cellule. È un problema molto impegnativo e il suo sblocco ci aiuterà ad apprendere le regole del linguaggio della malattia".


La tecnologia di apprendimento automatico si sta sviluppando a un ritmo rapido per la disponibilità crescente di dati, l'aumento della potenza di calcolo e i progressi tecnici che hanno creato algoritmi più potenti. L'ulteriore uso dell'apprendimento automatico potrebbe trasformare il futuro della ricerca sul cancro e sulle malattie neurodegenerative.


Le scoperte potrebbero riguardare cose oltre a quelle che gli scienziati conoscono e ipotizzano attualmente sulle malattie, e potenzialmente anche oltre ciò che il cervello umano può capire senza l'aiuto dell'apprendimento automatico.


La dott.ssa Saar ha spiegato:

"L'apprendimento automatico può essere privo delle limitazioni di ciò che i ricercatori ritengono siano gli obiettivi dell'esplorazione scientifica e può significare che si possano trovare nuove connessioni che non abbiamo ancora nemmeno concepito. È davvero molto entusiasmante".


La rete sviluppata è stata resa accessibile liberamente per i ricercatori di tutto il mondo, per consentire ad altri scienziati di applicare i progressi.

 

 

 


Fonte: University of Cambridge (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Kadi Saar, Alexey Morgunov, Runzhang Qi, William Arter, Georg Krainer, Alpha Lee, Tuomas Knowles. Learning the molecular grammar of protein condensates from sequence determinants and embeddings. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.