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Nuove prove del legame tra batteri intestinali e neurodegenerazioni

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Le malattie neurodegenerative come l'Alzheimer, il Parkinson e la SLA interessano milioni di adulti, ma gli scienziati non sanno ancora cosa causa queste malattie, il che rappresenta un ostacolo significativo per sviluppare trattamenti o misure preventive.


Ricerche recenti suggeriscono che le persone con queste condizioni hanno dei cambiamenti nella composizione batterica del loro tratto digestivo. Tuttavia, data l'enorme diversità dei microbi presenti nel corpo umano, identificare quali batteri possono essere associati alla neurodegenerazione è come cercare un ago in un pagliaio.


Alla ricerca di quel proverbiale ago, gli scienziati dell'Università della Florida stanno esaminando un luogo inaspettato: il tratto digestivo di un minuscolo verme traslucido chiamato Caenorhabditis elegans.


Una nuova ricerca pubblicata su PLOS Pathogens ha stabilito, per la prima volta, un collegamento tra specie specifiche di batteri e le manifestazioni fisiche di malattie neurodegenerative. La prima autrice dello studio è Aysssa Walker, dottoranda di microbiologia e scienze cellulari della UF.


"Esaminare il microbioma è un approccio relativamente nuovo per indagare su ciò che causa le malattie neurodegenerative. In questo studio, siamo riusciti a dimostrare che specie specifiche di batteri hanno un ruolo nello sviluppo di queste condizioni", ha dichiarato Daniel Czyż, consulente per la tesi della Walker.

 

 

 


Fonte: University of Florida (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Alyssa Walker, Rohan Bhargava, Alfonso Vaziriyan-Sani, Christine Pourciau, Emily Donahue, Autumn Dove, Michael Gebhardt, Garrett Ellward, Tony Romeo, Daniel Czyż. Colonization of the Caenorhabditis elegans gut with human enteric bacterial pathogens leads to proteostasis disruption that is rescued by butyrate. PLOS Pathogens, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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