Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Apparecchio simula gli odori del pasto, per ricordare ai pazienti di demenza di mangiare

Apparecchio simula gli odori del pasto, per ricordare ai pazienti di demenza di mangiare

La malnutrizione è un sintomo diffuso della demenza, un problema che spesso vola sotto il radar. Gli studi nel Regno Unito hanno dimostrato che fino al 45% dei pazienti affetti da demenza dopo la diagnosi perdono peso in modo significativo, e fino al 50% non mangia abbastanza.


L'Ode, un nuovo dispositivo proposto della società britannica di design Rodd, rilascia odori di cibo familiari tre volte al giorno, intorno al tempo dei pasti, per incoraggiare le persone con demenza a mangiare e a rimanere in buona salute. Pensiamo ad esso a come una sveglia di fragranza.


Com'è nato il progetto: Due anni fa, la Rodd si è aggregata ad un programma governativo chiamato «Vivere bene con la demenza». Il programma reclutava progettisti che credevano di poter aiutare le persone affette da demenza ripensando il design. Legandosi all'esperto di fragranza Lizzie Olstrom, i designer della Rodd hanno cominciato a lavorare su Ode, nella speranza di poter contribuire a progettare una soluzione semplice e intuitiva per affrontare la malnutrizione.


Ci sono alcune ragioni della drastica perdita di peso e malnutrizione dei malati di demenza. In primo luogo, una diagnosi di demenza (che può includere almeno 15 malattie neurologiche, tra cui l'Alzheimer) spesso porta alla depressione, afferma Ben Davies, Amministratore Delegato di Rodd e co-inventore di Ode. "All'inizio, non ti senti bene. Ti senti depresso e confuso. L'ultima cosa che si fa è concentrarsi sulla dieta", dice. Ciò mette a dura prova i caregiver già sovraccarichi, sia in casa che in strutture residenziali. Di più, nelle strutture, i malati di demenza sono spesso scollegati dal processo di produzione del cibo. "I caregiver non hanno molto tempo", dice Davies. "Le persone diventano davvero estranei al cibo appetitoso, di alta qualità".


Perché tentare di innescare l'appetito dei pazienti attraverso l'odore? Anche se la perdita dell'olfatto è un primo sintomo di alcune malattie neurologiche, rimane l'unico senso in cui i ricettori sono collegati direttamente al sistema limbico, che controlla le risposte emotive. Ecco perché un odore è legato in modo inestricabile alla memoria. Davies ed i suoi colleghi sono stati ispirati dalla ricerca sull'uso di fragranze per stimolare i ricordi dei pazienti nelle strutture di assistenza. In 20 settimane hanno fatto un prototipo funzionante di Ode.


Un problema: Come si fa a personalizzare il dispositivo? Non tutti saranno attirati a tavola dagli stessi odori del cibo. "Immagina di essere un vegetariano seduto in una stanza piena di odore di pancetta", dice Davies. "Abbiamo sempre cercato di farlo personale, semplice, non minaccioso, umile e dal design più elegante possibile". Con l'aiuto di Olstrom, i designer hanno creato fragranze su misura che sono più simili possibile ai veri odori del cibo. Questi sono attualmente divisi in tre "menu" di tre profumi ciascuno, tra cui i tradizionali cibi inglesi come crostata di ciliegie e brasati di manzo. Tre fragranze sono facilmente inserite da un caregiver nel dispositivo, della durata di tre mesi. Qualsiasi fragranza che uscirà per Ode in futuro sarà in grado di inserirsi in questo sistema, quindi la gamma di possibili fragranze è potenzialmente illimitata.

ode-bottom.jpg
Un altro problema: come si fa a garantire che i pazienti affetti da demenza possano sentire i profumi per più di pochi minuti? Il nostro cervello si desintonizza sui nuovi odori dopo circa 4 minuti, e alcuni pazienti hanno problemi di mobilità. Per risolvere questo, Ode è programmato per rilasciare gli odori a onde, riscaldando la fragranza, e quindi attiva una ventola che la espelle nell'aria e contemporaneamente raffredda la bottiglia in modo che sia restituito al suo stato originale prima di essere riscaldata di nuovo. In questo modo, ogni «sveglia» esce in onde per almeno tre ore, quindi se qualcuno vuole mangiare alle ore 10 invece delle 8, il profumo continua a stimolare il suo appetito.


I risultati che Ode ha prodotto sono promettenti, secondo i progettisti. "Il lavoro di test che abbiamo fatto indica che circa il 50% delle persone che lo usano stabilizza il peso o lo aumenta. E' incredibilmente raro", dice Davies. Egli sottolinea che Ode non è inteso come un dispositivo medico, ma come un modo per aiutare gli altri trattamenti che ricevono i pazienti di demenza. Altri vantaggi di questo prodotto sono più nebulosi, come la possibilità di provocare conversazioni tra caregiver e pazienti su ricordi e pensieri, qualcosa di raro e di vitale importanza per persone che tendono ad essere estremamente isolate.


Naturalmente, non tutte le persone con demenza possono sentire l'odore. E le malattie che rientrano sotto l'ombrello di «demenza» sono complesse; nessun dispositivo risolverà un problema come la perdita di peso. Di più, i dispositivi costano circa £270+Iva (circa € 375+Iva) per un kit di partenza con 3 mesi di profumi, mentre un abbonamento alle fragranze della durata di un anno viene a £350 +Iva (€ 485+Iva). Ogni tris di fragranze costa £40 +Iva (€ 55 + Iva). Questi prezzi potrebbero essere un peso difficile da sostenere per le strutture di assistenza che sono già a corto di soldi.


Tuttavia, visto l'invecchiamento della popolazione mondiale, la demenza sta mettendo a dura prova le famiglie e l'economia in generale. Prodotti come Ode non sono l'unica soluzione possibile, ma dimostrano che è più che mai necessario il pensiero innovativo per migliorare la qualità della vita di un gruppo di persone che sono spesso maltrattate e ignorate.

 

 

 

 


Fonte: Fastcodesign.com (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari. Foto: Ode

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.