Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'insulina può essere un predittore per l'Alzheimer?

Potrebbe essere l'Alzheimer una forma di diabete? I livelli cerebrali di insulina e il suo recettore cellulare collegato cadono durante le prime fasi della malattia, e con il continuo calo dei livelli di insulina, la malattia diventa più grave.

Ora, i medici stanno guardando ai problemi di memoria, come l'Alzheimer, come a una forma di fame del cervello, e un medico dice che il metabolismo del glucosio può essere la chiave per contribuire a prevenire questa malattia mortale.

L'Alzheimer è la forma più comune di demenza. Il più delle volte, è diagnosticato in persone con più di 65 anni, anche se la forma meno diffusa (quella ad esordio precoce) può partire molto prima. Nel 2006, vi erano oltre 26 milioni di malati in tutto il mondo. Si prevede che interesserà 1 persona su 85 a livello globale entro il 2050. Uno studio recente ha dimostrato che l'incapacità del cervello di utilizzare correttamente il glucosio può essere un fattore chiave nello sviluppo della malattia.

"Il diabete di Tipo 1 e 2 sono diabete del corpo, il che significa che il corpo non può gestire lo zucchero in modo corretto. Invece nel diabete di Tipo 3 il cervello non riesce a gestire correttamente lo zucchero", ci ha detto Larry McCleary, MD, neurochirurgo e autore del libro Alimenta il cervello, Perdi pancia. Il Dr. McCleary dice che i diabetici hanno quattro volte di più il rischio di sviluppare l'Alzheimer, e quelli con prediabete hanno un rischio triplo. L'insulina e la sua proteina correlata, il fattore di crescita-I insulino-collegato, perdono la capacità di legarsi ai recettori delle cellule. Questo crea una resistenza ai fattori di crescita insulinici, causando il malfunzionamento delle cellule e la loro morte.

"Se non riesci a gestire la tua fonte principale di combustibile, non puoi produrre energia, e perdi la funzionalità, e questo è più o meno ciò che accade nell'Alzheimer", spiega il Dott. McCleary. "Modifiche al metabolismo del glucosio cerebrale si possono verificare nelle persone che non hanno sintomi. I loro cervelli funzionano normalmente tra i 20 e 30 anni, ma comunque, se si scansionano, si possono vedere sottili cambiamenti nel metabolismo del glucosio nel cervello, ma non proprio in tutto il cervello. Avvengono in realtà in aree in cui l'Alzheimer si sviluppa quando hai 65 o 75 anni".

Dice che per prevenire il diabete del cervello e del corpo, è importante modificare lo stile di vita per alimentare il cervello, pur mantenendo stabile lo zucchero nel sangue e i livelli di insulina. "Se il tuo cervello funziona normalmente, ma sta cominciando a non funzionare normalmente, è il momento di cominciare a pensare di fare qualcosa al riguardo", dice il Dott. McCleary . "Se perdi peso, puoi portare il metabolismo del glucosio alla normalità. Se si può fare prima di danneggiare le cellule cerebrali in modo permanente, prevedo che si dovrebbe essere in grado di invertire i cambiamenti nel cervello."

Dice che le persone con una storia familiare di Alzheimer, o coloro che hanno avuto un trauma cranico che ha portato alla perdita della memoria dovrebbero controllarsi facendo un semplice test di tolleranza al glucosio, di tanto in tanto. "Se il livello di glucosio nell'insulina migliora, probabilmente pure la salute del tuo cervello migliorerà, ma è meglio farlo presto, anche se tutto è ancora funzionante, piuttosto che aspettare fino a quando le cellule nervose iniziano a morire, perché una volta che succede non vengono sostituite", ha detto il Dott. McCleary.

Il Dr. McCleary dice che se l'insulino-resistenza potesse essere minimizzata facendo scelte alimentari corrette, si stima che il 40 per cento dei casi di Alzheimer potrebbero essere evitati.

 


Fonte: Intervista con il Dr. Larry McCleary al 19° Congresso Mondiale su Anti-Invecchiamento e Medicina Estetica, tenutosi a Orlando/Florida il 7-9 aprile 2011

 

Scritto da Fernanda Barros su Ivanhoe Health il 13 aprile 2011 Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.