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Perché così tanti anziani con perdita di memoria e demenza non sono testati?

Uno studio della Università del Michigan ha trovato che più della metà delle persone con segni di demenza non ne hanno mai parlato al medico, indicando la necessità di un uso maggiore di controlli cognitivi.

Perché così tanti anziani con perdita di memoria e demenza non sono testati?I segni di allarme della demenza: Incapacità di ricordare le cose, fare la stessa domanda o ripetere la stessa storia di continuo, perdersi in luoghi familiari, non riuscire a seguire la direzione o le istruzioni, essere disorientati sul tempo, le persone e i luoghi, trascurare la sicurezza personale, l'igiene e l'alimentazione. (Fonte: National Institute on Aging)Un nuovo studio ha scoperto che, nonostante i segni evidenti che la loro memoria e le capacità di pensiero siano in discesa, più della metà degli anziani con questi sintomi non ne hanno parlato al medico.


I ricercatori dell'università del Michigan ed i loro colleghi dicono che questi risultati suggeriscono che almeno 1,8 milioni di americani over-70 con demenza non sono stati valutati per i sintomi cognitivi da un operatore sanitario, fatto che in alcuni di essi può portare a impedire di scoprire le cause modificabili dei disturbi di pensiero e di memoria.


Lo studio, pubblicato online in Neurology, documenta una chiara mancanza di test clinici per gli anziani con segni di problemi cognitivi. Quelli che erano sposati, e quelli con la maggiore quantità di sintomi di demenza, avevano la probabilità più alta di aver subito una valutazione della memoria e della capacità di pensare da parte di un medico di cure primarie, un neurologo o uno psichiatra. Lo studio includeva persone che soffrivano dal decadimento cognitivo lieve fino alla demenza grave, per qualsiasi causa.


"La valutazione precoce e l'identificazione delle persone affette da demenza permette loro di ricevere prima le cure", dice l'autore dello studio Vikas Kotagal, MD, MS, che vede i pazienti all'Health System dell'Università del Michigan ed è un assistente professore nel Dipartimento di Neurologia dell'università. "Può aiutare le famiglie a preparare piani per la cura, ad aiutare nelle attività quotidiane (compresa la supervisione dell'assunzione dei farmaci) e a tenere sotto controllo i problemi futuri che possono verificarsi. In alcuni casi, questi interventi potrebbero migliorare sensibilmente la qualità della vita della persona".

 

Test clinici gratuiti per la demenza messi ora a disposizione di tutti gli anziani da Medicare

I dati dello studio provengono da prima che entrasse in vigore il regime di esami gratuiti annuali di Medicare sul benessere degli anziani, che è partito nel 2011 in base all'Affordable Care Act e devono includere una valutazione cognitiva.


Anche così, dice Kotagal, "i risultati di questo studio hanno implicazioni sia nell'assistenza primaria che in quella specialistica. E' importante riconoscere il deterioramento cognitivo nei soggetti anziani, ed i medici dovrebbero esplorare le cause dell'insorgenza della demenza e comunicare questi risultati in modo chiaro ai pazienti e ai familiari in modo che possano avere queste informazioni quando lasciano lo studio".

[...]

 

Prossima fermata: Scoprire perché

Anche se lo studio non risponde alla domanda del perché le persone con segni di demenza non vengano testate, Kotagal suggerisce che possono essere coinvolti molti fattori: alcuni dipendenti dal paziente, alcuni dai medici, e altri dalla natura del nostro sistema sanitario.


Molti pazienti e medici, dice, possono percepire che gli esami clinici cognitivi non sono abbastanza validi. Ma gli esperti hanno dimostrato che possono migliorare i risultati medici e contribuire a ridurre i costi sociali. Ad esempio, sapere che un ictus o i problemi vascolari nel cervello causano la demenza potrebbe portare i pazienti a lavorare per controllare i fattori di rischio, come la pressione del sangue, che altrimenti potrebbero causare continui peggioramenti.


I prossimi passi nella ricerca su questo argomento sono: scoprire perché i pazienti non vengono testati, e quali parti del processo diagnostico sono più preziosi per i pazienti e i loro caregiver.

 

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Oltre a Kotagal, hanno collaborato allo studio Kenneth Langa, MD, Ph.D., che detiene cattedre sia alla Medical School che all'Istituto per la ricerca sociale; il neurologo Roger Albin, MD, il neuropsicologo Bruno Giordani, Ph.D. e il ricercatore Mohamed Kabeto, MS, tutti della U-M. Gli autori provenienti da altre istituzioni sono Brenda Plassman, Ph.D. della Duke University, che dirige lo studio ADAMS da cui sono stati ottenuti i dati sui pazienti affetti da demenza; e James Burke, MD, Ph.D., Gwenith G. Fisher, PhD, Robert B. Wallace, MD, MS, David C. Steffens, MD, MH e Norman Foster L., MD.

Lo studio è stato finanziato dalla University of Michigan, dal National Institute on Aging e dalla University of Utah.

 

 

 

 


FonteUniversity of Michigan  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Vikas Kotagal et al. Factors associated with cognitive evaluations in the United States. Neurology, 2014 DOI: 10.1212/WNL.0000000000001096

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