Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Problemi con il comportamento nella demenza? Prova l'ABC.

Sebbene molti problemi specifici nella demenza siano gestiti meglio con soluzioni altrettanto specifiche, ci sono alcuni approcci generali che si possono applicare a una vasta gamma di situazioni. Come primo approccio generale, discuteremo come capire meglio i comportamenti esaminando quello che è successo prima del comportamento e cosa è avvenuto dopo.

 

L'ABC del cambio di comportamento: Antecedenti, Behaviors (comportamenti), Conseguenze

Tutti i comportamenti hanno uno scopo. Trovi questa affermazione sorprendente? Lo scopo di un comportamento potrebbe essere quello di esprimere un'emozione, come frustrazione o rabbia. Potrebbe essere quello di soddisfare un bisogno, come la fame o l'affetto. Potrebbe anche essere comunicare informazioni, come "Voglio essere lasciato solo", o "Voglio rimanere in macchina".


Per gestire i comportamenti problematici, devi prima capire lo scopo che sta dietro di loro. L'ABC del cambio di comportamento fornisce un quadro per capire perché si verificano comportamenti problematici. Puoi identificare l'antecedente, o cosa stava succedendo con la persona cara prima che ci sia stato un comportamento. Puoi anche identificare la conseguenza o cosa è successo dopo che c'è stato il comportamento.


Mantenere un registro che identifica gli antecedenti e le conseguenze che circondano un comportamento problematico ti consente di identificare gli schemi del motivo per cui il comportamento si sta verificando, scegliere un intervento per cercare di migliorare il comportamento, applicare quell'intervento e rivalutare se l'intervento funziona o se hai bisogno di provare qualcosa di diverso.

 

I comportamenti sono osservabili e possono essere misurati

Un comportamento è qualcosa che è specifico e osservabile. È qualcosa che il tuo caro fa, o non fa. I comportamenti possono essere visti, ascoltati o sentiti. I comportamenti non sono cose che assumiamo o deduciamo. Ad esempio, se vediamo il nostro caro che urla, potremmo presumere che sia arrabbiato, ma la rabbia non è un comportamento.


La rabbia è un'emozione che secondo noi sperimenta il nostro caro quando vediamo che sta urlando. Il comportamento specifico che osserviamo è urlare. Detto in altro modo, urlare è un comportamento perché è specifico e osservabile, qualcosa che possiamo sentire e vedere.


Poiché i comportamenti sono specifici e osservabili, possiamo misurarli: la frequenza con cui si verificano e quanto tempo durano. Potremmo voler diminuire determinati comportamenti, come urlare o fare domande ripetitive, e aumentare altri comportamenti, come dormire o fare il bagno.

 

Gli antecedenti vengono prima dei comportamenti

Gli antecedenti sono le cose che accadono nella persona cara o nell'ambiente prima che si verifichi un comportamento. Gli antecedenti possono includere eventi (tempo di bagno o ora di andare a letto), circostanze (rumore o folla) o oggetti (chiavi dell'auto o fotografie). Gli antecedenti possono anche essere meno evidenti, come il tempo del giorno, della stagione o il disagio fisico.


Quando si tenta di identificare gli antecedenti, oltre ai più ovvi scatenanti ambientali, può essere utile considerare due altre categorie: esigenze fisiche ed emotive. La persona cara potrebbe avere difficoltà a comunicare i suoi bisogni e potrebbe esprimerli in quel modo per farli soddisfare. I bisogni fisici possono includere fame e sete, dolore e disagio, e sovra-stimolazione.


Forse il tuo caro è costipato o malato. Forse ha prurito provocato dalle etichette dei vestiti. O forse l'ambiente è troppo rumoroso o troppo tranquillo. I bisogni emotivi possono includere desiderio di affetto, compagnia, spazio, nuove persone o luoghi o un cambiamento nella routine.


Quando cerchiamo di identificare gli antecedenti, potremmo farci queste domande:

  • Che giorno e ora del giorno era?
  • Come era l'ambiente?
  • Chi c'era lì?
  • Stava avvenendo qualcosa o stava per accadere?
  • C'era qualcosa che il tuo caro voleva, come cibo o bevande?


Queste domande possono aiutarci a identificare aspetti dell'ambiente o bisogni fisici o emotivi insoddisfatti che potrebbero causare il comportamento problematico. Queste domande possono aiutarti a scoprire, ad esempio, che l'urlo si scatena al momento del bagno.

 

Le conseguenze si verificano dopo i comportamenti

Le conseguenze sono cose che si verificano immediatamente dopo il comportamento. Possono essere qualcosa che si fa o che accade nell'ambiente. Ricorda, tutti i comportamenti hanno uno scopo. Identificare la conseguenza del comportamento può aiutarti a capire il suo scopo.


Quando stiamo cercando di identificare le conseguenze, potremmo farci queste domande:

  • Come è cambiato l'ambiente?
  • Qualcosa è iniziato o terminato come risultato del comportamento?
  • Il tuo caro ha avuto qualcosa, come cibo, bevande o attenzione?


Ad esempio, la conseguenza dell'urlo era la tua decisione di saltare il bagno quel giorno? Nota che non necessariamente ogni conseguenza o antecedente fornisce la spiegazione di un comportamento. Identificarli però ti permette di capire se sono rilevanti e se non lo sono.


Nel prossimo articolo, parlerò di come usare l'ABC per creare un registro dei comportamenti e gestirli.

 

 

 


Fonte: Andrew Budson MD, prof. di neurologia alla Boston University e alla Harvard Medical School e responsabile di neurologia cognitiva e comportamentale al Veterans Affairs di Boston.

Pubblicato su Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  • Budson AE, O’Connor MK. Six Steps to Managing Alzheimer’s Disease and Dementia: A Guide for Families, New York: Oxford University Press, 2022.
  • Budson AE, O’Connor MK. Seven Steps to Managing Your Memory: What’s Normal, What’s Not, and What to Do About It, New York: Oxford University Press, 2017.
  • Budson AE, Solomon PR. Memory Loss, Alzheimer’s Disease, & Dementia: A Practical Guide for Clinicians, 3rd Edition, Philadelphia: Elsevier Inc., 2022.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.