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E' lo zucchero che danneggia il cervello e porta all'Alzheimer?

L'Alzheimer, una grave forma di demenza, colpisce circa 5,2 milioni di americani, secondo le statistiche 2013 [1].


Un anziano su nove over-65 ha il morbo, e la malattia è ora considerata la terza causa di morte negli Stati Uniti, proprio dietro le malattie cardiache e il cancro.


Un crescente corpo di ricerca suggerisce che c'è una forte connessione tra la dieta e il rischio di sviluppare l'Alzheimer, attraverso percorsi simili a quelli che causano il diabete tipo 2.


Contrariamente alla credenza comune, il cervello non ha bisogno di glucosio, e in realtà funziona meglio bruciando carburanti alternativi, soprattutto chetoni, che il corpo produce in risposta alla digestione di grassi sani. Secondo alcuni esperti, come il Dr. Ron Rosedale, l'Alzheimer e altri disturbi cerebrali possono in gran parte essere causati dalla combustione costante di glucosio come carburante per il cervello.


L'Alzheimer è stato provvisoriamente definito «diabete di tipo 3» nei primi mesi del 2005, quando i ricercatori hanno scoperto che, oltre al pancreas, anche il cervello produce insulina, e questa insulina cerebrale è necessaria per la sopravvivenza delle cellule cerebrali.

 

Lo zucchero danneggia la struttura e le funzioni del cervello

Nel cervello l'insulina aiuta l'assorbimento di glucosio dei neuroni e la regolazione dei neurotrasmettitori, come l'acetilcolina, che sono cruciali per la memoria e l'apprendimento. Questo è il motivo per cui una riduzione del livello di insulina nel cervello danneggia la cognizione. La ricerca [2] ha dimostrato anche che i diabetici di tipo 2 perdono più del previsto volume del cervello con l'età, in particolare materia grigia. Questo tipo di atrofia cerebrale è un altro fattore che contribuisce alla demenza.


Gli studi hanno scoperto che le persone con livelli bassi di insulina e di recettori di insulina nel cervello hanno spesso l'Alzheimer. Ma secondo una recente ricerca pubblicata sulla rivista Neurology [3] lo zucchero e altri carboidrati possono disturbare il funzionamento del cervello, anche se non si è diabetici o non si hanno segni di demenza. Per testare la loro teoria, i ricercatori hanno valutato i marcatori di glucosio a breve e lungo termine in 141 anziani sani, non diabetici, non affetti da demenza. Per valutare la funzione del cervello e la struttura reale del loro ippocampo hanno somministrato test della memoria e scansioni cerebrali. Come riferito in Scientific American [4].


"Livelli più elevati su entrambi i valori del glucosio sono stati associati con una peggiore memoria, così come con un ippocampo più piccolo e una struttura compromessa dell'ippocampo. I ricercatori hanno anche scoperto che i cambiamenti strutturali giustificano in parte il collegamento statistico tra il glucosio e la memoria. Secondo la co-autrice dello studio Agnes Flöel, neurologa della Charité, i risultati forniscono un'ulteriore prova che il glucosio può contribuire direttamente all'atrofia ippocampale".


I risultati suggeriscono che, anche se non si è diabetici o resistenti all'insulina (e circa l'80 per cento degli americani rientrano nella seconda categoria), il consumo di zucchero può comunque distruggere la memoria. A lungo termine, può contribuire alla contrazione dell'ippocampo, che è un sintomo caratteristico dell'Alzheimer. (Il nostro ippocampo è coinvolto con la formazione, l'organizzazione e la conservazione dei ricordi). Gli autori dello studio suggeriscono che "strategie volte a ridurre i livelli di glucosio, anche nel range di normalità, possono influenzare in modo benefico la cognizione nella popolazione anziana".

 

Glicemie 'normali' possono comunque essere alte abbastanza da causare problemi

Di norma un livello di zucchero nel sangue a digiuno tra 100-125 mg/dl è diagnosticato come pre-diabetico. Un livello di zucchero nel sangue a digiuno di 90-100 è considerato «normale». Ma oltre alla ricerca descritta, altri studi hanno scoperto che l'atrofia cerebrale avviene anche in questa gamma «normale» di glicemia.


Il neurologo Dr. David Perlmutter MD insiste sul fatto che restare molto rigidi nel limitare il consumo di zucchero e di carboidrati non-vegetali è uno dei passi più importanti che si possono adottare per prevenire l'Alzheimer per questo motivo. Egli cita la ricerca della Mayo Clinic, che ha trovato che le diete ricche di carboidrati sono associate ad un aumento dell'89 per cento del rischio di demenza. Nel contempo, le diete ad alto contenuto di grassi sono associate a una riduzione del 44 per cento del rischio.

 

Lobby dello zucchero minaccia le organizzazioni e seppellisce la scienza degli effetti sulla salute

Una ricerca avvincente mostra che il cervello ha una grande plasticità, che è possibile controllare attraverso le scelte di dieta e stile di vita. Purtroppo, il pubblico americano ha subito un lavaggio del cervello grossolano dalle industrie alimentari e i zuccherifici che fanno credere che lo zucchero sia una "sostanza nutritiva" che è perfettamente ragionevole inserire in una dieta salutare.


Senza informazioni precise, è certamente più difficile fare scelte di affermazione della salute. La rivista Newsweek [5] ha recentemente pubblicato un articolo che rivela fino a che punto può arrivare l'industria dello zucchero per difendere la propria quota di mercato:

"Secondo un nuovo rapporto [6] del Centro per la Scienza e la Democrazia ... i gruppi industriali che rappresentano le aziende che vendono i dolcificanti, come la Sugar Association e la Corn Refiners Association ... hanno versato milioni di dollari per contrastare la scienza che indica le conseguenze negative per la salute dei loro prodotti.

Ad esempio, quando uno studio svolto alla University of Southern California nel 2013 ha rilevato che l'attuale contenuto di sciroppo di mais ad alto fruttosio nelle sode 'diverge in modo significativo' dal contenuto di zuccheri divulgato sulle etichette delle sode, la Corn Refiners Association ha ritenuto di pagare la propria contro-ricerca.

Un consulente ha suggerito che la contro ricerca dovrebbe essere pubblicata solo se i risultati sono in linea con l'obiettivo di contestare lo studio della USC: 'Se per qualsiasi ragione, i risultati confermano lo studio [della University of Southern California], possiamo semplicemente seppellire i dati', ha scritto il consulente, secondo il rapporto".


Secondo il rapporto del Centro per la Scienza, la Sugar Association ha anche minacciato il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). L'OMS aveva pubblicato un articolo sullo zucchero, raccomandando un limite del 10 per cento di zuccheri aggiunti, affermando che gli zuccheri aggiunti "minacciano la qualità nutrizionale delle diete". La Sugar Association ha inviato una lettera al direttore generale, avvertendolo che, a meno che non sia ritirato lo studio, la Sugar Association avrebbe convinto il Congresso degli Stati Uniti a ritirare i finanziamenti federali dell'OMS. L'anno seguente, quando l'OMS ha pubblicato la sua strategia globale sanitaria sulla dieta e la salute, non c'era alcuna menzione dello studio incriminato sullo zucchero.

 

La lobby dello zucchero va biasimata per alimentare le malattie croniche epidemiche

In effetti, nonostante le prove schiaccianti che dimostrano che lo zucchero e il fruttosio trasformato in particolare, sono al centro della nostra obesità fiorente e delle epidemie di malattie croniche, la lobby dello zucchero ha avuto così tanto successo negli sforzi per contrastare l'impatto di tale evidenza, che non c'è ancora alcun consenso tra le nostre agenzie di regolamentazione per quanto riguarda i pericoli «fattuali» dello zucchero ...


Secondo dati dei CDC - Centers for Disease Control and Prevention [7] il 13 per cento della dieta dell'americano medio è zucchero. Nel Regno Unito, un rapporto pubblicato di recente [8] dal Comitato Scientifico Consultivo sulla Nutrizione (SACN) raccomanda di limitare l'assunzione di zucchero aggiunto al 5 per cento, per evitare obesità e diabete tipo 2. Si calcola che questo è l'equivalente di 25g di zucchero (5-6 cucchiaini) al giorno per le donne, e 35g (7-8 cucchiaini) per gli uomini.


Questo corrisponde ai miei suggerimenti per le persone sane non resistenti all'insulina - ma con una differenza fondamentale: io consiglio di limitare il consumo di zucchero/fruttosio a 25g da qualsiasi fonte, non solo zuccheri aggiunti. Ciò comprende anche la limitazione dei carboidrati non vegetali. E' strano che il comitato consultivo scientifico per l'alimentazione comunque consigli di assumere il 50 per cento dell'apporto energetico giornaliero sotto forma di carboidrati amidacei, che aumentano senza dubbio e significativamente il rischio di insulino-resistenza.


Se si è resistenti all'insulina/leptina, diabetici, sovrappeso, o si ha la pressione alta, malattie cardiache o cancro, consiglio di limitare il consumo di zucchero/fruttosio a un massimo di 15g al giorno da qualsiasi fonte, fino a quando è stata risolta la resistenza all'insulina/leptina.

 

Linee guida dietologiche per mantenere il cervello in buona salute ed evitare l'Alzheimer

Sta diventando sempre più chiaro che lo stesso processo patologico che porta all'insulino-resistenza e al diabete di tipo 2 può valere anche per il cervello. Come si abusa di zucchero e cereali, il cervello viene sopraffatto dai livelli costantemente elevati di glucosio e di insulina che ottundono la segnalazione dell'insulina, con conseguente deterioramento del pensiero e della memoria, causando alla fine danni permanenti al cervello.


Inoltre, mentre il fegato è occupato a elaborare il fruttosio (che il fegato trasforma in grassi), è ostacolata gravemente la sua capacità di produrre colesterolo, un elemento essenziale del cervello, fondamentale per il suo funzionamento ottimale. Infatti, ci sono prove montanti a supporto dell'idea che ridurre significativamente il consumo di fruttosio è un passo molto importante per prevenire l'Alzheimer.


A causa dei trattamenti molto limitati e della mancanza di una cura, siamo invero lasciati con una sola soluzione pratica: evitare che insorga l'Alzheimer. Come spiegato dal neurologo Dr. David Perlmutter, l'Alzheimer è una malattia fondata principalmente sulle scelte di vita; i due colpevoli principali sono l'eccesso di zuccheri e il consumo di glutine. Un altro fattore importante è lo sviluppo e l'aumento del consumo di cereali geneticamente modificati, che sono ormai pervasivi nei cibi più elaborati venduti negli Stati Uniti.


La bellezza di seguire il mio piano di nutrizione ottimale è che aiuta a prevenire e curare virtualmente TUTTE le malattie degenerative croniche, tra cui l'Alzheimer. Anche il libro del Dr. Perlmutter (Grain Brain, Cervello Cereale) fornisce potenti argomenti per eliminare i cereali dalla dieta, soprattutto se si vuole proteggere la salute del cervello. In termini di dieta, i seguenti suggerimenti possono essere tra i più importanti per prevenire l'Alzheimer:

  • Evitare lo zucchero e il fruttosio raffinato. Idealmente si dovrebbe mantenere il livello di zucchero totale e il fruttosio sotto i 25g al giorno, o non più di 15g al giorno se c'è insulino-resistenza o qualsiasi disturbo correlato. In uno studio animale recente, una dieta spazzatura ad alto contenuto di zucchero ha provocato alterazioni della memoria dopo una sola settimana! [9]. Il riconoscimento dei luoghi, in particolare, è stato influenzato negativamente.
    Come regola generale, consigliamo di mantenere i livelli di insulina a digiuno sotto i 3, e questo è indirettamente legato al fruttosio, in quanto porta chiaramente alla resistenza all'insulina. Tuttavia, anche altri zuccheri (il saccarosio, è il 50 per cento del fruttosio in peso), cereali, e mancanza di esercizio fisico sono fattori importanti. Abbassare l'insulina aiuta anche ad abbassare i livelli di leptina, che è un altro fattore dell'Alzheimer.

  • Evitare glutine e caseina (soprattutto grano e latticini pastorizzati, ma non i latticini grassi, come il burro). La ricerca mostra che la barriera emato-encefalica, la barriera che tiene le cose fuori dal cervello, quando non devono entrare, è influenzata negativamente dal glutine. Il glutine rende anche l'intestino più permeabile, permettendo alle proteine ​di entrare ​nel flusso sanguigno, dove non devono esserci. Ciò quindi sensibilizza il sistema immunitario e favorisce l'infiammazione e l'autoimmunità, entrambe le quali hanno un ruolo nello sviluppo dell'Alzheimer.

  • Aderire ad una dieta nutriente, ricca di folati, come quella descritta nel mio piano di nutrizione. Le verdure, senza dubbio, sono la migliore forma di folati, e dovremmo tutti mangiare molte verdure crude fresche ogni giorno. Evitare gli integratori come l'acido folico, che è la versione inferiore sintetica dei folati.

  • Aumentare il consumo di tutti i grassi salutari, compreso l'omega-3 di origine animale. I grassi salutari benefici dei quali ha bisogno il cervello per funzionare in modo ottimale includono il burro biologico da latte crudo, il burro chiarificato chiamato ghee, il burro crudo organico nutrito di erba, le olive, l'olio di oliva biologico extravergine e l'olio di cocco, la frutta secca come le noci pecan e le macadamia, le uova ruspanti, il salmone selvaggio dell'Alaska e l'avocado.
    Contrariamente alla credenza comune, il combustibile ideale per il cervello non è il glucosio, ma i chetoni. I chetoni sono ciò che il corpo produce quando converte il grasso (al contrario del glucosio) in energia. I trigliceridi a catena media (MCT) dell'olio di cocco sono una grande fonte di corpi chetonici, perché l'olio di cocco è MCT circa al 66 per cento. Nel 2010, ho pubblicato la teoria della dott.ssa Mary Newport che l'olio di cocco potrebbe offrire profondi benefici nella lotta contro l'Alzheimer. Da allora lei ha lanciato uno dei primi studi clinici di questo tipo per verificare la teoria.
    Inoltre assicurarsi di assumere abbastanza grassi omega-3 di origine animale, come l'olio di krill. (Raccomando di evitare la maggior parte dei pesci, perché, anche se il pesce ha naturalmente un alto contenuto di omega-3, la maggior parte dei pesci sono ora gravemente contaminati da mercurio). Una dose alta di grassi omega-3 EPA e DHA aiutano a prevenire i danni alle cellule causati dall'Alzheimer, rallentandone così la progressione, e riducendo il rischio di sviluppare la malattia.

  • Ottimizza la flora intestinale, mangiando regolarmente alimenti fermentati o prendendo un integratore probiotico ad alta potenza e di alta qualità.

  • Mangiare mirtilli, quelli selvatici, che hanno un elevato contenuto di antiossidanti antociani e, sono noti per proteggere dall'Alzheimer e da altre malattie neurologiche.

 

Altri suggerimenti dietetici utili e integratori preziosi

Un altro suggerimento utile è ridurre il consumo calorico complessivo e/o digiunare ad intermittenza. Come accennato in precedenza, i chetoni sono mobilitati quando si sostituiscono i carboidrati con olio di cocco e altre fonti di grassi sani. Un digiuno di un giorno può aiutare il corpo a «resettarsi», e a iniziare a bruciare i grassi al posto dello zucchero. Come parte di uno stile di vita sano, io preferisco un programma di digiuno intermittente che richiede semplicemente di limitare il mangiare ad una finestra più ristretta di tempo ogni giorno. Limitando il mangiare a una finestra di 6-8 ore, si digiuna in effetti per 16-18 ore ogni giorno.


Essere consapevoli anche che, quando si tratta di livelli di colesterolo e Alzheimer, meno non è meglio. Anzi, al contrario. Secondo il Dr. Perlmutter, la ricerca dimostra che gli individui anziani con i livelli più bassi di colesterolo hanno il rischio più alto di Alzheimer. Essi hanno anche il rischio più alto di morte. Come dice lui, la guerra al colesterolo è fondamentalmente impropria e dannosa.


Infine, c'è una breve lista di raccomandazioni sugli integratori degni di nota per i vantaggi specifici nella prevenzione e nel trattamento della demenza. Così, anche se la strategia fondamentale per prevenire la demenza dovrebbe comportare un approccio globale di stile di vita, si consiglia di prendere nota in particolare dei seguenti agenti alimentari naturali. Questi quattro alimenti naturali/integratori hanno una buona scienza dietro di loro, in termini di prevenzione dei cambiamenti cognitivi legati all'età:

  1. Gingko biloba: Molti studi scientifici hanno scoperto che il Ginkgo biloba ha effetti positivi sulla demenza. Uno studio del 1997 pubblicato su JAMA ha mostrato una chiara evidenza che il Ginkgo migliora le prestazioni cognitive e il funzionamento sociale per coloro che soffrono di demenza. Un altro studio del 2006 ha rilevato che il Ginkgo è efficace come il farmaco per demenza Aricept (donepezil) per il trattamento della demenza tipo Alzheimer di entità da lieve a moderata. Anche una meta-analisi del 2010 ha trovato che il Ginkgo biloba è efficace per vari tipi di demenza.

  2. Acido alfa-lipoico (ALA): L'ALA ha dimostrato di contribuire a stabilizzare le funzioni cognitive dei malati di Alzheimer e può rallentare la progressione della malattia.

  3. Vitamina B12: Un piccolo studio finlandese pubblicato sulla rivista Neurology [10] ha trovato che le persone che consumano alimenti ricchi di vitamina B12 possono ridurre il rischio di Alzheimer in vecchiaia. Per ogni unità di aumento del marcatore di vitamina B12 il rischio di sviluppare l'Alzheimer è stato ridotto del due per cento. Ricordare che la metilcobalamina sublinguale può essere la soluzione migliore qui.

 

Strategie di vita che possono aiutare a scongiurare l'Alzheimer

Anche le scelte di vita come stare al sole e fare esercizio fisico regolare, insieme con l'evitare le tossine, sono fattori importanti quando si tratta di mantenere la salute ottimale del cervello. Qui ci sono alcuni dei miei suggerimenti sullo stile di vita:

  • Ottimizzare i livelli di vitamina D con l'esposizione sicura al sole. Sono stati rivelati forti legami tra bassi livelli di vitamina D nei pazienti affetti da Alzheimer e scarsi risultati nei test cognitivi. I ricercatori ritengono che i livelli ottimali di vitamina D possono aumentare la quantità di sostanze chimiche importanti nel cervello e proteggere le cellule cerebrali, aumentando l'efficacia delle cellule gliali nel riportare in salute i neuroni danneggiati.
    La vitamina D può anche esercitare alcuni dei suoi effetti benefici sull'Alzheimer attraverso le sue proprietà anti-infiammatorie e immunostimolanti. E' fondamentale avere sufficienza di vitamina D anche per il corretto funzionamento del sistema immunitario, per combattere l'infiammazione che è associata all'Alzheimer.

  • Esercitarsi regolarmente. E' stato suggerito che l'esercizio fisico può innescare un cambiamento nel modo in cui è metabolizzata [11] la proteina precursore dell'amiloide, e quindi rallentare l'insorgenza e la progressione dell'Alzheimer. L'esercizio aumenta anche i livelli della proteina PGC-1alpha. La ricerca ha anche dimostrato che le persone con Alzheimer hanno meno PGC-1alpha nel cervello [12] e le cellule che contengono più di questa proteina producono meno proteina amiloide tossica associata all'Alzheimer. Consiglio vivamente di rivedere la tecnica Peak Fitness per le mie raccomandazioni specifiche.

  • Evitare ed eliminare il mercurio dal corpo. Le amalgame dentali, che hanno il 50 per cento del peso di mercurio, sono una delle principali fonti di tossicità dei metalli pesanti. Tuttavia prima di farle rimuovere si dovrebbe essere in buona salute. Dopo essersi regolati per seguire la dieta descritta nel mio piano di alimentazione ottimizzato, è possibile seguire il protocollo di disintossicazione del mercurio e poi trovare un dentista biologico per rimuovere le amalgame.

  • Evitare l'alluminio, come ad esempio gli antitraspiranti, pentole antiaderenti, coadiuvanti, ecc

  • Evitare vaccinazioni influenzali poichè la maggior parte contiene sia il mercurio che l'alluminio, agenti neurotossici e immunotossici ben noti.

  • Evitare anticolinergici e statine. I farmaci che bloccano l'acetilcolina, un neurotrasmettitore del sistema nervoso, hanno dimostrato di aumentare il rischio di demenza. Questi farmaci comprendono alcuni antidolorifici notturni, antistaminici, aiuti al sonno, alcuni antidepressivi, farmaci per controllare l'incontinenza, e alcuni antidolorifici. Le statine sono particolarmente problematiche perché sopprimono la sintesi del colesterolo, riducono dal cervello il coenzima Q10 e i neurotrasmettitori precursori, e impediscono un adeguato rilascio al cervello di acidi grassi essenziali e antiossidanti liposolubili, inibendo la produzione di biomolecole trasportatrici indispensabili, note come lipoproteine a bassa densità.

  • Sfidare la mente ogni giorno. La stimolazione mentale, soprattutto imparare qualcosa di nuovo, come suonare uno strumento o una nuova lingua, è associata ad un rischio ridotto di Alzheimer. I ricercatori sospettano che sfidare la mente aiuti a potenziare il cervello, rendendolo meno suscettibile alle lesioni associate all'Alzheimer.

 

 

 

 

 

 

 


Fonte: Dottor Mercola in Mercola.com (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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