Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

Mio padre aveva l'Alzheimer.


Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili della mia vita.


Ha sfidato i miei ideali, testato la mia pazienza, ampliato le mie conoscenze, e mi ha esaurito.


Queste sono le alcune delle cose che ho imparato lungo la strada.

  1. Non dire che sono pigri. Non lo sono; questo fa parte del disturbo. Con la progressione del morbo, il cervello perde la capacità di elaborare, richiamare e ragionare. Quello che richiedeva secondi per essere registrato in passato, ora può impiegare minuti e anche ore, a seconda del soggetto, dell'ora del giorno, della consapevolezza emotiva, e del significato. Non è pigrizia lottare con problemi come abbottonarsi una camicia, leggere l'ora, o ricordare come usare il forno a microonde. È un risultato del disturbo.

  2. Non dare un significato a quello che fanno e che non ricordano. Il cervello organizza le informazioni in vari modi, quasi unici per ciascun individuo. L'Alzheimer attacca il cervello in modo casuale e alcune aree si deterioramento più rapidamente di altre. Questa combinazione rende distinta la progressione per ogni paziente. Il paziente non è responsabile del modo in cui una di queste parti opera o peggiora.

  3. Non prendere i commenti personalmente. Ciò è particolarmente difficile soprattutto quando i commenti sono offensivi e detti con rabbia. Il Disturbo di Alzheimer ruba la persona, cambia la personalità, e lascia un'ombra della loro esistenza alle spalle. Quando il paziente parla, esprime raramente il suo vero sé. E' utile in questi momenti attenersi ai commenti che sono coerenti con il comportamento passato e mettere alla porta gli altri.

  4. Non credere allo "spettacolo". Alcuni pazienti di Alzheimer hanno la capacità di simulare per un breve periodo di tempo durante alcuni eventi speciali, quasi come se non ci fosse nulla di sbagliato. Ciò può indurre la famiglia e gli amici a dire che la diagnosi è esagerata. Non lo è. Di solito dopo l'evento, il paziente diventerà ancora più distaccato dalla realtà e potrebbe anche subire una battuta d'arresto. Lo "spettacolo" è il loro istinto di sopravvivenza che rientra, e che può essere sostenuto solo per periodi limitati di tempo.

  5. Non contrastare le illusioni. Con il progredire della malattia, non è insolito per un malato di Alzheimer vedere qualcosa in televisione e credere che sia successo a lui. Questi deliri sono normalmente innocui se non cominciano a ingenerare pensieri paranoici. Pensate alle visioni come parte di una fervida immaginazione senza filtro per ciò che è reale e ciò che è finzione. Però se si contrastano le fantasie, il paziente può diventare inutilmente confuso, frustrato, agitato, e anche violento.

  6. Non aspettarsi che si ricordino. Anche i giorni più significativi, come un matrimonio o una nascita possono essere impossibili da ricordare per un malato di Alzheimer. Mostrare foto con i nomi e le date può essere utile, però con l'aspettativa che non funzionerà ogni volta. La natura della malattia induce i ricordi ad essere richiamati un giorno e persi il successivo, solo per essere ricordati e dimenticati di nuovo. Essi non controllano ciò che è ricordato e ciò che non lo è.

  7. Non abbandonarli. E' facile giustificarlo: poiché il paziente non ricorda, non c'è alcun motivo per visitarlo. Fermarsi a ricevere riconoscimento, approvazione o attenzione non sarà premiato con un malato di Alzheimer. Spesso le visite sono molto difficili e dolorose. Tuttavia, è proprio in questi momenti che si rivela il carattere di una persona. Trascorrere del tempo con loro può essere ingrato, ma le ricompense interne della determinazione, della pazienza e della perseveranza valgono la pena.

  8. Non fermarsi sulle loro risposte arrabbiate. Non è raro per i malati di Alzheimer diventare confusi quando il sole scende. Questo si chiama Sindrome del Tramonto (Sundowning). Con il progredire della malattia, ogni cambiamento, compresa una maggiore oscurità, può essere fonte di incertezza e di paura. La rabbia è un'emozione di base e spesso è segno di ansia, depressione, solitudine, angoscia e persino terrore. Mentre il sole tramonta, il paziente diventa timoroso e reagisce con rabbia dimenticando di solito la ricorrenza del giorno successivo. Fermarsi alle osservazioni formulate nella rabbia fa male al caregiver, non al paziente.

  9. Non sperare che migliorerà. Questa è una malattia degenerativa per cui non esiste alcuna cura. Forse un giorno le cose saranno diverse, se si farà più ricerca. La buona notizia è che ci sono dei farmaci per coloro per i quali è possibile rallentare la progressione. Ma non c'è nulla per invertire il deterioramento del cervello. Sperare che miglioreranno aggiunge frustrazione per tutti, ponendo le basi per una grande delusione.

  10. Non confrontare. Ogni persona è unica nella personalità, nelle associazioni che attribuisce a un evento, in ciò che considera significativo e nel modo in cui usa le informazioni. Inoltre l'Alzheimer impatta il cervello in diverse aree con progressione variabile. Questo crea un'esperienza distinta per ogni individuo. Anche se è utile essere coinvolti in un gruppo di sostegno con altri che lottano come caregiver di malati di Alzheimer, non è utile assumere che il viaggio di ognuno sarà uguale.


Questo è il momento per una forte rete di sostegno di famiglia e amici empatici. Cerca seriamente assistenza professionale durante questo tempo per resettare le aspettative, conoscere la malattia ed elaborare le difficoltà.

 

 

 


Fonte: Christine Hammond in Psych Central (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.