Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricercatori riescono a riparare gli assoni dei neuroni malati, con una distruzione minima di tessuto

Ricercatori riescono a riparare gli assoni dei neuroni malati, con una distruzione minima del tessutoIl concetto micro-TENN. Schema concettuale di rete neurale da ingegneria micro-tessutale (micro-TENN, a sinistra) con una popolazione distinta di neuroni a una estremità, che estende delle proiezioni assonali unidirezionali a lunga distanza. I Micro-TENN possono essere usati per riparare i lunghi percorsi assonali, raffigurati nella trattografia ricreata dei percorsi principali del cervello (percorso nigrostriatale in rosso, con tratti assonali nativi in viola). I costrutti Micro-TENN emulano i lunghi percorsi assonali con gruppi neuronali alla/e estremità per consentire l'integrazione con i neuroni nativi su obiettivi superficiali e profondi (a destra, inserti).Le reti neurali sviluppate in laboratorio hanno la capacità di sostituire le tracce assonali perse nel cervello dei pazienti con gravi ferite alla testa, con ictus o con malattie neurodegenerative e possono essere introdotte in tutta sicurezza e con una minima distruzione di tessuto cerebrale, secondo una nuova ricerca della University of Pennsylvania pubblicata sul Journal of Neural Engineering.


Le funzioni complesse del cervello derivano dall'attività di popolazioni di neuroni (centri di elaborazione distinti) collegati da lunghe proiezioni fibrose chiamate assoni.


Quando questi collegamenti sono danneggiati da lesioni o da malattie come il Parkinson o l'Alzheimer, a differenza di molte altre cellule del corpo, hanno una capacità molto limitata di rigenerarsi, interrompendo quindi permanentemente la struttura di trasmissione del segnale e la comunicazione del corpo.


L'autore senior D. Kacy Cullen PhD, assistente professore di Neurochirurgia, e il suo team, hanno lavorato per far crescere delle connessioni sostitutive, chiamate «reti neurali da ingegneria micro-tessutale» (micro-TENN: micro-Tissue Engineered Neural Network) in laboratorio e hanno testato la loro capacità di 'innestarsi' per sostituire percorsi assonali interrotti quando sono impiantate nel cervello.


Il team di Cullen ha fatto progredire le micro-TENN che consistono di popolazioni distinte di neuroni corticali cerebrali maturi attraversati da lunghe proiezioni assonali all'interno di strutture simili a capelli in miniatura. Questi micro-TENN, sviluppati inizialmente in collaborazione con Doug Smith MD e Robert A. Groff (Professore di Didattica e Ricerca in Neurochirurgia e direttore del Center for Brain Injury and Repair), sono le prime reti neurali trapiantabili che imitano la struttura dei percorsi cerebrali in miniatura.


In una precedente ricerca pubblicata nel 2015 su Tissue Engineering, Cullen e colleghi avevano dimostrato che i micro-TENN preformati possono essere introdotti nel cervello dei ratti formando una nuova architettura del cervello che sostituisce allo stesso tempo i neuroni e le lunghe proiezioni assonali. "I micro-TENN formano connessioni sinaptiche alle reti neurali esistenti nella corteccia cerebrale e nel talamo (coinvolto nella elaborazione sensoriale e motoria) e mantengono la loro architettura assonale per diverse settimane, emulando strutturalmente le connessioni assonali a lunga distanza", ha detto Cullen.


Questo lavoro è il primo che dimostra che micro-TENN viventi potrebbero integrarsi con successo nelle strutture cerebrali esistenti e ricostruire percorsi cerebrali mancanti, ma il team ammette la necessità di migliorare il modo in cui sono introdotti nel cervello, in quanto questo studio iniziale ha richiesto che i micro-TENN fossero inviati con aghi.


Come soluzione, il team di ricerca ha sviluppato un nuovo metodo di trasporto meno invasivo, mediante l'applicazione di un rivestimento ultra-sottile alle micro-TENN con un gel che si trova comunemente negli alimenti e nei prodotti biomedicali. Questa nuova strategia con biomateriali permette l'incapsulamento di reti neurali ingegnerizzate completamente formate per essere inserite nel cervello senza l'uso di un ago.


"Abbiamo cercato materiali che potessero costituire un guscio duro che si ammorbidisce immediatamente dopo l'inserimento, per corrispondere meglio alle proprietà meccaniche del tessuto cerebrale nativo", ha detto Cullen. Questo, secondo il team, dovrebbe ridurre al minimo la reazione del corpo e migliorare la sopravvivenza e l'integrazione delle reti neurali.


Il rivestimento aggiuntivo non è stato dannoso per il numero di neuroni sopravvissuti, e il metodo senza ago riduce sostanzialmente l'impronta dell'impianto, suggerendo che dovrebbe causare meno danni e fornire un ambiente più ospitale per i neuroni impiantati da integrare con il sistema nervoso esistente del cervello. "Sono necessarie ulteriori ricerche per testare direttamente la sopravvivenza dei neuroni micro-TENN e l'integrazione per ciascuno di questi metodi di inserimento", ha detto Cullen.


Cullen e il suo team hanno in programma di perfezionare i loro processi e integrare ulteriormente neuroscienze e ingegneria per trovare i modi unici di aiutare i pazienti affetti da lesioni cerebrali o dalle malattie neurodegenerative più comuni come il Parkinson e l'Alzheimer. "Ci auguriamo che questa strategia di medicina rigenerativa un giorno ci permetta di far crescere reti neurali individualizzate, fatte su misura per le esigenze specifiche di ogni paziente", ha detto, "e in ultima analisi, sostituire i circuiti neurali perduti e migliorare la funzione del cervello".

 

*****
Il finanziamento dello studio è stato fornito dalla National Science Foundation, dai NIH e dal Department of Veterans Affairs. L'Università della Pennsylvania ha la proprietà intellettuale su questa tecnologia, e il dottor Cullen è un inventore.

 

 

 


Fonte: University of Pennsylvania (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: J P Harris, L A Struzyna, P L Murphy, D O Adewole, E Kuo, D K Cullen. Advanced biomaterial strategies to transplant preformed micro-tissue engineered neural networks into the brain. Journal of Neural Engineering, 2016; 13 (1): 016019 DOI: 10.1088/1741-2560/13/1/016019

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.