Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il paziente di demenza si calma quando non ha troppo caldo o troppo freddo


L'assistenza agli anziani è un servizio di cui beneficiano molte persone, anche se la maggior parte di noi rabbrividisce al pensiero di lasciare il comfort della propria casa nelle ultime fasi della vita.


Eppure, dato l'invecchiamento della popolazione, si tratta di un settore che vede un aumento della domanda, e che lotta per tenere il passo.


Secondo il rapporto Residential Aged Care Sustainability Review 2016 pubblicato di recente della società di consulenza fiscale globale RSM, le proiezioni mostrano che le necessità di assistenza agli anziani nei prossimi 40 anni aumenteranno del 68%. E suggerisce che devono essere investiti 32.9 miliardi di dollari nel prossimo decennio.


Inoltre, i tagli di 1,2 miliardi di dollari annunciati di recente al finanziamento dell'assistenza agli anziani da parte del governo federale Australiano metterà il settore sotto ulteriore pressione. Così, mentre tutto il fabbricato deve tenere in considerazione la sostenibilità, l'assistenza agli anziani ha motivi addizionali per considerare l'impatto del design sugli ospiti.


Federico Tartarini, uno studente di dottorato dell'Università di Wollongong, sta lavorando con il fornitore di assistenza all'anzianità Warrigal per capire se la qualità dell'ambiente interno (es.: temperatura, umidità, rumore e luce) sconvolge gli ospiti con demenza.


Nel corso dell'ultimo anno Tartarini ha misurato la temperatura e l'umidità in sei strutture della Warrigal nella regione di Illawarra del New South Wales (Australia), chiedendo agli ospiti (con e senza demenza) circa il loro comfort termico e come percepiscono temperatura, umidità, velocità, luce e suoni. Egli sta anche lavorando con gli infermieri per valutare il comportamento di quelli con demenza e registra quando sono agitati.


Si aspetta che i risultati siano rilasciati il prossimo anno, quando Tartarini completerà il suo dottorato di ricerca, ma egli ha trovato un "modello chiaro" di maggiore agitazione nei pazienti con demenza quando le temperature sono relativamente fredde o calde.


"Non c'è molta letteratura disponibile sui livelli ideali di temperatura confortevole all'interno delle case di riposo, e l'Australian Aged Care Quality Agency, che convalida le case di riposo per anziani, non fornisce alcuna indicazione in proposito", dice Tartarini. "Così ho chiesto agli ospiti come si sentivano, per definire i livelli di comfort. Quello che ho trovato è che quando gli ospiti sono esposti a temperature medie molto alte o molto basse all'interno della struttura [da un minimo di 20°C a un massimo di 26°C], i livelli di agitazione aumentano improvvisamente, rispetto a quando sono esposti a temperature medie confortevoli di 22/23°C".


Tartarini sta iniziando l'analisi che metterà a confronto gli effetti della temperatura con gli effetti dei farmaci usati per alleviare l'agitazione nei pazienti con demenza. Egli si aspetta la conferma che "la differenza tra un paziente di demenza che diventa agitato a temperature di circa 20 gradi, rispetto a quando si trova nella zona di comfort, è approssimativamente equivalente agli effetti dell'assunzione di farmaci per calmarlo. Perciò il controllo della temperatura può ridurre la quantità di farmaci necessari".


Secondo la Warrigal, l'opera di Tartarini è la chiave per educare il personale sull'importanza del controllo della temperatura interna, al di là del punto di vista ambientale. Laura Pritchard, responsabile sostenibilità ambientale della Warrigal, dice:

"Abbiamo alcuni ospiti molto anziani e che ricevono cure, e, poichè di solito non sono particolarmente attivi, preferiscono una temperatura un po' più alta per il loro comfort. Ma i dipendenti dell'assistenza che controllano i termostati fanno un lavoro attivo fisicamente, così preferiscono una temperatura più fresca ...

"Collegare l'agitazione alla temperatura è un buon modo per dimostrare al personale che, anche se la temperatura può essere un po' più alta di quella che preferiscono, possono diminuire i comportamenti agitati. Questa è una buona cosa, non solo per gli ospiti, ma anche per il carico di lavoro del personale".


Una volta che Tartarini avrà completato la sua ricerca, egli intende produrre delle linee guida sulla temperatura appropriata da tenere nelle case per anziani e dare raccomandazioni sulla costruzione di nuove strutture e su quali tecnologie usare (o evitare) per ottenere un ambiente interno ideale: "Si tratta di costruire delle case per anziani termicamente più confortevoli, amichevoli con la demenza e dei posti migliori per vivere", dice.

[...]

 

 

 


Fonte: Annie Kane in TheGuardian.com (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.